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greca, scrissero molto sulla pietra. Da ciò si stabili-
sce un limite, che fornisce de' punti di riconosci-
mento decisivi. Non ne citerò che un esempio.
Uno de' lati dell'elegante battistero di Gebeil è
formato da una enorme pietra, che ha servito di fron-
tone monolito ad un tempio di stile egitlo-fenicio.
Questa pietra, se fuvvene altro, è un monumento fe-
nicio. Vi si ritrovano tutti gli emblemi comuni al-
l'Egitto ed alla Fenicia, di cui parla Filone di By-
blos (globo alato, circondato di serpenti etc). Pote-
vasi credere, e di fatti si è credulo,ch'era questo un
monumento molto antico. Ma ogni possibilità d'il-
lusione a questo riguardo mi fu tolta quando trovai
a Eddc, villaggio situato presso Gebeil, al disopra
della porta della chiesa, una pietra in tutto simile
a quella del battistero, che offriva ancora un aspetto
più arcaico, e questa volta accompagnata ad una
iscrizione greca, la quale attesta che il tempio è sta-
to innalzalo da un certo Dionisio. Cercherò di por-
tare questi due monumenti, malgrado le loro consi-
derevoli dimensioni: essi saranno, io credo, le due
pietre angolari della cronologia dell'arte fenicia.Oso
dire ch'essi risolveranno ancora la quistione sì con-
troversa della età del libro che porta il nome di San-
coniatone. Le persone che si ostinano ad attribuire
a questa opera un'alta antichità, perderanno, io cre-
do, la loro confidenza all'aspetto di questi due mo-
numenti, probabilmente contemporanei d'Adriano,
che sono in qualche modo la traduzione plastica del-
l'opera compilata da Filone di Byblos.
In conclusione, io credo che tre divisioni debba-
no farsi ne' monumenti antichi della Fenicia: 1° i
vecchi monumenti anteriori ad ogni influenza greca-
in Fenicia, siccome è, per esempio, la torre di Ge-
beil; 2° monumenti misti, ne' quali le abitudini, le
idee, lo stile proprio della Fenicia, bau lasciato la
loro traccia, ma che sono dell'epoca greca o romana,
e ne' quali la influenza dell'arte greco-romana è sen-
sibile: tale è la pietra del battistero di Gebeil; 3° i
monumenti puramente greci o romani, per esempio
il teatro di Balroun. il numero delle iscrizioni che
ho raccolte a Gebeil o negli immediati contorni si
eleva a 27 (il numero totale delle mie iscrizioni gre-
che e latine è di 53). Tre di queste iscrizioni, del
pari che gli ornamenti di un sarcofago, sembrano ri-
ferirsi più o meno direttamente a' misteri di Byblos,
che avevano tanta voga e tanta celebrità. Bavvicina-
te l'ima all'altra, le' nostre iscrizioni getteranno un
lume sulla storia religiosa e politica della città, del
pari che sulle diverse razze le quali pare siensi ivi
succedute.
Byblos, nel suo insieme, mi apparisce sempre più
come una sorta di Gerusalemme del Libano, e le ve-
dute del sig. Movers sul carattere de' Gibliti o Li-
banioti, riguardato come affatto distinto da quello
de' Fenicii di Tiro, di Sidone, di Aradus mi sem-
brano verificarsi. Il nome di Dio a Byblos era El,
Adonai, e forse Schaddai, come presso i Giudei. I
Gibliti avevano un tempio portatile tratto da due
| buoi,che molto rassomigliava all'orca degli Ebrei (1).
Byblos era una città santa e di pellegrinaggio, per
nulla mercantile. Il governo era un governo di an-
ziani e di sacerdoti (presbyteroi) (2). Ho riscontrato
questi presbìjleri (senatori-sacerdoti) di Byblos in una
iscrizione.
Una esatta pianta di Gebeil ed un minuto giorna-
le delle nostre scavazioni permetteranno di seguire
a passo a passo i nostri lavori e forniranno a' futuri
esploratori il mezzo o di continuare ciò che noi ab-
biamo cominciato, o di evitare infruttuosi tentativi.
IL
Debbo ora presentare a Vostra Maestà i risulla-
menti che ho ottenuti nella esplorazione della costa
della montagna, facendo osservare che le mie ricer-
che non si sono dirette finora che sopra una regio-
ne limitata, e che, anche in questa regione, esse
sono ancor lungi dall'essere terminate.
Quattro località, le quali a giorni nostri altro non
sono che insignificanti villaggi, offrono sotto il pun-
to di vista delle antichità fenicie, un'altissima im-
portanza. Queste località sono Masclinaka, Anefe,
Semar-Gebcil e Sarba, presso Djouni (3).
(t) Sanconiatonc, p. 20-21 edit. Ordii.
(2) Ezech. XXVII, 9.
