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vori il posto proporzionale che loro apparteneva, ed
il genere di risultamento eh' è permesso di attender-
ne sembra ben determinato. Posso dunque render
conto a V. M. dì ciò che queste due metropoli ci
han rivelato di nuovo sulla religione, su'costumi e
sulle arti dell'antica Fenicia.
1.
Saida si presenta all'esploratore in condizioni del
tutto particolari. Un sol punto attira da prima l'at-
tenzione e la ritiene tanto esclusivamente che ognu-
no si fa scrupolo di rapire per altre ricerche alcuni
degl'istanti che vi si possono consacrare. Siccome
Sur, Saida non ha conservato al disopra del suolo
quasi nessuna traccia del suo passato fenicio. La
città attuale ricorda ad ogni passo le crociate. Basta
percorrere i giardini e soprattutto le prossime col-
line di Helolié e di Bramié, per avvedersi che si cal-
pesta il suolo di una città splendida all'epoca roma-
na e bizantina. In quanto alla vecchia Sidone, ma-
dre di Chanaan, se si eccettuano alcuni massi gigan-
teschi che formano l'estremità dell'antico porto, se
ne ricercano invano le tracce, ma per una compen-
sazione, che Tiro non ha peranco offerta, una vera
Sidone sotterranea è stata scoperta da alcuni anni.
Una pianura situata ad oriente della città celava una
delle più preziose necropoli che ci abbia lasciate l'an-
tichità. Molte volte rimossa da'ricercatori di tesori,
la caverna conosciuta sotto il nome di Mugliarci
Abloun (caverna di Apollo) situata al centro di que-
sta pianura, e che ne forma in qualche modo il punto
culminante, diede nel 18oo alla scienza il sarcofago
di Eschmunazar. Una immensa aspettativa fu eccitata
da questa scoperta.
Si credette trovarsi al centro di una necropoli
reale : sembrava sommamente inverisimile che il
primo gran sarcofago fenicio che si scoprisse esser
potesse l'unico della sua specie, il solo che portasse
una iscrizione.
Moltiplici scavazioni furono praticate intorno la
caverna : esse han prodotto risultamenti importan-
tissimi. Ma il sarcofago di Eschmunazar non rimase
meno un pezzo unico. Nessuna iscrizione venne a
realizzar le speranze che gli spiriti più timidi eran-
si creduti autorizzati a concepire.
Naturalmente tutti i nostri sforzi furono diretti
verso la necropoli, oggetto costante della preoccu-
pazione dell'Europa dotta. Gli scavamenti preceden-
temente cominciati ne'contorni immediati di Mu-
gliarci Abloun erano sufficienti per irritare i ricerca-
tori che sarebbero stati guidati da una vana ostenta-
zione, 0 che contavano trovar nella vendita degli og-
getti scoperti una rimunerazione del loro lavoro, a
portar più lungi le loro scavazioni.
Ma ho pensato che i lavori ,de'quali la speculazione
privata non può incaricarsi, pcrchò non hanno altro
scopo che di mettere in riposo la coscienza dei filolo-
gi,eranoquelli che più specialmente ci riguardavano.
Importava poter dire di una maniera positiva se
le speranze che alcune persone conservano ancora su
questo luogo famoso deggiono essere definitivamente
abbandonate. Un compiuto disgombro, giunto fino
alla roccia, poteva solo fornir la risposta ad una tale
interrogazione. Questo ingrato lavoro, poiché rivol-
gevasi a terre sverginate, noi l'abbiamo compiuto con
tale scrupolosità, che, in qualsivoglia altra circo-
stanza, avrebbe potuto parere esagerata. Esso ci per-
mette di affermare che fino alla distanza di CO metri
presso a poco dal sito ove fu rinvenuto il sarcofago
di Eschmunazar, non vi è alcuna iscrizione da ri-
cercare: questo prezioso sarcofago non è sfuggito che
a caso alla distruzione che intorno intorno è passata.
Nonpertanto, questo risultamento negativo non fu
il solo che uscì per noi dalla minuta investigazione,
alla quale ci eravamo dati. Indipendentemente dalle
distribuzioni interne della necropoli, che costitui-
scono un vero monumento, messo a giorno dalle no-
stre cure e di cui noi abbiamo rigorosamente rispet-
tato tutte le parli, scoprimmo un curioso rimasuglio
dell'antichità fenicia, nel sito ove pareva che vi fosse
meno probabilità di trovarne, voglio dire nelle terre
sovente rimosse che riempiono l'interno della ca-
j verna di Apollo (1). Ravvicinando alcuni frammenti
j (1) Lady Esther Stanhope, che nc'suoi ultimi tempi si era Ia-
j sciata sedurre a' sogni de' ricercatori di tesori, aveva fatto fare
: alcune scavazioni nel suolo della caverna.
vori il posto proporzionale che loro apparteneva, ed
il genere di risultamento eh' è permesso di attender-
ne sembra ben determinato. Posso dunque render
conto a V. M. dì ciò che queste due metropoli ci
han rivelato di nuovo sulla religione, su'costumi e
sulle arti dell'antica Fenicia.
