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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Galassi, Giuseppe: La scoperta di frammenti d'un'opera primitiva di Raffaello
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0486

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LA SCOPERTA DI FRAMMENTI

D’UN’OPERA PRIMITIVA DI RAFFAELLO

Emerito di Oskar Fischel d’avere riconosciuti tre frammenti della tavola con la Incoro-
i nazione di San Nicola di Tolentino, prima opeta di Raffaello.

Dell’ancona che fu già in Sant’Agostino di Città di Castello, abbattuta nel 1789 da un
terremoto, quindi venduta a Pio VI in pezzi, i quali furono dispersi durante l’invasione fran-
cese, si era smarrito ogni traccia. Solo si poteva tentare di ricomporla idealmente con l’aiuto
della copia della parte inferiore tratta nel 1791 da Ermenegildo Costantini e conservata nel
Museo di Città di Castello, e con la scorta degli studi preparatori per essa condotti da Raffaello,
ora a Lilla e a Oxford.

Nell’alto erano rappresentati il Padre Eterno, in mezzo, Maria e Agostino, ai lati, in atto
di apprestar la corona destinata al beato Nicola da Tolentino, che, pronto a salire alla gloria
del cielo, era figurato in basso fra tre angioli, tenendo il Crocefisso e il libro aperto nelle
mani, e calpestando il demonio disteso al suolo.

Le fortunate ricerche del Magherini-Graziani valsero a stabilire la data della tavola spersa.
Era stata allogata il io dicembre 1500; in men di un anno, il 13 settembre 1501 era compiuta.

Dopo quattro anni dalla pubblicazione di queste notizie, che pur gettavano un primo raggio
sulla giovinezza di Raffaello e sulla precocità del suo genio, è apparso ora lo studio di Oskar
Fischel a indicare tre frammenti superstiti della tavola di Città di Castello: due nella Pitia
coteca di Napoli, e uno nella Galleria di Brescia.

Il Fischel,1 ottimo conoscitore dei disegni dell’ Urbinate, fa di questi specialmente il
punto di partenza per giungere alla designazione delle tre parti della pala. Dopo avere rico-
struito nella prima parte del suo lavoro l’antica composizione, determina la coincidenza tra
l’Eterno Padre qual’è disegnato da Raffaello nel foglio del Museo Wicar a Lilla e XEterno
Padre in un quadro della Pinacoteca di Napoli (fig. 1). Benché il Fischel non riesca a trovare nel-
l’opera d’arte stessa e nel suo stile argomenti validi a corroborar la sua tesi, il confronto sta,
e la coincidenza esiste: l’opera è veramente quella di Raffaello. A Napoli, del medesimo quadro,
soggiunge il Fischel, esiste anche la Vergine che tende ttna corona, già veduta dal Cavalcasene
(fig. 2); ma egli non ha avuto la possibilità di pubblicarla. È stata pubblicata invece dallo
Spinazzola.2

Quantunque per questo pezzo non si possa, come per l’altro, ricavare dai disegni dell’Urbi-
nate la prova sicura della sua appartenenza alla tavola spartita, tuttavia esso è ricongiunto per
le vicende, cosi come per le linee continuantisi, al frammento col Padre Eterno. Non vi è

1 Oskar Fischel, Raffaels erstes Attarbìld, dìe 2 V. Spinazzola, Dì due tavole di Raffaello rìn-

Kronung des hi. Nicolaus von Tolentino in Jahrbuch venute nella Pinacoteca del Museo di Napoli in Pol-
der koniglich Preussischen Kunstsammlungen, 1912, lettino d'Arte, 191Ì, fase. IX.
fase. II e III.
 
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