Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima — 1.1892

Citation link: 
https://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/napoli_nobilissima1892/0048

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext


NAPOLI NOBILISSIMA

struzioni sacre sorte in questa città. Di giù dalla via si
vede tra le fabbriche recenti buona parte della base ret-
tangolare, formata di pezzi di pilastri, di cornicioni e d’al-
tri varii frammenti di costruzione anteriore con una co-
lonna allo spigolo che fa angolo sulla via. Su questa base
poggia la torre, tutta di mattoni, coronata da una cornice
semplice anche di mattoni, e sormontata da una piramide
similmente laterica. Per una scaletta di legno si sale dalla
parrocchia della Pietrasanta a una terrazza, ch’è quasi a
livello della cella delle campane. Entrato nella cella, si vede
tutto l’interno dell’edifizio, non essendovi tramezza fra il
piano delle campane e la piramide. La stanza rettangolare do-
veva essere, una volta, sfinestrata da tutti i lati; ma ora è
murata dalla parte di settentrione. Restano le altre tre fine-
stre ad attestare la maniera di costruire di tredici secoli
addietro. Le finestre sono bifore, divise ciascuna da una
graziosa colonnina di marmo. La curva dell’arco è semi-
circolare. E le colonnine hanno basi e capitelli ornati in
diverso modo. Ma, assai probabilmente, anch’esse, come i
materiali della base dell’edifizio, erano avanzi d’altro mo-
numento. Almeno la base d’una delle tre colonnine ha
tutta l’aria d’essere stata in origine un capitello. Nel
piano inferiore alloggia il campanaro, un vecchio to-
scano, che potrebbe dal suo letto suonare messa, se per
due buchi e due corde si ponesse in comunicazione con
le campane. Ma deve fare più volte al giorno l’incomoda
ascensione, perchè la torre è vecchia — egli dice — e
qualche volta tentenna.
Michelangelo Schifa.

LA TOMBA DI RUGGIERO
CONTE DI CALABRIA E DI SICILIA

R-uggiero d’Altavilla, Conte di Calabria e di Sicilia,
padre di Ruggiero I, fondatore della nostra monarchia,
morì a Mileto, in Calabria, nel mese di luglio noi, e
fu ivi seppellito nella Chiesa dell’Abbazia della SS. Tri-
nità, fondata da lui alcuni anni prima con grande magnifi-
cenza : sul suo sepolcro fu posta questa iscrizione :
LINQVENS TERRENAS MIGRAVIT DUX AD AMCENAS
ROGERIVS SEDES NVNC CCELI DETINET 7EDES (0.
L’anonimo autore della Historia Chronologica brevis Aba-
tiae SS. Trinitatis Mileti, che vide al suo posto questo mo-
numento, così lo descrive: « Tumulus ex candido mar-
« more, longitudine palmorum novem, latitudine fere quin-
« que, altitudine octo. Imminent in superiori leva et dextra
(i) Hist. Chronol. brevis Abatiae SS. Trinitatis Mileti, Messane, 1699.

« parte tumuli duo simulacra, alterum foeminam, alterum
« referens virum, sublatis tamen capitibus ab utroque : fe-
ti runt alterum esse Rogerii, alterum forsitan Eremburgae.
« Terminatur tumulus dabus columnis striatis, in ejusque
« fronte janua semireserata cernitur. In utroque latere gen-
ti tilitium Comitis stemma insculptum, videlicet Crux duo-
« bus amnibus fluentibus conclusa ».


È un gran sarcofago romano della più bella epoca, lungo
m. 2.40, alto m. 1.80, largo m. 0.92. Il coperchio è a
due pioventi e simula il tetto di una casa con grosse te-
gole : sull’estremità anteriore di esso vi sono due busti
acefali, muliebre l’uno, virile l’altro e questo colla mano
destra impugna un rotolo, il che dimostra che il sepolcro,
in origine, fu destinato a contenere due cadaveri. Il fronte
del tumulo è ornato dei solidi baccelli, e nel mezzo è fi-
gurata una porta socchiusa coronata di mirto ed alloro tra
due delfini : agli angoli sono due colonnette spirali, un fe-
stone di edera circonda l’intera cornice della cassa. In cia-
scuna delle facce laterali è scolpita una sedia curule e, so-
vrapposta ad essa, due corone d’alloro. Nel triangolo, che
forma il frontone del coperchio si vede, in un tondo in-
cavato, una croce di forma greca circondata da due code
di cavallo, che raffigurano i due fiumi scorrenti, e che, se-
condo il cronista di Mileto, formavano lo stemma del
Conte Ruggiero: Crux duobus amnibus fluentibus conclusa.
Apparisce chiaro che la scultura della croce e i suoi aggiunti
sia dei secoli bassi, posteriori a quelli, in cui fu lavorato
il sarcofago e certamente quando fu destinato a sepolcro
del Conte.
 
Annotationen