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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 1 (Mai 1861)
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Gargallo-Grimaldi, Cav. Filippo: Dichiarazione delle pitture di un vaso greco inedito nel Museo Santangelo
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0012

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tà, a quelle di Persefone, ossia agli elisj godimenti,
ci rileva ben chiaro che adombrar si volle con que-
sto mito l'immagine di morte immatura. Ed in ef-
fetti, nel linguaggio e della poesia e delle arti figu-
rative, lenivasi un sì tetro pensiero per via dello in-
gegnoso eufemismo « che la persona estinta nel fiore
« degli anni diveniva, se maschio, sposo di Cora, se
« femmina, sposa di Plutone (1) ». Ma soltanto di
Adone fu generalmente creduto che si trasferisse,
con assidua vicenda, dalla sede dei beati alla dimora
dei viventi. In codesto sparire e riapparir suo inces-
sante si è riconosciuta ab antico l'immagine delle vi-
cissitudini di deperimento e di rinnovazione che os-
servatisi in tutte le cose mondane ed in ispecie nella
materia organica (2). 11 qual decadimento, ch'ò più
o meno pronto ma inevitabile sempre, fu simboleg-
giato nelle Adonie (o vogliam dire feste in onore di
Adone) con esporsi sui tetti di palagi e di case talu-
ne graste, nomate giardini di Adone, in cui faceansi
germogliare quelle tali piante leguminose che sono
sollecite così a crescere come ad appassire (3).

A ricordare bensì l'alterna morte e riapparizione
dello assirio amante di Arenere, non usaron già sim-
boli od emblemi nè tampoco allegorie, ma evidenti
segni di lutto e di allegrezza. In effetti, delle due
parti, in cui dividevansi le Adonie, ebbesi la prima
un carattere lugubre e funereo, perchè destinata a
commemorare la sua sparizione dal mondo (4); lad-
dove l'altra, che rammentar ne dovea l'ascensione
dall'Orco (5), era celebrata con ogni maniera di tri-
pudj (6). Nè cotanto giubilo potea non trascorrere

(1) y. Maurcr, De Adonide, ejusque eullu religioso: Erlang.
1782, pp. 12 e seg.

(2) V. De Witte,Lettre etc . nei Nouvel.Annal Archéol.,1,545.

(3) V. Creuzcr, e Guigniaut, Bélig. de Vantiquité II, 49; Prel-
ler, Griech. Mythol., I, 219; Roulcz, Bidlet. de VAcadém. de
Jiruxel., Vili, n. 12.

(4) V. Raoul-Rochette, Mémoire sur les jardins d'Adonis
nel t. Vili, pp- 113 e seg. della Iievue Archéol.

(5) Perciò alla prima parte di cotali feste religiose fu dato il
nome di àzCLVlO't).ÓC. V. Deyling De fletu Thamxtz.

(6) "AVOÒO; è nomata quest'altra parte di siffatte solennità
da Proeopio da Gaza nel Com. ad Isaia, e. 18; da taluni bensì
vien detta eup^C'-?-

in oscene tresche; giacché le Adoniazuse, ossiano
adoratrici di cotal semideo, apparteneano, per lo
più, all'abjetta classe delle cortigiane (1). Arroge che
le festività di cui si ragiona coincidevano con altre
in onore di Venere (2) promotrici anch'esse di sfre-
nata dissolutezza. Non farà quindi sorpresa ch'essen-
do venerato Adone dalle meretrici più che da ogni
altra sorta di persone, sia stato, in seguito di tem-
po, confuso con Priapo (3). In taluni bensì dei molti
paesi, ove celebravansi codeste solennità, non furori
desse contaminate da sì turpi lascivie, benché ser-
basser dovunque il proprio loro carattere essenzial-
mente erotico (4).Ma nelle città della Siria, ov'ebbe
culla la leggenda ed il culto di Adone (5), la reli-
giosa commemorazione del suo ritorno agli amplessi
di Afrodite esser dovette festeggiata con licenzio-
si tripudj, conforme all'indole impudica delle genti
asiane (6).

Siccome la nostra pittura ha per argomento la
scesa di Adone agli Elisi, era così necessario, prima
di esaminarne i particolari, di ricordare i riti delle
Adonie; stantechè la prima parte di cotali feste rife-
rivansi appunto al passaggio di quei giovinetto dalle
mondane voluttà agli elisj piaceri.

Tenendo adesso a considerar paratamente codesto
quadro, egli è da riflettersi che la più cospicua figu-
ra in siffatta scena, ritraente lo incantevole prato di
Proserpina, non si può attribuire se non a questa
deità. La quale, per altro, vi ebbe temporanea dimo-
ra; giacché riseder vi dovea, al pari di Adone, solo
un terzo dell'anno per quindi ritornare alla celeste

(1) Risulta ciò da parecchi luoghi di greci scrittori ; vale a
dire di Alcifrone (Lettere di meretr. I, 37 e 39 ), di Aristeneto
(Lettere amator. I, 8 ), di Luciano ( Dial. di meretr. § 7 ), e
principalmente del comico poeta Difilo presso Ateneo, pagina
292, D.

(2) Scoi, di Aristofane, Lisistr., 390.

(3) Mitografi Vatic, II, 38.

(4) V. Museo, Am. di Ero e Leandro, vv. 42 e seg.

(5) È cosa ben conosciuta che la primitiva sede della leggen-
da e del culto di Adone sia stata in quel distretto della Siria
che comprende la catena del Libano, donde passarono in Cipro
e di là nelle greche contrade. V. Maurer, op. cit. pp- 3, lo e 16.

(6) Veggasi Maury, IJist. des rélig. de la Grece, III, 223.
 
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