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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 2
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Venturi, Lionello: Saggio sulle opere d'arte italiana a Piertroburgo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0173

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SAGGIO SULLE OPERE D’ARTE ITALIANA A PIETROBURGO

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le mani tiene un libro ; è maggiore del naturale, et è il più bel quadro che si sappi di Gior-
gione».1 Così almeno è descritto un ritratto della collezione Muselli di Verona, del quale il
Ridolfi parla come di un Giorgione. E poiché la descrizione minuta corrisponde perfetta-
mente con il quadro di Pietroburgo, e que-
sto portava la tradizionale attribuzione a
Giorgione,2 3 * credo che sull’ identificazione
non possa cader dubbio. Ci voleva la cri-
tica moderna per accorgersi della firma:

M . D . XII . DOMINICVS, posta attorno
una medaglia recante la figura di un cer-
biatto. Accortosi della firma, il Waagen5
credette di dovere identificare l'autore del
ritratto con Francesco Dominici.

Crowe e Cavalcasene+ dimostrarono
T impossibilità di tale identificazione, indi-
carono in Mancini il cognome di Dome-
nico, e avanzarono con estrema prudenza
la possibilità d’identificare Domenico Man-
cini con Domenico Capriolo.

L’estrema prudenza fu perfettamente
abbandonata dai successori : e parlano sen-
z’altro del ritratto come di Domenico Ca-
priolo il Somof, lo Harck s e lo Justi; a
malgrado che sin dal 1896 il Biscaro abbia
respinto la supposizione di Crowe e Ca-
valcasene,6 perchè dai documenti relativi
al Capriolo non risulta punto ch’egli sia
mai stato chiamato Mancini, e perchè la
prima opera del Mancini — 15 11 — è troppo
antica per il Capriolo nato nel 1494. A ciò
si aggiunga che le due opere note del Ca-
priolo — la Madonna firmata della Galleria
di Treviso e l’Assunta documentata del
duomo della medesima città — non hanno
affinità stilistiche individuatrici con le opere
del Mancini. Dunque l’autore del ritratto
dell’Ermitage deve essere semplicemente Domenico Mancini : Madonna. Lendinara, Duomo,
chiamato Domenico Mancini.

Il giovane ritratto con capelli castani ha un berretto nero con quadrifogli verdi. La veste
ha bande rosse e gialle. Il libro è azzurro. Le carni sono dipinte con una certa larghezza, ma
senza pennellate grasse. La positura del ritratto è comune nella scuola di Giorgione, e deriva
certamente da un originale perduto del maestro. Tuttavia nella larghezza della linea, nella ele-
ganza fredda della posa, l’autore tradisce anche l’influsso di Raffaello. Senza avere una perso-

1 Così descritto nell’Inventario del 1662 della col-
lezione Muselli di Verona. Cfr. Justi, op. cit., I, 209,
il quale dubita che il quadro di Pietroburgo possa
identificarsi con quello Muselli.

2 Cfr. Somof, op. cit,, pag. 39.

3 Die Gemàldesammtung in der Kciiserlichen Ere-

mitage zu St. Petersburg, ibidem, 1870, pag. 60.

4 A Ilistory of painting in North Itaty, London,
1871, li, pag. 236.
s Op. cit.. pag. 426.

6 G. Biscaro, Per la storia delle belle arti in Tre-
viso. Memoria letta all’Ateneo di Treviso il giorno
16 agosto 1896.

L'Arte. XV, 18.
 
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