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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Papini, Roberto: Un rilievo ignorato di Andrea dell Robbia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0074

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ROBERTO PAPI NI

temente, e le due figure dei belli adolescenti dai capelli ricciuti sulla nuca, che passano così
sull’azzurro del fondo, bianchi e gentili, rivelano in ogni forma ed in ogni tratto la mano di
Andrea della Robbia: son sue caratteristiche l’abitudine di colorare in bruno l’iride degli occhi
e di segnare leggermente la linea del sopracciglio, la modellazione delle labbra con le due
fossette assai accentuate sotto il naso dalle narici un po’ larghe e sopra il mento rilevato, il
modo di fare i capelli a ciocchette ed a riccioli striati, l’ovale del volto dalle guance pianeg-
gianti fino all’orecchio collocato assai indietro; non credo anzi di esser fuori del vero asse
rendo esser questa una delle opere più fini e gentili che uscirono dalla mente e dalla mano
di Andrea.

Confrontandola con la più prossima delle opere di lui, con la lunetta della porta del Duomo
di Prato, si vedrà facilmente come ie teste dei due Santi, Stefano e Lorenzo, sieno in tutto
simili per modellazione alle teste di Raffaele e di Tobiolo: e poi lo stesso piegar dei panni,
la stessa fattura delle mani non lasciano dubbio riguardo all’attribuzione del gruppo della
Biblioteca Roncioniana.1

Ho detto però come l’attribuzione della lunetta del Duomo ad Andrea, se pure concorde
dal libro del Cavallucci e del Molinier in poi,2 non abbia avuto finora la sua conferma nei
documenti. Poiché la lunetta ha grandi rapporti con il rilievo da me illustrato, mi sembra
quindi opportuno di aggiungere a questa illustrazione anche la copia dei due documenti da
me trovati, i quali si riferiscono appunto alla lunetta del Duomo e che contribuiranno a sta-
bilire la data dell’esecuzione del rilievo stesso.3

Nel libro delle deliberazioni dell’Opera della Cappella del Sacro Cingolo (nel Duomo di
Prato) a carte 29 si legge:

1489, 3 novembre. — « Operarii Cappelle cingulis (sic) Virginìs Marie de prato congregati
in eorum audientia, (partito) inter eos misso et fermato per 4 fabas nigras nulla alba in con-
tradio locaverunt Andrea (sic) marci simonis della robia populi S. Laurentii de Florentia infra-
scriptam rem, vulgariter videlicet: una meza nostra donna col figliuolo in braccio con dua santi
da lato nel quadro cioè ’n archilo della porta maggiore della pieve di Prato cioè quella che va
in verso al veschovado in questo modo, cioè: una meza nostra donna col figliuolo in braccio,
e a’ esser nel champo azzurro e dal lato ritto a’ esser Santo Stefano e dal lato mancho S. Lo-
renzo; e’ medesimi santi anno avere un champo d’azurro buono e di sotto dal lato e di sopra
che gira intorno à esser uno archolo di serafini. Le quali figure anno a esser bianche inve-
triate e tutte le sopradette chose dove bisognasse anno a esser adorne d’oro fine e ne’ elianti
da parte debbe fare nell’uno elianto el segno dell’opera e nell’altro elianto el milleximo tutte
le dette cose adorne in buona forma. E se paresse a detti operai far coloriti detti santi e

figure detto Andrea sia tenuto fargli. La quale opera debba avere fatta e posta in prato nella

detta opera a tutte sue spese di gabella e vettura per tutto el mese di marzo prossimo avve-
nire: e debbe stare qui continovamente a metterla sopì a detta porta. E’ detti operai sieno

tenuti a fare fare e’ ponti e dare uno maestro di cazuola e galcina ad ogni spesa di detta opera.
E’ prefati operai in nome di detta opera promettono dare e pagare a soprascritto Andrea per
suo pagamento fior, venticinque larghi d’oro in oro cioè fior. XXV f. d’oro in oro finita detta

1 Un altro rilievo con Tobiolo e l’angelo è in un’an-
cona d’altare attribuita ad Andrea della Robbia nella
Cappella Vieri-Canigiani presso S. Croce a Firenze.
In questo rilievo manca però quella signorilità di
forme che appare nel rilievo pratese : in esso infatti
le figure sono più tozze e più impacciate nei movi-
menti. Solo dal confronto si può immaginare che nel
rilievo della Biblioteca Roncioniana manchino le ali
all’angelo e le aureole alle due teste che si vedono
nell’ancona della cappella Canigiani : forse esse si

perdettero nel trasporto che si fece del rilievo dal
luogo originale.

2 Solo il Baldanzi l’aveva erroneamente attribuita
a Luca.

3 I due documenti fanno parte di una serie di altri
documenti da me raccolti e che saranno pubblicati in
una illustrazione completa della Cattedrale pratese cui
attendo da qualche tempo ; li pubblico così come li
copiò il canonico Benelli nel suo manoscritto La Cat-
tedrale di Prato, conservato nella Roncioniana.
 
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