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poco più innanzi dell'altro; ma niuno avanzo della
statua è venuto a luce ■— Un pezzo di pavimento a
musaico di piccole pietruzze bianche intarsiate, che
si conserva presso la famiglia Falasca — Due ovvie
monete di rame una di Augusto, l'altra di Gordiano
Pio.
In un frammento di lapida di pietra peperina veg-
gonsi le seguenti lettere:
M AC
IO • AEDI
NQVEN
RI I
Non altro può trarsene se non la memoria di un
Edile e Quinquinnale dell'ignoto paese, a cui appar-
tennero i ruderi da noi descritti.
In una via vicinale vedesi un magnifico cippo se-
polcrale conservatissimo, con fastigio triangolare e
con laterali cartocci. Sulla superfìcie della faccia an-
teriore, è questa bella epigrafe:
C • TVLLIO • M • F • VOL
CELERI • MIL • COH
Vili • PR • CVRATORI
FISCI
MTVLLIOMFVOL
CORDO • IIY1R • I • D
OPILLIAE • L • F
CATVLLAE
In altra copia, che ho sotto gli occhi, si osserva
qualche variante, ed alquanto diversa la division del-
le linee.
Comincio dall'osservare che la tribù Voltinia ve-
desi attribuita a varie città del vicino Sannio; sic-
come rilevasi dalle epigrafi di Agnone, di Trivento,
e di altre località alquanto più lontane dal sito delle
novelle scoperte.
Questo M. Tullio Celere era soldato della coorte
ottava pretoria, ed era pure curalor fìsci. Vuoisi in-
tendere senza alcun dubbio, ch'egli era curator fìsci
della coorte, cioè teneva ragione delle somme depo-
sitate da ripartirsi fra' soldati. A questa cura desti-
navasi alcuno de'militi più intelligente ed onesto.
Troviamo memoria di simile carica militare nelle
antiche iscrizioni. In una di Benevento si ricorda il
soldato C. Luccio Sabino, che fra' varii suoi ufficii
ebbe quello di signifer fìsci curator (Grut. p. 431;
de Vita p. 241; Orelli n. 3462). Fa anche più al
caso nostro una iscrizione romana, ove di un altro
soldato Plelorio Primo dicesi fisci curalor coìi. IV
pr. (Marini Arv. p. 477; Kellermann iaterc. n. 126).
Abbiamo dunque un amministratore del danaro di
una coorte, non altrimenti che nella epigrafe, di cui
parliamo. Nò diversamente si legge in una iscrizione
di AlbaFucente,ov'ò pure un curator fisci della coorte
quarta Pannonica (Mommsen inscr. r. neap. n. 5623).
Di altre memorie epigrafiche di questa carica mili-
tare reggasi pure il Marini {Arv. p. 550). Basta ad
illustrarla ciò che dice Vegezio (lib. II, cap. XX);
presso cui troviamo una particolare illustrazione al-
la citata epigrafe di Benevento, ove un signifer è det-
to fisci curalor. Osserva in fatti lo scrittore de re
militari, dopo aver parlato della cassa militare di
risparmio: Haec ratio apud signiferos ( ut nunc di-
clini) in cophino servabalur. Et ideo signifei'i non
solum fideles, sed eliam literati homines diligebanlur,
qui et servare deposita et scirenl singulis reddere ra-
tionem. Fa bel riscontro a questo uso il fatto narrato
da Tacito, ove parla di un furto della cassa militare,
cum fisci de imperatore rapti inter signa interque
aquUas veherentur, ed intende del danaro destinato
agli stipendii militari, ch'orasi trasportalo presso le
bandiere, ov'esser soleva il danaro proprio de' sol-
dati (annoi. I, 37: veggansi ivi gli annotatori).
Di maggior riguardo era il M. Tullio Cordo nomi-
nato in secondo luogo nella nostra epigrafe, che cer-
tamente era fratello di Celere. Egli dicesi duumviro
iuri dicundo; cioè sosteneva la maggior carica mu-
nicipale nella sua patria.
Adunque le nuove scoperte presso il comune di
Schiavi sono da riputare di qualche importanza. Sa-
rebbe desiderevole conoscere a quale antico munici-
pio appartenesse la nuova località; ma i nostri studii
non ci permisero finora alcuna probabile conghiel-
tura.
