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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Serafini, Alberto: Ricerche sulla miniatura umbra
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0084

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ALBERTO SERAFINI

Pare che i miniatori abbiano formato corporazione solo a Perugia. A Gubbio, dove tro-
viamo corporazioni delle arti, almeno dalla seconda metà del secolo XIII, non troviamo nè
quella dei pittori, nè l’altra dei miniatori. Questi, a vero dire, in Gubbio non rappresentano
che un fenomeno della Corte Urbinate nel suo maggiore sviluppo,1 e, passò esso troppo presto
per potere formare, sia pure insieme ai pittori, una università dell'arte.2 A FOLIGNO non co-
nosciamo alcunché di preciso sugli artisti miniatori della prima metà del secolo XV ; appena
sappiamo di certo che un POLIDORO DA Foligno era scolaro o garzone di Mariano di An-
tonio da Perugia, cioè di uno degli ultimi rappresentanti della miniatura umbro-senese. Ma
pare che dall’arte di un maestro iolignate, Nicolò di Liberatore di Jacobo di Mariano (1458-1507),
abbiano subiti influssi miniatori perugini e di altre parti dell’Umbria, come a Fabriano dove
circa la metà del secolo lavora la bottega fiorente di Giacomo di Fabriano.

Generalmente, eccetto a Perugia, mancavano nelle altre città dell’ Umbria le ragioni per
far vivere scuole locali di miniatori ; e così a Città di Castello, se nel secolo xm e XIV
qualche cosa vi si era miniato, erano stati chiamati artisti dal di fuori,3 e più tardi, nel se-
colo xv, quando la potenza dei Vitelli avrebbe potuto dare sviluppo a quest’arte, è a Firenze
che si ricorre.4 Ma ad URBINO la potenza dei duchi di Montefeltro doveva invece essere me-
cenate dei miniatori : la Libraria Urbinate, che fu la cura assidua per tanti anni del duca
Federico, vi condusse artisti da Ferrara e da Firenze: ma i più dovevano essere locali, for-
mati nelle correnti artistiche dell’ Umbria.

Non si penerà a trovare linee di congiungimento tra l’uno e l’altro di questi centri,
perchè, sebbene ognuno abbia il suo cammino: questo ha il suo punto di partenza come
quello di arrivo a Perugia. Dove diverse cause concorrevano allo sviluppo ed alla continua-
zione dell’arte del minio : lo Studio, cioè, i Papi e i Monasteri. Sull’ importanza dello Studio
perugino non è d’uopo insistere, perchè basta pensare a quanto di analogo è avvenuto a Bo-
logna. Anche i Papi, la cui affezione per i libri miniati è notoria, dovettero nelle loro frequenti
visite,s durante il 400, alla città di Perugia interessarsi anche alle sue produzioni nell’arte
della miniatura, tanto più che parecchi tra essi, con tanti altri uomini celebri di quei tempi,
avevano studiato nell’università perugina, come Enea Silvio Piccolomini, che già papa (1458-
1464), ancora commetteva libri a Perugia,6 mentre artisti dell' Umbria lavoravano per lui anche
in Roma.

matricola, che rimane sempre un documento di prim'or-
dine.

1 II quasi leggendario Oderisio da Gemmo che i
versi di Dante hanno salvato dall’oblio (Purg., cant. XI)
finisce a Bologna dove lo Studio poteva dare alimento
alla sua arte (cfr. A. Venturi, Storia dell’arte, voi. III,
pag. 457; Cavalcaseli,®: e Crowe, voi. IV, pag. 1,
54) e quindi non può darsi a lui il carattere di capo
stipite dell’arte umbra, come si vorrebbe.

2 Più tardi, verso la fine del sec. xv, i suoi minia-
tori saranno o ferraresi, o perugineschi, o fiorentini.

3 Si ricorda un Simone o Matteo di Bartolomeo
da Bologna verso la fine del sec, xm, e un poco più
tardi un Andrea dfl fu Ercolano miniatore di Pe-
rugia (cfr. Magherini-Graziani, Il Rinascimento a
Città di Castello, Spoleto, 1902). Questo è il più an-
tico miniatore perugino di cui abbia rinvenuto me-
moria. Il miniatore Tancreduccio di Tancredi, da-
toci da A. Rossi, è tra i priori del 1310. Il dott. Bri-
ganti mi notificava recentemente di aver trovato il nome
di un altro miniatore locale più antico.

4 Tale è il codice miniato per uno della famiglia
Vitelli nel sec. xv da un Giacomo d’Angelo di Firenze
conservato nella Magliabecchiana (classe 13, n. t6)
(cfr. Magherini-Graziani, L’arte a Città di Castello,
pag. 176, Lapi, 1897).

s Già Bonifacio IX (1389-1404) era venuto nel 1392
in Perugia, e prima di lui Urbano VI (1378-1389) nel
1387. Più tardi nel 1424 Martino V (1417-1431) entra
in Perugia che gli si era sottomessa: e così vediamo
nel corso del secolo PaoloII (1465-1471), Alessandro VI
(1492-1503) grande amico dell’arte umbra, Giulio II
(1503-1513).

b Al 12 agosto 1462 « Ducati trenta mandati... a
misser Marchionne Piccogliuomini a Perugia, li quali
sua Santità li da per comprare libri » i(cfr. Muntz e
Fabre, Labibliotheque dii Vatican aii XV siècle d’après
des documents inédits. Paris, 1897, pag. 129).

Simili di valore a questo sono le indicazioni di de-
nari spesi in diverse riprese nel 1462 per ricomprare
a conto del Papa i libri che avevano appartenuto al
Vescovo di Terni.
 
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