1.
Saida si presenta all'esploratore in condizioni del
tutto particolari. Un sol punto attira da prima l'at-
tenzione e la ritiene tanto esclusivamente che ognu-
no si fa scrupolo di rapire per altre ricerche alcuni
degl'istanti che vi si possono consacrare. Siccome
Sur, Saida non ha conservato al disopra del suolo
quasi nessuna traccia del suo passato fenicio. La
città attuale ricorda ad ogni passo le crociate. Basta
percorrere i giardini e soprattutto le prossime col-
line di Helolié e di Bramié, per avvedersi che si cal-
pesta il suolo di una città splendida all'epoca roma-
na e bizantina. In quanto alla vecchia Sidone, ma-
dre di Chanaan, se si eccettuano alcuni massi gigan-
teschi che formano l'estremità dell'antico porto, se
ne ricercano invano le tracce, ma per una compen-
sazione, che Tiro non ha peranco offerta, una vera
Sidone sotterranea è stata scoperta da alcuni anni.
Una pianura situata ad oriente della città celava una
delle più preziose necropoli che ci abbia lasciate l'an-
tichità. Molte volte rimossa da'ricercatori di tesori,
la caverna conosciuta sotto il nome di Mugliarci
Abloun (caverna di Apollo) situata al centro di que-
sta pianura, e che ne forma in qualche modo il punto
culminante, diede nel 18oo alla scienza il sarcofago
di Eschmunazar. Una immensa aspettativa fu eccitata
da questa scoperta.
Si credette trovarsi al centro di una necropoli
reale : sembrava sommamente inverisimile che il
primo gran sarcofago fenicio che si scoprisse esser
potesse l'unico della sua specie, il solo che portasse
una iscrizione.
Moltiplici scavazioni furono praticate intorno la
caverna : esse han prodotto risultamenti importan-
tissimi. Ma il sarcofago di Eschmunazar non rimase
meno un pezzo unico. Nessuna iscrizione venne a
realizzar le speranze che gli spiriti più timidi eran-
si creduti autorizzati a concepire.
Naturalmente tutti i nostri sforzi furono diretti
verso la necropoli, oggetto costante della preoccu-
pazione dell'Europa dotta. Gli scavamenti preceden-
temente cominciati ne'contorni immediati di Mu-
gliarci Abloun erano sufficienti per irritare i ricerca-
tori che sarebbero stati guidati da una vana ostenta-
zione, 0 che contavano trovar nella vendita degli og-
getti scoperti una rimunerazione del loro lavoro, a
portar più lungi le loro scavazioni.
Ma ho pensato che i lavori ,de'quali la speculazione
privata non può incaricarsi, pcrchò non hanno altro
scopo che di mettere in riposo la coscienza dei filolo-
gi,eranoquelli che più specialmente ci riguardavano.
Importava poter dire di una maniera positiva se
le speranze che alcune persone conservano ancora su
questo luogo famoso deggiono essere definitivamente
abbandonate. Un compiuto disgombro, giunto fino
alla roccia, poteva solo fornir la risposta ad una tale
interrogazione. Questo ingrato lavoro, poiché rivol-
gevasi a terre sverginate, noi l'abbiamo compiuto con
tale scrupolosità, che, in qualsivoglia altra circo-
stanza, avrebbe potuto parere esagerata. Esso ci per-
mette di affermare che fino alla distanza di CO metri
presso a poco dal sito ove fu rinvenuto il sarcofago
di Eschmunazar, non vi è alcuna iscrizione da ri-
cercare: questo prezioso sarcofago non è sfuggito che
a caso alla distruzione che intorno intorno è passata.
Nonpertanto, questo risultamento negativo non fu
il solo che uscì per noi dalla minuta investigazione,
alla quale ci eravamo dati. Indipendentemente dalle
distribuzioni interne della necropoli, che costitui-
scono un vero monumento, messo a giorno dalle no-
stre cure e di cui noi abbiamo rigorosamente rispet-
tato tutte le parli, scoprimmo un curioso rimasuglio
dell'antichità fenicia, nel sito ove pareva che vi fosse
meno probabilità di trovarne, voglio dire nelle terre
sovente rimosse che riempiono l'interno della ca-
j verna di Apollo (1). Ravvicinando alcuni frammenti
j (1) Lady Esther Stanhope, che nc'suoi ultimi tempi si era Ia-
j sciata sedurre a' sogni de' ricercatori di tesori, aveva fatto fare
: alcune scavazioni nel suolo della caverna.