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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 3 (Juni 1861)
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Minervini: Scavamenti di Pompei, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0029

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— 21 —

la quale si ravvisa altresì in dipinti Ercolanesi, ed in
monumenti anche numismatici, fu riferita alla intel-
ligenza della Venere Verlicordia. Su di che, oltra
una memoria del defunto Costanzo Gazzera, son da
vedere le cose dette dal eh. Avellino nella sua me-
moria sopra un busto di Demostene inserita nel t. Ili
delle memorie della reg. Accad. Ercolanese, e dal eh.
Cavedoni {mus. del Calajo p. 88). cf. pure la prima
serie del Bull. arch. napol. an. I p. 88. Il verde pi-
leo, di cui scorgesi adorna la testa di Venere nel no-
stro dipinto trova il confronto in altro simile gruppo
effigiato in una pittura proveniente pur da Pompei
ed illustrata da' dotti Ercolanesi (voi. V delle Pit-
ture tav. V p. 25). Pur con Amore presso la spalla
e con particolare berretto apparisce Venere in un
altro quadretto, che forma parte di una serie di di-
schi con prolomi di differenti divinità (tom. Ili delle
pitture tav. L). In qualunque modo, la più rilevante
particolarità che si osservi nel quadretto che illu-
striamo, è la pastorale verga .o y.alwjpoò, che vedesi
attribuita ad Afrodite. Pure questa particolarità si
ripete in altro dipinto parimenti pompeiano, in cui
si vede lo stesso gruppo di Venere coIl'Amore, e la
dea ha la testa fregiata del reticolo, e tiene alla si-
nistra il pedo (Ercolanesi t. V delle pitture tav. IV).
Fralle erudite osservazioni raccolte da quei dotti, vi
è quella che l'Amore credeasi da alcuni nato tra gli
armenti ed i pastori. Essi citano i noti versi di Ti-
bullo (II el. I, 67 segg.):

lpse inter greges, interque armenla Cupido
Nalus, et indomilas dicitur inter equas.

Ricordano poi l'Amore Nomio o pastorale, di cui di-
ce Longo (pastor. lib. IV fin.): xal ^to^òv sTOyjaavco
IIcmÉvo? "EpwTG?: e fecero un'ara dell'Amore pastore
(vedi il citalo tom. delle pitture p. 21). A) qual pro-
posito osservo che altra volta vedemmo effigiato in
Pompei Amore col pedo (Bull. arch. nap. di Avelli-
no an. IH p- 9)- Come dunque veggiamo col tirso le
ninfe educatrici di Bacco, così pure la madre ed edu-
catrice dell'Amore Nomio vedesi munita del pasto-
reccio bastone.

Sono ben noti i rapporti di Venere con Bacco: e
ciò basta perchè si giudichi conveniente la riunione
di quella dea con la figura del piccolo Dioniso, e del
suo tiaso. Aggiungo soltanto che presso i Bomani le
feste denominate Vinalia rustica erano sacre a Ve-
nere (Varrone de Ling. lat. lib. V p. 48: Festo v.
Bustica Vinalia p. CCXXVIII, F): e perciò ben si
trova in relazione questa dea con figure che accen-
nano a quella dionisiaca festività. Del resto è da ri-
cordare a tal proposito un sarcofago del Museo Chia-
ramonti, ove comparisce Venere come dea Libera
fra Menadi danzanti: ed è da notare clic pur si vede
l'Amore presso la spalla (tav. XXXVI). In qualunque
modo, la unione di Venere tenente il pastorale ba-
stone con Bacco e co' suoi seguaci accenna a'rapporti
della pastorizia coli'agricoltura : rendendosi ancor
più interessanti i quadretti che adornano il cubicolo
di cui favelliamo. Ed a questo proposito mi piace ri-
cordare un luogo di Marziale, ove il eh. Garrucci ha
opinato si parli non solo di Ercolano ma altresì di
Pompei. Dice il poeta (lib. IV ep. 44):

Hic est pampincis viridis modo Vesvius umbris:
Presserai heic madidos nobilis uva lacus.

Haec iuga,quam Nijsae collesplus Bacchus amavil;
Hoc nupcr Salyri monte dedere choros.

Haec Veneris sedes, Lacedaemone gralior UH;
Hic locus Herculeo nomine clarus crai.

Osserva ingegnosamente il Garrucci che colla es-
pressione Haec Veneris sedes venne indicata Pompei,
ove fu tempio e cullo di Venere, ed ove questa di-
vinità fu adorata come protettrice della colonia Sii—
lana, denominata appunto Colonia Veneria Cornelia
(vedi la nuova ser. del Bull. arch. nap. an. Il pag.
17). In qualunque modo intender si voglia il luogo
di Marziale, è però di bellissimo riscontro a'nostri
dipinti che ci offrono Venere e Bacco e le ninfe di
Nisa; accennandosi alla bellezza del clima ed alla fe-
racità del pompeiano suolo.

Queste cose diciamo tenendo per fermo che la fi-
gura da noi illustrata sia femminile; il che traemmo
. dalle sue medesime forme e da'femminili ornamenti
| che la fregiano. Se ciò non fosse, avremmo pensato
 
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