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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 18 (Februar 1862)
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Minervini: Nuove scavazioni di Pompei, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0145

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BULLETTINO ARCHEOLOGICO ITALIANO

ANNO PRIMO

NUM. 18.______FEBBRAIO 1862.

Nuove scavazioni di Pompei.—Notizia di un frammento d'iscrizione e di alcuni bolli, presso Atri.

Pubblicazione de' papiri ercolanesi.

Nuove scavazioni di Pompei. Continuazione
del n.° 12.

Pria di passare a dir qualche cosa dell'importante
quadro dell'Ermafrodito, da noi descritto a pag. 96,
sarà opportuno il notare che il monile, di cui vedesi
fregialo il collo, non è già di fiori, siccome fu per
noi detto, ma sibbene di globetti di svariati colori,
che valgono ad indicare le pietre preziose di che si
compone. Noi non ci fermeremo a discorrere di que-
sto interessante quadretto, sotto il punto di vista
mitologico del significato dell'Ermafrodito: e riman-
diamo a quello che lungamente ne fu detto dal ltaoul-
Rochctte (choix depeint. de Pompei pag. 135 e segg).
Anche noi avemmo la occasione di discorrer più vol-
te dell'Ermafrodito, ora illustrando un niccolo ove si
scorge quel dio fra tre Amori (bull. arch. napol. di
Avellino an. II, pag. 78, seg.); ora favellando di un
vaso dipinto in cui è effigiato un Satiro ed una Bac-
cante, che fan libazione all'Ermafrodito (bull. arch.
napol. cit. an. V, pag. 36 segg.). Da tutti questi
monumenti si trae la relazione di bacchiche figure
con l'Ermafrodito; ed il Raoul-Rochette ne fece nel
citalo luogo la osservazione. Avverto che l'Ermafro-
dito ritrovasi frequentemente con Pane nelle pitture
Ercolanesi (voi. V, tav. 31-34; cf. Welcker ad Phi-
loslr. p. 297 seg.); e sorpreso pure da Pane scorgesi
ne' bassirilievi e nelle gemme.

In queste rappresentazioni il Welcker 1. e, ed il
Mùller (handb. § 598, 2) videro una parodia di Bac-
co ed Arianna; ma il Zoega opinò potervisi affigere
un senso più profondo (bassir. tom. II, pag. 157
segg.). Queste cose richiamiamo in confronto del
nuovo dipinto, nel quale comparisce pure un pani-

sco in compagnia di Ermafrodito. Del resto l'accom-
pagnamento di questa divinità con figure del bacchi-
co tiaso, l'appoggiarsi al Sileno sonator di cetra, ed
altre particolarità ci richiamano a significato poco
dissimile da quello dell' androgino Bacco, che in so-
migliante guisa si vede altrove figurato. Solo qui fan-
no contrasto le due faci rovesciate, che dinotano la
morte, ed accennano all'improduttivo accoppiamen-
to della duplice natura in un solo individuo; laddo-
ve l'androginismo di Dioniso allude invece alla uni-
versale generazione. Sicché Dioniso colla sua allegra
brigata, che va in Nasso a ritrovare Arianna, è in
diretta opposizione col mesto e funebre soggetto del-
l'Ermafrodito, intorno a cui si abbassano le fiamme
delle accese faci. Ed è pur da richiamare che nella
medesima stanza comparisce Narcisso, la cui vita si
spegne nell'improduttivo amor di se stesso; per lo
che Io identico simbolo viene adoperato della face
che si estingue rovesciata nell'acqua.

Ma queste idee meritano una più larga esposizio-
ne ; ed i limiti di questi fogli, ed il gran numero
delle notizie segnatamente pompeiane, che restano
ancora a darsi, mi consigliano a proseguire la nuda
descrizione di queste pregevoli pitture.

In alto, questa prima parte delle pareti è divisa
dalla supcriore mercè una fascia nera, nella quale
sono di giallo e di verde bellissimi ornati, nel gene-
re di quelli che ornano uno de' conclavi alla destra
del peristilio.Traile sinuosità de'variati fogliami veg-
gonsi intrecciati alati Amorini, fiori, rosoncini, qua-
drupedi come caprii e pantere, ed alcune figurine
vedute di fronte, uscenti in fogliami. Più in alto, al
disopra di questa fascia, le pareti son bianche e pre-
sentano delicate e svelte architetture, eleganti e va-
 
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