BULLETTINO ARCHEOLOGICO ITALIANO
AIVIVO PRIMO
NUM, 2.
MAGGIO 1861.
Nuovi studi sopra le antiche monete della Cirenaica. — Osservazioni dell' Editore all'articolo precedente.
Nuovi studi sopra le amiche monete della Cirenaica.
Fin dall'anno 1843 lo scrivente pubblicò alcune
sue osservazioni intorno alle antiche monete della Ci-
renaica (Memorie di Relig. ecc. ser. II t. XVI pag.
$5/1-332), ebe non potevano riescire che imperfette
anche a riguardo dei pochi mezzi ch'egli trovavasi
avere a sua disposizione. Ora lo stesso subbietto tro-
vasi ampiamente trattato, e condotto quasi a tutta la
sua perfezione dal dotto ed esperto numografo si-
gnor L. MiiHer, ch'ebbe a sua disposizione i grandi
apparecchi fatti nel decorso di tre e più lustri dagli
altri due insigni limnografi Danesi Falbe e Lindberg
intorno alla numismatica antica dell'Africa, la cui
prima parte, venuta ora a luce, riguarda appunto la
Cirenaica. Egli ha portato giudizio assai equo ed im-
parziale sì delle cose dette da me, come da parecchi
altri intorno alla numismatica Cirenaica; ma pure
parmi che lasci talora qualche cosa a desiderare, se-
gnatamente riguardo a quella, un dì sì felice regio-
ne, divenuta provincia Romana. A ricambio pertan-
to delle rettificazioni, ch'egli fece al tenue mio primo
lavoro, mi giovi proporre e sottomettere al discreto
suo giudizio le seguenti osservazioni, che mi occor-
sero alla mente nel legger che feci con sommo mio
diletto e vantaggio l'esimio suo nuovo lavoro.
Fra' cenni storici premessi dal eh. Miiller alla sua
opera parmi possa avere luogo distinto l'importante
osservazione del sommo nostro Borghesi [Mem. del-
l'Inst. ardi. Ip. 51), che la Cirenaica cioè in sulla
fine dell'impero di Traiano venne staccata da Creta e
posta sotto il comando del prefetto dell'Egitto, per
non essere poi ricongiunta a Creta stessa se non che
sotto M. Aurelio, e probabilmente soltanto dopo che
fu sedata la rivolta di Avidio Cassio.
Ai riscontri addotti dal eh. autore (p. 11 nota 7)
riguardo all'insigne tetradrammo anepigrafo co' tipi
del silfio, e d'Ercole stante presso l'arbore delle Espe-
ridi, vuoisi aggiungere il disegno datone dal eh. de
Witte {Annali dell'Inst. arch. t. XIXpl. Y n. 1 pag.
354).
A parere del eh. Miiller (pag. lo nota 3) il nome
magydaris, del quale usa il eh. Duchalais per deno-
tare il frutto del silfio, non merita altrimenti di es-
sere adottato; poiché la voce [La^ùSapzq in cotale si-
gnificato, per suo avviso, non trovasi usata se non
che da Oribasio, scrittore d'età troppo bassa, de'tem-
pi cioè di Giuliano. Ma il dotto numografo Danese,
nel dettar ch'ei fece quelle sì ricise parole, mostra
avere dimenticato, che Polluce, scrittore de'tempi di
Commodo {Onom. VI, 67), ne attesta che fin dai suoi
giorni almeno ~o\i jj.évtoi o&cpiou ordp\>.a. xaÀelTai \xcqù-
L'ornamento a guisa di fiore espanso, od astro che
dir si voglia, che riempie l'area del quadrato incuso
di alquante monete arcaiche della Cirenaica (n. 17-
20 p. 11, 16), a parere del eh. Miiller riferir potreb-
besi alla flora di quelle felici contrade, ovvero al-
Vaslro Espero; ma pare più verisimilmente ornamen-
to simbolico d'origine asiatica (cf. R. Ruchette, Her-
cule Assyr. p. 77: Annali arch. t. XIXp. 240pi. N:
Bull. arch. 1861 p. 9). E forse Io stesso dee dirsi an-
che dello ornato simbolico simile ad un'altra pelici
tracica (Mùller p. 20 nota 9). La testa di Aminone
co' capelli che si levano a ciocche disposte a guisa di
cresta (p. 22 n. 34), per avviso del eh. autore lo de-
noterebbe così qual dio solare con chioma raggiante.
Ma forse più verisimilmente quel nume libico ha co-
tale acconciatura come conforme alle usanze del pae-
se, sapendosi che i Maci della Libia si componevano
AIVIVO PRIMO
NUM, 2.
