Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Giovannoni, Gustavo: Chiese della seconda metà del Cinquecento in Roma
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0447

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CHIESE DELLA SECONDA METÀ DEL CINQUECENTO

IN ROMA

I.

' ra le opere architettoniche di quell’ importantissimo periodo —- ancora così poco noto
e studiato — che è la seconda metà del Cinquecento in Roma, una piccola chiesa,
Santa Caterina dei Funari nel rione Campitelli, assume l’importanza di un vero finissimo
capolavoro, ed insieme rappresenta uno dei nodi principali a cui può riconnettersi lo studio
di tutta una serie di forme artistiche: quella del tipo a due ordini delie facciate di chiese
del Rinascimento, che in Roma si affermò definitivamente e da Roma si diffuse per ogni
dove. E un caposaldo stabile a cui giunge in modo perfetto l’evoluzione di tutto un periodo,
e da cui si diparte l’evoluzione di un altro periodo ancor più vario e complesso.

Questo pregio e questo significato artistico, nellat oscurità che ancora avvolge le vicende
architettoniche italiane, non sono per nulla stati considerati, nè una qualunque ricerca ana-
litica è stata iniziata sulla bella chiesetta posta nel mezzo dell’antico circo Flaminio. Di essa
abbiamo soltanto — substrato dello studio artistico — i dati storici, molto semplici del resto,
relativi alla costruzione 1 ed ai fatti che la precedettero. Sorgeva al suo luogo nel primo
medio evo una basilica a tre navi denominata « Santa Maria de domila Rosa in castro
aureo»; rifatta poi, intorno al nono secolo, ad una nave soltanto, fu dedicata a Santa Ca-
terina d’Alessandria e detta « sancta Catharina domile Rosae », « sancta Catharina in castro
aureo » ed, in tempi più recenti, Santa Caterina della Rosa (e la rosa e la ruota rimasero
suoi emblemi) o Santa Caterina dei Funari, il quale ultimo nome fu tratto, secondo quanto
testimonia nel 1519 Lucio E'auno, dai fabbricatori di funi che solevano lavorare nei campi
vicini. La chiesetta rimase fino alla seconda metà del secolo XVI, in cui, per esser troppo
piccola e quasi diruta, fu demolita per dar posto alle costruzioni della nuova chiesa e del
monastero adiacente, che sorsero quasi d’un getto in rispondenza di una nuova e fiorente
istituzione.

Sotto Paolo III un gruppo di persone, tra cui vediamo nomi insigni nella storia eccle-
siastica, Sant’Ignazio di Loyola, San Gaetano Tiene, il Cardinal Cesi, il Cardinal Carafa,
aveva fondato la « Compagnia delle vergini miserabili pericolanti ; e questa, divenuto il

1 Cfr. L. Vescovi e F. Neri, Santa Caterina dei
Funari (opera dedicata al card. Domenico Corsini),
Roma, 1785; Armellini, Le chiese di Roma, Roma,
1891 (2a ed.), pag. 567; N. Orlandinius, Historia
S'ociet. Jesu, lib. IV, n. 8. Vedi altresì un’interessante

memoria manoscritta anonima (forse dell’abate Baini).
dei primi del sec. xix, conservata nell’archivio del mo-
nastero, intitolata Saggio di notizie della chiesa e del
monastero di Santa Caterina.

IL Arte

51
 
Annotationen