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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Serafini, Alberto: Ricerche sulla miniatura umbra
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0100

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ALBERTO SERAFINI

Tutte queste miniature, che abbiamo esaminate sono .generalmente di artisti di cui cono-
sciamo probabilmente il nome, ma non l’opera personale; e purtroppo non abbiamo neppure
il mezzo di stabilirne le più lontane caratteristiche personali. Essi si confondono perciò sotto
l’unico titolo di generazione perugino-sanese.

Mariano di Antonio è forse uno degli ultimi artisti di Perugia che abbia rappresentata
la tradizione sanese : tanto che, già vecchio, è ricercato a Siena per lavori. Prima del 1434
era inscritto in Perugia nella Matricola dell’arte dei pittori per porta Santa Susanna (Marianus
Antonii), ma in quell’anno ai 21 di dicembre è cancellato dalla Matricola.1 Continuò tuttavia
a stare M° Mariano per 1’ Umbria, e, a Perugia tenne bottega.

Fu suo garzone quel M° Poli CORO di M" Bartolomeo di Foligno, che da lui dovette
molto probabilmente apprendere l’arte del miniare.2 Il 27 gennaio 1456 fece Mariano il con-
tratto, scritto da Vangelista Todesco, col convento di San P'rancesco in Perugia, per miniare
un Salterio grande con « lettere de pennello d’azurro oltramarino e d’oro fine e altre cholore
fine e fare le storie nelle lettere principale secondo che io gle dirò del testamento vecchio e
novo, quelle lettere delle noturne e altre loche dove se rechiede elle lettere de salme fiorate,
come stano nel salterio di Montemorcino ». Non è ben chiaro se anche questo salterio di
Montemorcino fosse stato miniato da M° Mariano, ma è molto probabile dal momento che il
contratto ad esso si riferisce.3 Non sappiamo la fine del corale di San Francesco. Nel 1810
forse esisteva ancora se i Commissari notarono nella sacristia della chiesa due corali in per-
gamena miniati ; ma andarono dispersi nella soppressione.4

Nel 1467, o in quel torno, a M° Mariano d’Antonio è data a dorare la statua di Paolo II
(1464-1471) scolpita dal Vedano di Padova, e che era stata decretata dalla città di Perugia a
Paolo li per gratitudine. La statua fu messa a posto nell'ottobre del 1467: M° Mariano
insieme ad Angelo di Baldassare vi aveva dorato alcuni ornamenti.5 Poco tempo prima o poco
dopo il maestro perugino aveva miniato in un antifonario del Duomo di Siena.6 *

Il Milanesi, non si sa in base a quali documenti, ma semplicemente per il fatto di trovarlo
fra i miniatori dei corali del Duomo, disse Mariano d’Antonio da Siena.7 Ma sino a prova
positiva in contrario, noi siamo avanti ad un’opera del miniatore perugino. Il quale ricorre
un’altra volta nell’agosto del 1472 e nel mese di febbraio dello stesso anno (stile senese) per
miniatura di quarantadue lettere.8 Dopo il qual anno non abbiamo più occasione di ritrovare
questo rappresentante della vecchia generazione.

1 « an. 1434 die 21 mensis decembris de mandato pro-
vidi et discreti viri Pulicreti Cole predirti Cam. diete
artis cassus est itomeli et pronomen ipsius Mariani »
cfr. Mezzatinta, Statuto e matricola dell’arte dei pit-
tori in Perugia, in Rassegna bibliografica dell’arte ita-
liana, pag. 221, an. 1899.

2 Cfr. Adamo Rossi, Ipittori di Foligno nel secolo
d'oro delle arti italiane, Perugia, 1872.

3 Ad. Rossi, in L'arte dei miniatori in Perugia

(Giornale di erudizione artistica, voi. Il, fase. XI-XII)

pensò che il corale fosse venuto a Roma da Perugia

nel convento olivetano di Santa Francesca. Ipotesi
inutile !

1 pregevoli corali che ancora avevano gli Olivetani

nel 1831 a Perugia emigrarono a Monte Oliveto di
Siena. Ma quivi ricercato il codice in questione non
mi è stato possibile d’identificarlo in qualcuno di quelli
ancora conservati. È però probabile che quando la
Commissione imperiale napoleonica devastò le chiese
ed i monasteri dell’Umbria, ancora esistesse; difatto

a Montemorcino sembra notasse 22 corali miniati !

4 Notizie cavate da uno scartafaccio del convento
di San Francesco in Perugia, pubblicate da Adamo
Rossi, in Giornale di erudizione artistica (voi II,
pag. 318).

s Cfr. Vasari, Le Vite, con nuove aggiunte di G.
Milanesi (Firenze, Sansoni, 1878), tomo II, pag. 606.

6 1466-1467, gennaio 24: «e dieno dare a dì 24 di
Gennaio lire 20 per detto di misser Cipriano operaio a
Mariano d’Antonio miniatore : sonno per uno minio
grande fece a imo volume di detti antifonari » (Ar-
chivio dell’opera, Libro delle due Rose, carta 222).
Si tratta degli antifonari scritti da Don Andrea della
Magna canonico regolare lateranen.se in San Martino
di Siena nell’anno 1466 (Arch. cit., lib.-cit., car. 17).

7 Cfr. Milanesi, Documenti per la storia dell'arte
senese, tomo II, Siena, 1854. La glossa ha tratto in
inganno anche gli editori dei Nuovi documenti.

8 « Agosto 1472. Mariano d’Antonio miniatore die
avere L. quattro, sol. quattro, sono per dodici Iettare
 
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