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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Venturi, Lionello: Saggio sulle opere d'arte italiana a Pietroburgo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0253

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SAGGIO SULLE OPERE D’ARTE ITALIANA

A PIETROBURGO

(Cont., vedi fascicolo precedente)

Della scuola di Tiziano, Bonifazio Pitati è rappresentato all’ Ermitage da una Sacra
Famiglia (n. 107), che è l’esemplare migliore ch’io mi conosca delle tele rappresentanti
il medesimo gruppo. Strano si è che il suddetto quadro sia creduto opera di scuola dal cata-
logo, il quale invece attribuisce al maestro i nn. 90, 92, 109, che sono mediocri imitazioni.

Di Paris Bordone è all’Ermitage una Sacra Conversazione (n. 110), nella quale gli aggrup-
pamenti e le mosse ispirati a Palma Vecchio sono cosi esagerati e contorti da apparire leziosi,
di una leziosaggine da secolo XVIII. Oltre ad essa, si conserva di lui una delle solite allegorie
con due donne e un uomo (n. 1846), in cui la volgarità distrugge qualsiasi tecnico interesse.

Allo scolaro di Tiziano, Giovanni Calcar, credo si debba attribuire nella collezione
Paolo Delaroff un ritratto di uomo con barba rossa, a mezza figura, sul quale si legge :

1545

ZETATIS . SVM . 37

Di Girolamo Romanino è una Madonna all’Ermitage (n. 1916), della quale una replica
rimpicciolita si trova nella Galleria di Venezia.

Del Moretto, è una mezza figura di donna, allegoria della Fede, ove si legge:

IVSTVS EX FIDE VIVIT.

E del suo scolaro G. B. Moroni è un ritratto di uomo (n. 154), del tempo medio di lui,
un po’crudo di colore, magnifico nell’efficacia fisionomica; con la scritta:

NOSCE TE APHTON {sic).

Infine, di LORENZO LOTTO sono all’Ermitage una Madonna col Bambino (n. 76) del primo
periodo bergamasco, e, come con felice intuizione ha determinato Gustavo Frizzoni, un fram-
mento di predella (n. 1939) rappresentante la Trasfigurazione, derivata dalla medesima predella
cui appartiene l’Assunzione della Vergine conservata nella galleria di Brera (n. 186). Al maestro
è poi attribuito un ritratto di uomo (n. 113), certamente a torto. Pur non sapendo dare
un’attribuzione esatta, mi sembra evidente che l’opera appartenga alla scuola di Parma, nella
prossimità deH’Anselmi.

Al TlNTORETTO il catalogo attribuisce quattro opere, delle quali due dubitativamente.
Una sola è certa di lui, e cioè la Natività della Vergine (n. 132), dipinta nella maniera più
argentina, sul tipo della Presentazione al tempio della Galleria di Venezia, ricordata dal Ridolfi,
e da lui giustamente assegnata all’ultimo periodo del maestro.

L'Arte. XV, 27.
 
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