NOTA SU EVARISTO BASCHENIS
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a privati collezionisti italiani opere d’arte che si tro-
vino sul mercato specialmente se straniero, e che non
convengano, ben si comprende, alle pubbliche raccolte,
contribuendo in tal guisa alla iniziale ricostituzione di
quel patrimonio d’arte privato che era un tempo una
gloria italiana e che purtroppo tanti sperperi dolorosi
ha subito durante gli ultimi quaranta o cinquant’anni.
Così è che ritengo per me titolo di orgoglio di aver
potuto, per citare il caso più recente, far rientrare or
son poche settimane dall’estero nei confini d’Italia e
fare accogliere in due case private milanesi — restando
per altro, s’intende, estraneo alle trattative — due
quadri degni di qualsiasi illustre raccolta : una deli-
ziosa scena di Pietro Longhi e una bellissima Pietà
del Bergognone appartenuta alla famiglia inglese Ful-
lez Roussel e descritta dal Waagen ..
« Ma è tempo che torniamo al Baschenis ; e vi ri-
torno per chiudere. Non senza però avere espressa la
mia meraviglia per il fatto che, mentre il dott. Bian-
cale non esita a dare senz’altro al Baschenis parecchi
quadri, sulla cui assegnazione all’artista ci sarébbe
molto da discutere, ritenga soltanto opera di scuola
il quadro citato del Museo della Scala di Milano (pa-
gina 344). Il quale è tanto Baschenis e così poco
« Scuola del Baschenis » che —- ammesso anche ce ne
fosse bisogno per l’attribuzione al maestro — porta
chiarissima e a piene lettere la firma : Evaristus Ba-
schenis F. ; una firma che non lascia adito al minimo
dubbio sulla sua autenticità, e che vale — creda il
dott. Fiancale — qualche cosa di più dei due B. B.
che gli servono a battezzare per Baschenis altri quadri
più o meno certi...
« Con profonda osservanza
« dev.mo suo
« Ettore Modigliani
«Direttore della R. Pinacoteca di Brera».
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a privati collezionisti italiani opere d’arte che si tro-
vino sul mercato specialmente se straniero, e che non
convengano, ben si comprende, alle pubbliche raccolte,
contribuendo in tal guisa alla iniziale ricostituzione di
quel patrimonio d’arte privato che era un tempo una
gloria italiana e che purtroppo tanti sperperi dolorosi
ha subito durante gli ultimi quaranta o cinquant’anni.
Così è che ritengo per me titolo di orgoglio di aver
potuto, per citare il caso più recente, far rientrare or
son poche settimane dall’estero nei confini d’Italia e
fare accogliere in due case private milanesi — restando
per altro, s’intende, estraneo alle trattative — due
quadri degni di qualsiasi illustre raccolta : una deli-
ziosa scena di Pietro Longhi e una bellissima Pietà
del Bergognone appartenuta alla famiglia inglese Ful-
lez Roussel e descritta dal Waagen ..
« Ma è tempo che torniamo al Baschenis ; e vi ri-
torno per chiudere. Non senza però avere espressa la
mia meraviglia per il fatto che, mentre il dott. Bian-
cale non esita a dare senz’altro al Baschenis parecchi
quadri, sulla cui assegnazione all’artista ci sarébbe
molto da discutere, ritenga soltanto opera di scuola
il quadro citato del Museo della Scala di Milano (pa-
gina 344). Il quale è tanto Baschenis e così poco
« Scuola del Baschenis » che —- ammesso anche ce ne
fosse bisogno per l’attribuzione al maestro — porta
chiarissima e a piene lettere la firma : Evaristus Ba-
schenis F. ; una firma che non lascia adito al minimo
dubbio sulla sua autenticità, e che vale — creda il
dott. Fiancale — qualche cosa di più dei due B. B.
che gli servono a battezzare per Baschenis altri quadri
più o meno certi...
« Con profonda osservanza
« dev.mo suo
« Ettore Modigliani
«Direttore della R. Pinacoteca di Brera».