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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 2
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Serafini, Alberto: Ricerche sulla miniatura umbra
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0134

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RICERCHE SULLA MINIATURA UMBRA

(SECOLI XIV-XVI)

I miniatori umbri prima di Pietro Perugino.

SE gli influssi senesi si conservarono più o meno nei miniatori umbri fin verso la fine del
Quattrocento, non fu tuttavia a scapito della loro originalità. Ancor prima che il Perugino
traducesse nelle sue pitture, con grazia sentimentale, le idealità del misticismo cristiano e creasse
la nuova Scuola di Perugia, i miniatori della regione si erano volti verso i principali artisti
pittori dell’Umbria, quali il Nelli, il Ronfigli, il Liberatore; e talora anche avevano cercato di
imitare artisti fiorentini, come Benozzo Gozzoli.

L’arte che discende da Ottaviano Nelli doveva essere un’arte popolare, e come tale non
era facile introdurla nelle miniature dei Corali, solenni e ricchi; mentre al contrario si prestava
alla minuta illustrazione delle Storie e delle Leggende sacre. Anzi in questo senso è abba-
stanza sicuro che l’arte di Ottaviano di Martino Nelli fu seguita da miniatori anche nella stessa
Perugia della seconda metà del secolo XV.

Questa almeno è l’impressione che si riceve esaminando le illustrazioni di quel libro, stra-
namente miniato, che è detto la « Franceschina », e contro il quale è stato persino sollevato
un ingiusto timore di falsificazione.1 Il codice ha i caratteri della genuinità1 2 ed il suo pregio
singolare è dato dalle miniature numerose a guazzo, piene di sentimento ascetico, disseminate
per il codice come ad illustrazione della vita di San Francesco e de’ suoi primi seguaci. In
queste rappresentazioni di diversa grandezza — prendono talora lo spazio di due pagine —
e dove è spesso raggruppata una grande quantità di figure, addossate l’una all’altra in diversi
piani, con quasi sempre il monte, l’abitato ed il paese per fondo, il disegno è buono, sebbene

1 La Franceschina di Perugia costituisce con altri
tre codici un gruppo unico sia riguardo all’arte che
al testo. Uno di questi codici esiste a Norcia ed ap-
partiene al convento dell’Annunciata. Un altro è con-
servato ad Assisi ed apparteneva al convento di Santa
Maria degli Angeli. Quest’ultima copia ci tramanda
la notizia dell’autore, ma purtroppo in scrittura del
secolo xviii ! (cfr. anche A. Rossi, Il Cantico del
Sole, Foligno, 1882; Miscellanea Francescana, IV,
an. 1889, pag. 87).

2 II Codice (Bib. Com. di Perugia, n. 1238) è del
secolo xv, ed è composto di quinterni formati da un
fascicolo cartaceo rivestito da un foglio di pergamena
(0.33 X 0.22 Jl2). Il vero titolo del libro è «Specchio
dell’Ordine» come risulta dal testo medesimo: « I11-

comenza lo primo prolago de lo libro chiamato Spe-
chio de l’Ordene. » | «Dice el Signore nel suo evan-
gelio se sonno specchiati Amen ». Il volume non stette
sempre a Perugia, come si legge in una notizia a
fol. 1 recto: « hoc voltimeli quod Francischinam vulgo
inscribimus... Romani translatum... tandem ut suae
patriae redderetur... curavit Fr. Hyacintus a Perusio
huius seraphicae Provinciae Custos anno salutis 1678 ».
La scrittura del codice non perfettamente umanistica,
fine, sottile, diligente, personalissima è tutta di una
mano; ma il volume ebbe due numerazioni; l’una
contemporanea alla sua formazione, l’altra posteriore,
e di cui rimane solo qualche numero, pare fosse posta
da un Frate Egidio nel 1530.
 
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