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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Avena, Antonio: G. F. Caroto e Battista Zelotti alla corte di Mantova
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0249

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G. F. CAROTO E BATTISTA ZELOTTI

ALLA CORTE DI MANTOVA

i.

UNA LETTERA DI G. F. CAROTO A MARGHERITA PALEOLOGA

Duchessa di Mantova

ALESSANDRO Vesme ha già illustrato dottamente le relazioni che Giovanni Francesco Caroto 1
ebbe con la corte di di Monferrato; nè io ricorderò la buonissima provisione, con cui,
secondo il Vasari, fu invogliato dal marchese Guglielmo a dipingere quanti quadri bastassero
a coprire la cappella dove egli udiva messa, nè le pitture fatte per le camere del castello o in
San Domenico ; ma piuttosto richiamerò l’attenziore sopra un passo del Vasari, che c’informa
di alcuni ritratti da lui eseguiti a quella corte : « fece il ritratto di detto signore e della moglie
e molti quadri che mandarono in Francia ed il ritratto parimenti di Guglielmo il primogenito,
ancor fanciullo, così quegli delle figliuole e di tutte le dame che erano al servizio della mar-
chesana ».

Le figliuole del marchese erano due: Maria, che nel 1531 sposò Federico Gonzaga, duca
di Mantova, ma ripudiata subito dopo, chiuse in un convento l’onta e il dolore di cui morì,
e Margherita che nel 1532 sposò anch’essa Federico e morì nel 1566. Dice il De Vesme che
di questa possediamo alcuni ritratti, ma che la rappresentano come duchessa di Mantova cioè
già adulta ; tra questi adunque, potrebbero essere ricercati, con buona fortuna, quei ritratti che
il Caroto dipinse per essa non più fanciulla, ma già duchessa.

Nell’Archivio di Stato di Mantova, dove il Luzio e il Torelli mi prodigarono gentilezza
e dottrina, mi venne fatto di incontrarmi nella seguente lettera — l’unica autografa che del
Caroto si conosca — che l’artista scrisse appunto a Margherita Paleologa : 2

« Al’Ilustrisima Signora

Sig. Margarita duchesa di Mantua patrona sua obs.m*

« Ilustrisima et ecelentisima madama, da poi che io porteti li retrati dipinti a la S.a vostra
non mi è acaduto a venire a Mantua, ch’io seria venuto, corno de fare li fideli servitori, a
fare riverencia a quella, nè mancho m’è acaduto el bisogno a scrivere a vostra S.a se non al
presente arecordandomi de le proferte che la excelencia vostra mi fece. Hora achadendomi
el bisogno e siando astreto sì per la parentela come per le vertù de la giovene deta teodo-
rina opeana la quale è nevoda de mio fratelo ed è qui a Verona apreso de nuj, e così piliarò

1 Giovanni Francesco Caroto alla corte di Monfer-
rato in Archivio storico dell’Arte, S. II, A. I, fase. I-II.

2 La notizia di questa lettera e degli altri documenti

che appresso pubblicherò, l’ho desunta dai preziosi
spogli che già fece il Da vari nell’Archivio di Stato
Mantovano.
 
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