MINERVINI.
poco più innanzi dell'altro; ma niuno avanzo della
statua è venuto a luce ■— Un pezzo di pavimento a
musaico di piccole pietruzze bianche intarsiate, che
si conserva presso la famiglia Falasca — Due ovvie
monete di rame una di Augusto, l'altra di Gordiano
Pio.
In un frammento di lapida di pietra peperina veg-
gonsi le seguenti lettere:
M AC
IO • AEDI
NQVEN
RI I
Non altro può trarsene se non la memoria di un
Edile e Quinquinnale dell'ignoto paese, a cui appar-
tennero i ruderi da noi descritti.
In una via vicinale vedesi un magnifico cippo se-
polcrale conservatissimo, con fastigio triangolare e
con laterali cartocci. Sulla superfìcie della faccia an-
teriore, è questa bella epigrafe:
C • TVLLIO • M • F • VOL
CELERI • MIL • COH
Vili • PR • CVRATORI
FISCI
MTVLLIOMFVOL
CORDO • IIY1R • I • D
OPILLIAE • L • F
CATVLLAE
In altra copia, che ho sotto gli occhi, si osserva
qualche variante, ed alquanto diversa la division del-
le linee.
Comincio dall'osservare che la tribù Voltinia ve-
desi attribuita a varie città del vicino Sannio; sic-
come rilevasi dalle epigrafi di Agnone, di Trivento,
e di altre località alquanto più lontane dal sito delle
novelle scoperte.
Questo M. Tullio Celere era soldato della coorte
ottava pretoria, ed era pure curalor fìsci. Vuoisi in-
tendere senza alcun dubbio, ch'egli era curator fìsci
della coorte, cioè teneva ragione delle somme depo-
sitate da ripartirsi fra' soldati. A questa cura desti-
navasi alcuno de'militi più intelligente ed onesto.
Troviamo memoria di simile carica militare nelle
antiche iscrizioni. In una di Benevento si ricorda il
soldato C. Luccio Sabino, che fra' varii suoi ufficii
ebbe quello di signifer fìsci curator (Grut. p. 431;
de Vita p. 241; Orelli n. 3462). Fa anche più al
caso nostro una iscrizione romana, ove di un altro
soldato Plelorio Primo dicesi fisci curalor coìi. IV
pr. (Marini Arv. p. 477; Kellermann iaterc. n. 126).
Abbiamo dunque un amministratore del danaro di
una coorte, non altrimenti che nella epigrafe, di cui
parliamo. Nò diversamente si legge in una iscrizione
di AlbaFucente,ov'ò pure un curator fisci della coorte
quarta Pannonica (Mommsen inscr. r. neap. n. 5623).
Di altre memorie epigrafiche di questa carica mili-
tare reggasi pure il Marini {Arv. p. 550). Basta ad
illustrarla ciò che dice Vegezio (lib. II, cap. XX);
presso cui troviamo una particolare illustrazione al-
la citata epigrafe di Benevento, ove un signifer è det-
to fisci curalor. Osserva in fatti lo scrittore de re
militari, dopo aver parlato della cassa militare di
risparmio: Haec ratio apud signiferos ( ut nunc di-
clini) in cophino servabalur. Et ideo signifei'i non
solum fideles, sed eliam literati homines diligebanlur,
qui et servare deposita et scirenl singulis reddere ra-
tionem. Fa bel riscontro a questo uso il fatto narrato
da Tacito, ove parla di un furto della cassa militare,
cum fisci de imperatore rapti inter signa interque
aquUas veherentur, ed intende del danaro destinato
agli stipendii militari, ch'orasi trasportalo presso le
bandiere, ov'esser soleva il danaro proprio de' sol-
dati (annoi. I, 37: veggansi ivi gli annotatori).
Di maggior riguardo era il M. Tullio Cordo nomi-
nato in secondo luogo nella nostra epigrafe, che cer-
tamente era fratello di Celere. Egli dicesi duumviro
iuri dicundo; cioè sosteneva la maggior carica mu-
nicipale nella sua patria.
Adunque le nuove scoperte presso il comune di
Schiavi sono da riputare di qualche importanza. Sa-
rebbe desiderevole conoscere a quale antico munici-
pio appartenesse la nuova località; ma i nostri studii
non ci permisero finora alcuna probabile conghiel-
tura.
MINERVINI.