Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Schmarsow, August: Domenico Veneziano, [2]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0117

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
DOMENICO VENEZIANO

(Continuazione e fine, vedi fase, precedente)

DOPO aver restituito al Veneziano la piccola Madonna del Louvre, con la fiducia di ben
conoscere ormai il nostro pittore, possiamo ritornare a quei miei risultati d’indagine
comparativa che sin dal 1893 opposi alle asserzioni del Cavalcasene (Storia della pittura in
Italia, voi. V). Intendo parlare della parte che Domenico Veneziano ebbe negli affreschi della
« cappella dell’Assunta (ora del Sacro Cuore di Maria) nel duomo di Prato. I quali affreschi
vengono da Crowe e Cavalcasene posti, ancora nel 1883, in relazione con Gherardo Starnina,
mentre altri aveva tentato di attribuirli al Masolino. Ma sin da quel tempo i miei studi su
Masaccio e Masolino mi avevano portato a conclusioni diverse, che io presentavo però dopo
dopo aver fatto loro subire la pietra di paragone dell’autocritica: nonum prematur in annum.
La mancanza delle necessarie fotografie nel Repertorium fiir Kunstwìssenschaft, (B. XVI, p. 159)
dove i miei lavori furono pubblicati, ha contribuito a far sì che i colleglli abbiano indugiato
ad accettare pienamente o abbiano trascurato i miei ben sicuri risultati. L’ostacolo che allo
sviluppo del problema frapponeva una superficiale opposizione,1 deve oggi, dopo venti anni,
esser vinto, se non vogliamo più oltre venir defraudati della larga messe di connessioni sto-
riche che a tale questione si rannodano.

L’unica notizia autentica che, dalla prima metà del XV secolo, sia a noi pervenuta circa la
suddetta cappella a sinistra dell’altar maggiore (a destra del coro affrescato da Fra Filippo)
si riferisce a una lite tra i canonici e il loro prevosto Niccolò Milanesi che fu in carica dal
1425 al 1448. Nel 1447 i capitolari compilarono contro il loro capo un memoriale di lagnanze,
la ventunesima delle quali era così concepita: « Dicunt quod in dieta Plebe pratensi ad cap-
pellarn Assumptae, positam juxta altare majus, fuerunt et erant duo fenestrae magnae et pul-
chrae vitrorum plurium colorum ad figuras storiarum et columna in medio cum armis d.ni
Rainerii de Prato olim canonici dictae plebis, quia dictus Rainerius eas fieri fecerat jam sunt
anni quadraginta et ultra prò ornatu dictae cappellae, et ex illis fenestris dicti canonici con-
sequebantur commoda et emolumentum maxime quia resplendebant versus chorurn... et quod
jam sunt anni duo vel circa dictus praesens Praepositus removit et removeri fecit eas dictas
duas fenestras valoris florenorum quadraginta et ultra». (Baldanzi, Descrizione della chiesa
cattedrale di Prato, 1846, pag. 47, n. 1, che riferisce questo passo unicamente per stabilire il
nome della cappella, senza attribuirgli alcun altro valore storico). Secondo questa notizia del 1447,
il canonico Rainerio avrebbe donato le finestre della cappella prima ancora del 1407, e certo
solo dopo il compimento della decorazione pittorica originale. Dai libri dei conti della prepo-
situra risulta che il Rainerio è morto nel 1412: è molto probabile dunque ch’egli abbia donato
anche le pitture originarie. E risulta dal fatto citato che il preposto Milanesi «jam sunt anni duo

1 La responsabilità di questo fatto va data ad un collaboratore del Cicerone.

L’Arte. XV, n.
 
Annotationen