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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0522

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Storia dell’arte in generale.

198. Bombe (Walter), Die Kunst amHofe Federicos
von Urbino. — Monatshefte fiir Kunstwissenschaft.
November, 1912.

È un articolo che vorrebbe essere la sintesi di quanto fu
scritto fin qui sull'arte nella celebre corte urbinate. Il Bombe
si serve di vecchie e di recenti pubblicazioni: tuttavia lascia
da parte la letteratura su argomenti scottanti, forse per sfug-
gire discussioni non facili. Così è avvenuto per la tavola
Madonna e Santi della Brera di Milano, non discutendo l’at-
tr.buzione a Fra Carnevale.

Per Giusto di Gand, accetta in massima la soluzione sto-
rica dataci recentemente dal Ceuleneer, ma sulla identifica-
zione dell’opera sua in Italia, si mostra meno sicuro.

Fatta eccezione per Giusto di Gand e Piero della Fran-
cesca, il B. non scrive che note rapidissime sugli altri artisti
che nell’aureo Quattrocento lavorarono nella Corte dei duchi
di Montefeltro. (a. si).

199. Burckhardt (Jac.), Briefean einenArchitekten,
1870-1889. — Monaco, Muller u. Reutsch, 1913.

Queste lettere dell’autore del Cicerone e della Cultura del
Rinascimento in Italia vanno dal 1870 al 1889 e sono scritte
in gran parte da varie città dell’Italia, della Germania; ve
ne è qualcheduna scritta da Londra, da Parigi e da Basilea.

Furono già indirizzate a Max Alioth di Basilea, ma sono
interessanti per quanti si occupano di storia dell’arte. Perciò
bene ha fatto IL Trog a raccoglierle in un volume e pub-
blicarle. (a. s.).

200. Mazzi (Attilio), Gli estimi e le anagrafi ine-
dite dei miniatori e scrittori veronesi del secolo XV.
— Madonna Verona, 1912, fase. 22.

Già l’A. aveva pubblicato le note d’estimo e le anagrafi
veronesi che riguardano i pittori. Ora egli ha compiuto il
medesimo lavoro per i miniatori, i quali, almeno a giudicare
dagli estimi e dalle anagrafi, non furono molto numerosi in
Verona; e fra di essi abbondano i forestieri. Questi studi
archivistici locali sono di grande importanza per la conoscenza
diretta di nomi di artisti. (a. si).

201. Scatassa (Ercole), La fontana di Trevi in
Roma (Arte e Storia, settembre, 1912).

Pubblica l’A. alcuni documenti inediti da lui rintracciati
nell’Archivio capitolino notarile di Roma, e che riguardano
la costruzione della conosciutissima Fontana del Salvi.

Per queste nuove notizie il Salvi sarebbe Fautore esclu-
sivo del disegno della fontana, alla costruzione della quale
egli attese con grande fatica ed amore e non pochi dispia-
ceri. Tuttavia, nonostante che i documenti pubblicati sem-
brino portare a questa conclusione, si deve pur tener conto
del disegno del Bernini, il quale suggerì al Salvi l’idea madre.

(«. s.)

Architettura e scultura.

202. Cavazzocca Mazzanti (Vittorio), Antichità di
Garda (in Pro Verona, settembre, 1912).

Fra le cose importanti illustrate vi è un interessante ar-
chivolto cuspidale dei tempi barbarici, un frammento di un
Pluteo forse dell’ Vili secolo, ed un altro frammento d’archi-
volto. I suddetti frammenti appartenevano ad un’antica, igno-
rata chiesa romanica del luogo, e sono da porsi insieme con
quelli murati nel campanile di S. M. Maggiore, e con le
colonne binate di marmo rosso, ora in un altare della sagrestia
di quella chiesa. (a. s-)-

203. Cuneo (Adriano), Il Palazzo del Monastero
in Sampierdarena. (Feci. Reale, Sampierdarena, 1912).

Nel 1850 il Comune di S. Pierdarena metteva le sue scuole
nel Palazzo Centurione, che vi restavano fino al 1905: anno
in cui, passato il Palazzo a sede del Comune, si iniziarono
i lavori di restauro che rimisero in luce l’antico chiostro di San
Sepolcro incorporato già nella costruzione cinquecentesca del
Palazzo Centurione.

Sin dal 1200 esisteva questo monastero di San Sepolcro,
dimora di monache Cisterciensi fino agli anni 1514-1530,
quando l’ebbero gli Agostiniani, che non l’abitarono : ma
lo vendettero nel 1542 al nobile Grimaldi.

-Passato il Monastero nel 1587 in proprietà del patrizio
genovese Barnaba Centurione, venne incorporato e dimen •
ticato nella fabbrica di un nuovo Palazzo della Rinascenza,
opera di un allievo dell’Alessi (?). 11 Palazzo Centurione che
ebbe decorazioni pittoriche da Bernardo Castelli — ancora
conservate — non subì rifacimenti se non dopo il 1683;
ma non gli fu inoltre certamente propizia la sua destina-
zione ad usi scolastici, tuttora mantenuta.

Ora, dopo tre secoli, il bel chiostro del Trecento è tor-
nato alla luce, ed è stato dichiarato monumento nazionale ;
purtroppo sempre chiuso nella fabbrica circostante e sopra-
stante !

Il Cuneo che ha diretto i lavori della nuova sistemazione
 
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