MAGGIO 1861.
Nuovi studi sopra le antiche monete della Cirenaica. — Osservazioni dell' Editore all'articolo precedente.
Nuovi studi sopra le amiche monete della Cirenaica.
Fin dall'anno 1843 lo scrivente pubblicò alcune
sue osservazioni intorno alle antiche monete della Ci-
renaica (Memorie di Relig. ecc. ser. II t. XVI pag.
$5/1-332), ebe non potevano riescire che imperfette
anche a riguardo dei pochi mezzi ch'egli trovavasi
avere a sua disposizione. Ora lo stesso subbietto tro-
vasi ampiamente trattato, e condotto quasi a tutta la
sua perfezione dal dotto ed esperto numografo si-
gnor L. MiiHer, ch'ebbe a sua disposizione i grandi
apparecchi fatti nel decorso di tre e più lustri dagli
altri due insigni limnografi Danesi Falbe e Lindberg
intorno alla numismatica antica dell'Africa, la cui
prima parte, venuta ora a luce, riguarda appunto la
Cirenaica. Egli ha portato giudizio assai equo ed im-
parziale sì delle cose dette da me, come da parecchi
altri intorno alla numismatica Cirenaica; ma pure
parmi che lasci talora qualche cosa a desiderare, se-
gnatamente riguardo a quella, un dì sì felice regio-
ne, divenuta provincia Romana. A ricambio pertan-
to delle rettificazioni, ch'egli fece al tenue mio primo
lavoro, mi giovi proporre e sottomettere al discreto
suo giudizio le seguenti osservazioni, che mi occor-
sero alla mente nel legger che feci con sommo mio
diletto e vantaggio l'esimio suo nuovo lavoro.
Fra' cenni storici premessi dal eh. Miiller alla sua
opera parmi possa avere luogo distinto l'importante
osservazione del sommo nostro Borghesi [Mem. del-
l'Inst. ardi. Ip. 51), che la Cirenaica cioè in sulla
fine dell'impero di Traiano venne staccata da Creta e
posta sotto il comando del prefetto dell'Egitto, per
non essere poi ricongiunta a Creta stessa se non che
sotto M. Aurelio, e probabilmente soltanto dopo che
fu sedata la rivolta di Avidio Cassio.
Ai riscontri addotti dal eh. autore (p. 11 nota 7)
riguardo all'insigne tetradrammo anepigrafo co' tipi
del silfio, e d'Ercole stante presso l'arbore delle Espe-
ridi, vuoisi aggiungere il disegno datone dal eh. de
Witte {Annali dell'Inst. arch. t. XIXpl. Y n. 1 pag.
354).
A parere del eh. Miiller (pag. lo nota 3) il nome
magydaris, del quale usa il eh. Duchalais per deno-
tare il frutto del silfio, non merita altrimenti di es-
sere adottato; poiché la voce [La^ùSapzq in cotale si-
gnificato, per suo avviso, non trovasi usata se non
che da Oribasio, scrittore d'età troppo bassa, de'tem-
pi cioè di Giuliano. Ma il dotto numografo Danese,
nel dettar ch'ei fece quelle sì ricise parole, mostra
avere dimenticato, che Polluce, scrittore de'tempi di
Commodo {Onom. VI, 67), ne attesta che fin dai suoi
giorni almeno ~o\i jj.évtoi o&cpiou ordp\>.a. xaÀelTai \xcqù-
L'ornamento a guisa di fiore espanso, od astro che
dir si voglia, che riempie l'area del quadrato incuso
di alquante monete arcaiche della Cirenaica (n. 17-
20 p. 11, 16), a parere del eh. Miiller riferir potreb-
besi alla flora di quelle felici contrade, ovvero al-
Vaslro Espero; ma pare più verisimilmente ornamen-
to simbolico d'origine asiatica (cf. R. Ruchette, Her-
cule Assyr. p. 77: Annali arch. t. XIXp. 240pi. N:
Bull. arch. 1861 p. 9). E forse Io stesso dee dirsi an-
che dello ornato simbolico simile ad un'altra pelici
tracica (Mùller p. 20 nota 9). La testa di Aminone
co' capelli che si levano a ciocche disposte a guisa di
cresta (p. 22 n. 34), per avviso del eh. autore lo de-
noterebbe così qual dio solare con chioma raggiante.
Ma forse più verisimilmente quel nume libico ha co-
tale acconciatura come conforme alle usanze del pae-
se, sapendosi che i Maci della Libia si componevano