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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Notizie di Londra
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0262

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NOTIZIE DI LONDRA

L’Esposizione della “Primitiva pittura vene-
ziana „ al Burlington Fine Aris Club di Londra. —
Verso la fine dello scorso marzo si è chiusa questa
Esposizione, interessante per il pregio, il numero e
la rarità anche delle opere esposte. Scopo di questa
mostra fu di illustrare la pittura veneziana nell’ultima
fase delle sue origini, nel periodo che segna l’evolu-
zione dai metodi e dai criteri d’arte quattrocentesca,
al nuovo indirizzo che si accentra attorno a Giorgione
all’aprirsi del nuovo secolo. Il Burlington Club raccolse
nelle sue sale buon numero di opere di questo periodo
traendole in gran parte da collezioni private di cui l’In-
ghilterra è tanto ricca : offerse così il modo di cono-
scere pitture, alcune delle quali difficilmente accessibili,
e di facilitarne lo studio ed i confronti.

Il primo quattrocento veneziano non è affatto rap-
presentato se si eccettui una « Crocifissione » attribuita
al Semitecolo e due quadretti con le Storie della Vita
di San Marnante che il Frey in un suo recente arti-
colo comparso, nel Burlington Magazine, potè deter-
minare come opera di Giambono.

Del secondo quattrocento sono invece la massima
parte delle opere raccolte : manca però, ed è questa
la lacuna che si può deplorare in questa interessante
mostra, un’opera che rappresenti degnamente e sicu-
ramente la figura del massimo maestro che raccoglie
in sè alla fine del quattrocento a Venezia le tradizioni
della pittura; l’arte di Giovanni Bellini rivive solo in
questa mostra attraverso l’opera dei suoi discepoli:
nessuna pittura fra quelle a lui attribuite può dirsi sua.

Non può attribuirsi infatti al Bellini, ma piuttosto
al Basaiti un « San Girolamo leggente » proprietà
Benson, mentre la replica del « Martirio di San Pietro»
inviata dalla collezione W. Lockett Agnew ha evidenti
caratteri di scuola non lontani, sembrami, dai modi di
Santa Croce. Così il « Ritrattino di fanciullo » della
collezione di Sir George Holford con la scritta « Non
aliter » sebbene rechi la firma del Bellini, mostra così
nella tecnica come nell’intonazione gialla delle carni
e nell’espressione dolcemente assorta dello sguardo,
piuttosto che lo stile del Bellini, caratteri che lo avvici-
nano alle opere del Bissolo. E al Bissolo ancora potrebbe
avvicinarsi una «Sacra conversazione», proprietà Ben-
son con la Madonna e il putto in mezzo e quattro
santi ai lati, mentre una grande Madonna in trono col
putto in braccio della collezione Hughes per l’intona-
zione di colore vivace e per il disegno piuttosto fiacco e
scorretto mostra affinità con la scuola del Santa Croce.

Oltre a queste opere per le quali si può fare con
maggiore verosimiglianza il nome di qualche seguace
piuttosto che quello dello stesso Giovanni Bellini, altre
sono con certezza di qualche suo scolaro : così il nome
del Bissolo è assai ben rappresentato nell.’« Annun-
ziazione » firmata, di proprietà Benson ; e quello del
Catena (il quale non solo di Giovanni Bellini ma an-
cora di Alvise Vivarini dovrebbe dirsi seguace) figura
in due opere certe della prima maniera : una Vergine
col putto fra Santa Maria Maddalena e Santa Cate-
rina, (ispirata al quadro del Bellini delle R. R. Gallerie
di Venezia) inviato dalla Corporation of Glasgow e
una Sacra conversazione col Donatore, recante la firma,
proprietà della Royal Institution of Liverpool. Può
credersi inoltre di questo pittore, non già della prima
maniera, ma sotto l’influsso ormai del Giorgione, un
gran quadro della collezione del Conte di Brownlow
figurante la Natività. Di Benedetto Diana qui figurano
due opere, una inviata dal Duca di Portland : una
Sacra Conversazione, dalle forme giovanili ed una
Predella con i fatti della Vergine (proveniente dalla
Collezione di Sir Rennett Muir-Mackenzie) in uno stile
assai affine alla grande Pala delle R. R. Gallerie di
Venezia. Nè mancano opere dei pittori di scuola ber-
gamasca seguaci del Bellini : attribuite al gruppo dei
Santa Croce figurano : uno « Sposalizio di Santa Cat-
terina » proprietà Benson di Francesco Rizzo, l’animo
e l’aiuto di Francesco da Santa Croce: una «Santa
Agnese » piccolo quadro inviato da Lady Wantage,
opera evidente di Gerolamo da Santa Croce, al quale
pittore forse converrebbe attribuire la mezza figura di
San Gerolamo, appartenente a Sir James Rennel Rodd
strettamente affine per tipo e per disegno allo stile
del Bellini come per colore a Jacopo Palma il vecchio
di cui è detta.

La corrente di pittura che svolgesi a Venezia nella
seconda metà del quattrocento parallela a questa, con
a capo Gentile Bellini non è largamente rappresentata
alla mostra del Burlington : attribuito a Gentile evvi
solo un ritratto di Doge, di Agostino Barbarigo, pro-
prietà Lewis Harcourt. Di un misero pittore seguace
e qualche volta anche collaboratore di Gentile, del
Mansueti, è un «San Gerolamo leggente» inviato dalla
collezione Hughes, e di Baldassare Carrari romagnolo
una « Adorazione dei Magi » proprietà Benson, dove
il pittore si mostra dipendente dall’arte di Gentile.

Ben rappresentata è inoltre la scuola dei Vivarini.
 
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