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brevemente alcuna cosa. Non sapremmo se tutte ap-
partengono al lavoro di tintoria od allo spaccio delle
merci tinte; alla quale industria certamente si rife-
risce una vicina bottega, siccome può rilevarsi dall a
descrizione seguente. La prima è ripartita in due
compresi ed ha duplice entrata. La prima entrata,
segnata ora col n.° 16, ha soglia di pietra vesuviana,
ed indizii della chiusura: essa conduce ad una rozza
stanza, con pavimento di terra battuta, e con piccolo
rialto o poggiuolo. Questo locale può riputarsi la
dietrobottega, perocché da esso penetravasi in altro
più vasto compreso, con poggiuolo in un angolo, la
cui entrata assai più spaziosa era munita di porta di
legno a doppia partita sì frequente ad osservarsi nel-
le pompeiane botteghe.
Segue altra bottega pur con duplice apertura, una
più vasta e spaziosa l'altra assai più ristretta. In que-
sta esistono tracce della chiusura, che nell'altra più
larga non abbiamo osservato.
II pavimento è di lastrico battuto, rozze sono le
pareti, ed in parte ricoperte di rozzo intonico bian-
co, con fasce rosse ed ineleganti rami dipinti. Veg-
gonsi collocati nel pavimento quattro dolii di terra-
cotta destinati a contenere probabilmente liquidi di
differenti qualità.
Più interessante è la terza bottega, la quale era
senza dubbio destinata a tintoria, ovvero a fabbrica-
zione di colori. Essa ha una duplice entrata, una dal-
la strada che discende dal Foro, l'altra da quella che
conduce al tempio d'Iside; ed ha perciò due chiusu-
re con soglie di pietra vesuviana. 11 pavimento è si-
gnino, con pochi pezzi di marmo per ornamento. Le
pareti erano di bianco intonico con alcune semplici
linee rosse e nere che le dividevano in varii scom-
partimenti, e che son ora in parte svanite. Questa
bottega si compone di due porzioni, dall'una delle
quali si passa nell'altra mercè uno scalino. Dietro
la bottega è un altro rozzo compreso, ov' è traccia
della scala di legno che menava al piano superiore,
e che dà ingresso ad un lungo corridoio nel quale si
vede un largo condotto e tre vasche di fabbrica rive-
stite di durissimo intonico, ove appare traccia del
livello superiore del liquido, che ha lasciato in più
siti una polvere nera, la quale per l'analisi chimica
si è ritrovato essere solfato di ferro.
Il eh. Fiorelli ha opinato giustamente che fosse
questa una bottega di tintore, ch'egli dice taberna
offectoris (1), ricordando a proposito gli offecto-
res nominati in un pompeiano programma ( bull,
arch. nap. di Avellino, an. II, pag. 6).
(continua) MINERVINI
Notizia di un frammento d'iscrizione e di alcuni
bolli, presso Atri.
Dall'egregio sig. Gabriello Cherubini mi vien co-
municata notizia di un frammento d'iscrizione rin-
venuto presso Atri, ch'egli mi annunzia in tal guisa.
« Nell'aprirsi una nuova strada attorno le mura
» di questa città verso mezzogiorno, e precisamente
» sotto la mia casa si rinvenne una lapida rotta nel-
» la quale si leggevano le seguenti parole:
NINI • PII • I
ABNEP • DIV
T • DIVI • NERV
ELIO ANT
FELICI • PARTH
N • MAX • PONT
0 T E_S_T A S •
C 0 s • 1111 • P • P •
LICE • D •
» La epigrafe è scolpita in assai belli caratteri ».
A noi sembra evidente che la iscrizione fosse de-
dicata all'imperatore Caracalla, e perciò pare che
vada supplita nel seguente modo:
(IMP • CAES • L • SEPTIMI • SEVE)
(RI • PERTINACIS • AVG • ARABj
(ADIAB • PARTH • MAX ■ F1L • DIVI)
(M • ANTONINI • PII • GERM • NEP)
(DIVI • ANTOjNlNI • PII • (PRON • DIVI)
(HADRIANI) • ARNEP • D1V(I . TRAIA)
(NI • E)T • DIVI • NERVfAE • ADNEP)
(M AVR)ELIO ANT(ONINO)
(AVG • P ) FELICI • PARTH • (MAX)
GERMA)N • MAX • PONT ■ (MAX)
(TR • P)OTESTAS • (sic) (XX?)
