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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 20 (März 1862)
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Capasso, Bartolomeo: Nuove osservazioni sulla iscrizione sorrentina dedicata a Fausta
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0164

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— 156 —

zioni della medesima proposte dal Mommsen (inscr.
r. Neap. lat. 2114) e dal Garrucci (bull. arch. nap.
nuova serie, anno 1853 p.53J,comincia col darne una
particolarizzata descrizione.Nota quindi specialmen-
te come l'altezza del marmo al di sotto della cornice
sia di pai. 2, ed onc. 4, della canna legale napole-
tana, pari a 0m 64, la larghezza pai. 2 e onc. 21 lk,
pari a 0m 59. Distinguendovi inoltre undeci versi
nel medesimo come il Garrucci, osserva come il
marmo sia raso nel 2°, 3°, 5° e 7° verso, ma non
nel principio del 6°, secondo che parve vedere al
Mommsen ed al Garrucci; e come nelle ultime linee
le lettere siano consumate dall'ingiurie del tempo.
Osserva pure che la rasura del 2° e del 3° verso pre-
senti le tracce delle parole FAVSTAE, VXORI: non
così quella del 5° e del 7° dove lo scalpello non ha
lasciato orma sicura. Indi nell'8° e nel 9° verso leg-
ge, come il Garrucci, la parola BAEAT1SS1MORVM,
e nel 10° e 11° trova alcuni pochi elementi super-
stiti (ORV, RVM, OR, VS) quali più, quali meno
leggibili, ed altresì taluni segni incerti ed evane-
scenti che, anziché indizio di lettere, egli crede
piuttosto linee accidentali prodotte dalla mano del
tempo nel marmo.

Premesso ciò egli passa ad esaminare le opinioni
del Mommsen e del Garrucci intorno alle parole ra-
se nel 5° e nel 7° verso della iscrizione, trovandosi
nel resto, salvo lievi differenze, d'accordo con quei
due eh. archeologi. E primieramente rigetta la le-
zione PROCREATR1CI, che dopo il nome del Gran
Constantino, e dopo una breve lacuna proponeva nel
50 — 6° verso il Garrucci, perchè non vede orma di
lettere cancellate nel principio del 6° verso, come per
l'opposto ammettendo la lezione MATRI del Mom-
msen per le tracce dell'M e del T che vi ha potuto
scorgere, la include interamente nello stesso 5° ver-
so, così richiedendo, oltre la ragione addotta di so-
pra, la brevità della parola medesima e la larghezza
dello spazio ivi cancellato. Nelle leggerissime orme
di lettere poi, che si veggono nel principio del 6°
verso, Fa. crede di trovare il principio del titolo
DOM1NORVM, che lo scalpellino volea dare in di-
steso ai tre Cesari, ma che poscia cambiando pen-

siero, segnava colle sole tre lettere iniziali D D D
NNN; le quali per tal ragione non si veggono a suo
credere in mezzo del marmo, ma nel lato del mede-
simo a destra di chi guarda.

Passa in seguito Fa. ad esaminare la rasura del
7° verso della iscrizione, che come assai importan-
te, merita la più seria attenzione. Ivi il Garrucci
leggeva il nome di Costante, il terzo de'figli del
Gran Costantino, cosicché i tre Cesari nel marmo
nominati sarebbero stati Costante, Costantino e Co-
stanzo, collocati con ordine prepostero. A questa le-
zione però l'autore si oppone enumerando in prima
le gravi difficoltà, che essa presenta, e che non fu-
rono dissimulate dal sommo Borghesi in una lettera
diretta al P. Garrucci, ed inserita nello stesso nu-
mero del bull. arch. Nap. sopra citato. Egli osserva,
che stando alla medesima, è assai malagevole stabili-
re l'epoca, in cui il monumento fu eretto, e quella
in cui venne poscia in parte cancellato. Imperocché
ritenendo, come non può dubitarsene per la testimo-
nianza della storia, che Fausta siasi fatta morire dal
marito nel 326, 0 poco dopo (1), e che Costante sia
stato creato Cesare nel 333 (2), esso non può cre-
dersi inalzato prima della morte di Fausta, perchè
Costante non era ancora Cesare in quel tempo, nè
può stimarsi posteriore al 333 sì perchè il D. N.
accenna ad una imperatrice vivente, e sì perchè du-
rante la vita di Costantino è assai duro l'immagi-
narsi, come dice il Borghesi, che alcuno fosse così
ardito da celebrare la memoria di una donna dal-
l'imperatore condannata all'ultimo supplizio.Del pa-
ri malagevole poi è la ricerca dell'epoca, in cui il
monumento fu abraso, poiché se il marmo fosse sta-
to innalzato a Fausta dopo la sua morte, come pare
che richiedesse la dignità di Cesare data a Costante,
ciò farebbe credere che la sua memoria fosse stata
quando che sia riabilitata. Ma ciò essendo, qual ra-
gione avrebbe potuto posteriormente far sì, che il
nome ne venisse dal marmo cancellato? In ultimo è

(1) V. Tillemont hist. des Emp. t. IV, p. 224. Cf. Cavedoni,
della iscrizione Sorrentina dedicata a Fausta nel bull. arch.
Nap. 1887, p. 40.

(2) Tillemont op. cit. p. 657.
 
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