(3) I tre ultimi di questi villaggi si veggono sulla carta del
greca, scrissero molto sulla pietra. Da ciò si stabili-
sce un limite, che fornisce de' punti di riconosci-
mento decisivi. Non ne citerò che un esempio.
Uno de' lati dell'elegante battistero di Gebeil è
formato da una enorme pietra, che ha servito di fron-
tone monolito ad un tempio di stile egitlo-fenicio.
Questa pietra, se fuvvene altro, è un monumento fe-
nicio. Vi si ritrovano tutti gli emblemi comuni al-
l'Egitto ed alla Fenicia, di cui parla Filone di By-
blos (globo alato, circondato di serpenti etc). Pote-
vasi credere, e di fatti si è credulo,ch'era questo un
monumento molto antico. Ma ogni possibilità d'il-
lusione a questo riguardo mi fu tolta quando trovai
a Eddc, villaggio situato presso Gebeil, al disopra
della porta della chiesa, una pietra in tutto simile
a quella del battistero, che offriva ancora un aspetto
più arcaico, e questa volta accompagnata ad una
iscrizione greca, la quale attesta che il tempio è sta-
to innalzalo da un certo Dionisio. Cercherò di por-
tare questi due monumenti, malgrado le loro consi-
derevoli dimensioni: essi saranno, io credo, le due
pietre angolari della cronologia dell'arte fenicia.Oso
dire ch'essi risolveranno ancora la quistione sì con-
troversa della età del libro che porta il nome di San-
coniatone. Le persone che si ostinano ad attribuire
a questa opera un'alta antichità, perderanno, io cre-
do, la loro confidenza all'aspetto di questi due mo-
numenti, probabilmente contemporanei d'Adriano,
che sono in qualche modo la traduzione plastica del-
l'opera compilata da Filone di Byblos.
In conclusione, io credo che tre divisioni debba-
no farsi ne' monumenti antichi della Fenicia: 1° i
vecchi monumenti anteriori ad ogni influenza greca-
in Fenicia, siccome è, per esempio, la torre di Ge-
beil; 2° monumenti misti, ne' quali le abitudini, le
idee, lo stile proprio della Fenicia, bau lasciato la
loro traccia, ma che sono dell'epoca greca o romana,
e ne' quali la influenza dell'arte greco-romana è sen-
sibile: tale è la pietra del battistero di Gebeil; 3° i
monumenti puramente greci o romani, per esempio
il teatro di Balroun. il numero delle iscrizioni che
ho raccolte a Gebeil o negli immediati contorni si
eleva a 27 (il numero totale delle mie iscrizioni gre-
che e latine è di 53). Tre di queste iscrizioni, del
pari che gli ornamenti di un sarcofago, sembrano ri-
ferirsi più o meno direttamente a' misteri di Byblos,
che avevano tanta voga e tanta celebrità. Bavvicina-
te l'ima all'altra, le' nostre iscrizioni getteranno un
lume sulla storia religiosa e politica della città, del
pari che sulle diverse razze le quali pare siensi ivi
succedute.
Byblos, nel suo insieme, mi apparisce sempre più
come una sorta di Gerusalemme del Libano, e le ve-
dute del sig. Movers sul carattere de' Gibliti o Li-
banioti, riguardato come affatto distinto da quello
de' Fenicii di Tiro, di Sidone, di Aradus mi sem-
brano verificarsi. Il nome di Dio a Byblos era El,
Adonai, e forse Schaddai, come presso i Giudei. I
Gibliti avevano un tempio portatile tratto da due
| buoi,che molto rassomigliava all'orca degli Ebrei (1).
Byblos era una città santa e di pellegrinaggio, per
nulla mercantile. Il governo era un governo di an-
ziani e di sacerdoti (presbyteroi) (2). Ho riscontrato
questi presbìjleri (senatori-sacerdoti) di Byblos in una
iscrizione.
Una esatta pianta di Gebeil ed un minuto giorna-
le delle nostre scavazioni permetteranno di seguire
a passo a passo i nostri lavori e forniranno a' futuri
esploratori il mezzo o di continuare ciò che noi ab-
biamo cominciato, o di evitare infruttuosi tentativi.
IL
Debbo ora presentare a Vostra Maestà i risulla-
menti che ho ottenuti nella esplorazione della costa
della montagna, facendo osservare che le mie ricer-
che non si sono dirette finora che sopra una regio-
ne limitata, e che, anche in questa regione, esse
sono ancor lungi dall'essere terminate.
Quattro località, le quali a giorni nostri altro non
sono che insignificanti villaggi, offrono sotto il pun-
to di vista delle antichità fenicie, un'altissima im-
portanza. Queste località sono Masclinaka, Anefe,
Semar-Gebcil e Sarba, presso Djouni (3).
(t) Sanconiatonc, p. 20-21 edit. Ordii.
(2) Ezech. XXVII, 9.
(3) I tre ultimi di questi villaggi si veggono sulla carta del