COS IHÌ • P • p
(L • PVB)LIGE • D • (D • D)
(1) Giornale degli scavi 1861, pag. 9 segg.
brevemente alcuna cosa. Non sapremmo se tutte ap-
partengono al lavoro di tintoria od allo spaccio delle
merci tinte; alla quale industria certamente si rife-
risce una vicina bottega, siccome può rilevarsi dall a
descrizione seguente. La prima è ripartita in due
compresi ed ha duplice entrata. La prima entrata,
segnata ora col n.° 16, ha soglia di pietra vesuviana,
ed indizii della chiusura: essa conduce ad una rozza
stanza, con pavimento di terra battuta, e con piccolo
rialto o poggiuolo. Questo locale può riputarsi la
dietrobottega, perocché da esso penetravasi in altro
più vasto compreso, con poggiuolo in un angolo, la
cui entrata assai più spaziosa era munita di porta di
legno a doppia partita sì frequente ad osservarsi nel-
le pompeiane botteghe.
Segue altra bottega pur con duplice apertura, una
più vasta e spaziosa l'altra assai più ristretta. In que-
sta esistono tracce della chiusura, che nell'altra più
larga non abbiamo osservato.
II pavimento è di lastrico battuto, rozze sono le
pareti, ed in parte ricoperte di rozzo intonico bian-
co, con fasce rosse ed ineleganti rami dipinti. Veg-
gonsi collocati nel pavimento quattro dolii di terra-
cotta destinati a contenere probabilmente liquidi di
differenti qualità.
Più interessante è la terza bottega, la quale era
senza dubbio destinata a tintoria, ovvero a fabbrica-
zione di colori. Essa ha una duplice entrata, una dal-
la strada che discende dal Foro, l'altra da quella che
conduce al tempio d'Iside; ed ha perciò due chiusu-
re con soglie di pietra vesuviana. 11 pavimento è si-
gnino, con pochi pezzi di marmo per ornamento. Le
pareti erano di bianco intonico con alcune semplici
linee rosse e nere che le dividevano in varii scom-
partimenti, e che son ora in parte svanite. Questa
bottega si compone di due porzioni, dall'una delle
quali si passa nell'altra mercè uno scalino. Dietro
la bottega è un altro rozzo compreso, ov' è traccia
della scala di legno che menava al piano superiore,
e che dà ingresso ad un lungo corridoio nel quale si
vede un largo condotto e tre vasche di fabbrica rive-
stite di durissimo intonico, ove appare traccia del
livello superiore del liquido, che ha lasciato in più
siti una polvere nera, la quale per l'analisi chimica
si è ritrovato essere solfato di ferro.
Il eh. Fiorelli ha opinato giustamente che fosse
questa una bottega di tintore, ch'egli dice taberna
offectoris (1), ricordando a proposito gli offecto-
res nominati in un pompeiano programma ( bull,
arch. nap. di Avellino, an. II, pag. 6).
(continua) MINERVINI
Notizia di un frammento d'iscrizione e di alcuni
bolli, presso Atri.
Dall'egregio sig. Gabriello Cherubini mi vien co-
municata notizia di un frammento d'iscrizione rin-
venuto presso Atri, ch'egli mi annunzia in tal guisa.
« Nell'aprirsi una nuova strada attorno le mura
» di questa città verso mezzogiorno, e precisamente
» sotto la mia casa si rinvenne una lapida rotta nel-
» la quale si leggevano le seguenti parole:
NINI • PII • I
ABNEP • DIV
T • DIVI • NERV
ELIO ANT
FELICI • PARTH
N • MAX • PONT
0 T E_S_T A S •
C 0 s • 1111 • P • P •
LICE • D •
» La epigrafe è scolpita in assai belli caratteri ».
A noi sembra evidente che la iscrizione fosse de-
dicata all'imperatore Caracalla, e perciò pare che
vada supplita nel seguente modo:
(IMP • CAES • L • SEPTIMI • SEVE)
(RI • PERTINACIS • AVG • ARABj
(ADIAB • PARTH • MAX ■ F1L • DIVI)
(M • ANTONINI • PII • GERM • NEP)
(DIVI • ANTOjNlNI • PII • (PRON • DIVI)
(HADRIANI) • ARNEP • D1V(I . TRAIA)
(NI • E)T • DIVI • NERVfAE • ADNEP)
(M AVR)ELIO ANT(ONINO)
(AVG • P ) FELICI • PARTH • (MAX)
GERMA)N • MAX • PONT ■ (MAX)
(TR • P)OTESTAS • (sic) (XX?)
COS IHÌ • P • p
(L • PVB)LIGE • D • (D • D)
(1) Giornale degli scavi 1861, pag. 9 segg.