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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Nicola, Giacomo de: Una copia di Segna di Tura della Maestà di Duccio
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0057

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UNA COPIA DI SEGNA 1)1 TURA

DELLA MAESTÀ DI DUCCIO

NEL duomo di Massa Marittima, nella cappella a sinistra del coro, vi è un grande di-
pinto su tavola con la Madonna e il Bambino, la Madonna delle Grazie.

Il dipinto fu giudicato, dai non molti che ne parlarono, molto variamente. Petrocchi,
nella sua guida di Massa, arriva ad attribuirlo alla scuola senese del secolo XV ; 1 Perkins,
accennandolo, lo dà per due volte a Segna; 1 2 per Gamba è un Duccio; 3 per Weigelt, l’autore
recentissimo di una splendida monografia su Duccio, è più semplicemente della scuola di
Duccio. 4 *

Tali giudizi furono pronunciati conoscendo solo la parte anteriore dalla tavola che è tutta
ritoccata s (fig. i). Il rovescio, guastatissimo da cadute di colore (causa la straordinaria umidità
deH’imprimitura), ma non da restauro, è rimasto finora invisibile essendo la pesante tavola
incastrata in una nicchia sul fondo della cappella. 6

Il rovescio rappresenta episodi della vita di Cristo in tanti rettangoli, separati l’uno dal-
l’altro da uno spazio di cinque centimetri e compresi in due zone sovrapposte distanti dieci
centimetri. 7 La Crocifissione, centro del quadro, occupa uno spazio almeno doppio delle altre
scene (fig. 3).

Tale disposizione corrisponde appunto a quella della faccia posteriore della grande tavola
che Duccio eseguì per il duomo di Siena.

Portando il confronto alle singole scene, a quelle conservateci intere e alle altre i cui
frammenti bastano all’identificazione dei soggetti, ci accorgeremo che la corrispondenza con-
tinua fra le due opere d’arte, anzi in modo da doverci fare ritenere l’una copia dell’altra. Co-
sicché, avendo innanzi la tavola di Duccio, potremo tentare di riconoscere completamente gli
episodi della Passione trattati a Massa.

I tre quadretti della parte centrale si lasciano riconoscere alla prima: in alto la Croci-
fissione, nel mezzo, riunite, le due scene, separate in Duccio, di Cristo innanzi ad Anna

1 Petrocchi, Massa Marittima. Firenze, 1900,
pag. 55-6.

2 The Burlington Magazine, aprile 1904, pag. 83,
note 7; Rassegna d'atte, 1904, pag-. 191.

3 Rivista d’arte, 1906, pag. 45.

1 Curt H. Weigelt, Duccio di Buoninsegna, Leip-
zig, Hiersemann, 1911, pag. 64 e 197.

3 Anche perchè ritoccata non ho presa in esame la
faccia anteriore, ma ho voluto [porgli accanto la parte
centrale del davanti della Maestà di Duccio (fig. 2)
per mostrarne la dipendenza assoluta.

6 II Petrocchi vide anche questa parte, ma ritenen-

dola un’altra tavola che non avesse che fare coll’an-
teriore, di un’altra epoca, a forma di trittico, e forse
di Ambrogio Lorenzetti ! ! (Op. cit., loc. cit.).

7 Gli spazi tra le due zone e tra le varie scene non
erano dipinti (non hanno tracce nè di colore, nè di
gesso, nè di tela), ma rialzati con cornici, le quali
negli spazi verticali, per ciascuna zona, dovevano
aver forma di colonne o di pilastri, vedendosi ancora
l’impronta lasciata dai piccoli capitelli e dalle basi.
Similmente era riquadrata, nel rovescio, la Maestà di
Duccio.
 
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