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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Salmi, Mario: Chiese romaniche in Casentino e in Valdarno Superiore
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MARIO SALMI

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e pietra forte e, in taluni luoghi, di una marna chiamata alberese. Ora essendo noto che nelle
costruzioni romaniche, specialmente se rurali come tutte le nostre, si edificava col materiale
locale, da ciò deduciamo subito che manca del tutto un’architettura romanica marmorea (in cui
le diverse scuole toscane ebbero campo di mostrare la propria abilità) e a laterizio — del
quale sistema in Toscana si conservano assai rari esempi 1 — e si incontrano solo edifizi
romanici di pietra. Inoltre poiché la pietra assai meno, del marmo, si presta ad essere scol-
pita, non si ebbero in ambedue quelle regioni buoni intagliatori, al contrario di ciò che osser-
viamo a Firenze, a Pistoia, a Lucca e a Pisa, nei marmorari (assuefatti da consuetudine e dalla
bontà del materiale ad una esperienza non interrotta e sempre più franca del loro mestiere),
più diretti eredi della romanità, maestri anche nell 'opus sedile.

Per ciò che riguarda le condizioni del clima, l’altitudine quasi uguale e il clima simile,
un po’ più rigido invero nel Casentino, fanno pensare ad una stessa tecnica nel costruire e
nel difendere gli edifizi dalle intemperie. E per le condizioni etniche va ricordato che nell’uno
e nell’altro territorio abitano popolazioni montane dedite all’agricoltura, attaccate ai costumi
e alle tradizioni, quindi più rozze per gusto e per sentimento : chiusa quella del Casentino ;
quella dell’altipiano valdarnese separata dagli industri paesi presso l’Arno, lontane quindi,
l’una e l’altra, ad ogni espansione ed a traffici con i luoghi vicini. Per la situazione eminente-
mente terriera e l’indole degli abitanti si schivò ogni ricerca di raffinatezza nè si accolsero
forme ricche per sapienza costruttiva od importanza decorativa.

Intorno alle ragioni storiche gli studiosi dell’arte nostra hanno detto e di recente ripetuto,2
che la influenza benefica dei Comuni si scorge anche in Toscana, nella quale si trovano svolte
forme di architettura così originali e così spiccatamente diverse che si ebbero tanti stili quante
città. Anziché ai soli Comuni attribuire il diverso svolgersi dell’Architettura nel Medio Evo
— asserzione assai arrischiata — occorre dare una speciale importanza alle condizioni storico-
politiche in genere, miste bensì alle altre cause concomitanti che abbiamo enumerate. Nelle
campagne — specie se lontane dal mare — rimasero tracce piu durevoli delle istituzioni giuri-
diche medioevali avanti il Mille, le quali non permisero come altrove (nelle città in cui i Comuni
furon primi a bandire diritti di libertà e ricorsero alle norme del Diritto Romano) precocità
di sviluppo ed elaborate eleganze. Le plebi del contado ebbero ostacolata la libertà dal feu-
dalismo (i Guidi in Casentino, i Guidi e gli libertini in Valdarno) e dalla potenza dei mona-
steri e le fabbriche religiose di esse che sorsero presso e fuori dei castelli, dapprima ebbero
la semplice struttura dell’arte monastica e poi riprodussero in ritardo forme antiquate mante-
nendo però quel carattere maschio e severo che si addiceva alle nude mura dei castelli turriti.

Dalle considerazioni esposte incidentalmente siamo venuti a discorrere dei caratteri gene-
rali dell’architettura romanica casentinese e valdarnese nella quale, si tenga bene presente, pur
essendo usate le forme costruttive fondamentali delle altre parti di Toscana ed uguale la dispo-
sizione delle chiese (tutte quelle che noi studiamo sono orientate seguendo le comuni regole
liturgiche, con l’abside rivolta a levante e la facciata a ponente, eccetto che, per posteriori
manomissioni non siano state alterate), le forme decorative — è questa una peculiare caratte-
ristica — vi presero una parte assolutamente secondaria il che non avvenne in nessun altro
territorio di Toscana compreso il senese.

Possiamo distinguere tre tipi di costruzioni : le abbazie, le pievi e le chiese minori sotto-
poste alla giurisdizione della pieve. Le prime dovute ad artisti monaci che venivano da altri

1 Fra le costruzioni di solo mattone nel periodo
romanico in Toscana, vanno ricordate : Sant’Agata e
Santa Cristina a Pisa, la Pieve di San Giovanni Bat-
tista a Monterappoli, il Battistero di Sant’Ansano a
Dofana, la, facciata dell’oratorio di San Lorentino e
Pergentino presso Arezzo e l’elegante absidiola di
Santa Giulia a Lucca.

2 Canestrelli arch. Antonio, VArchitettura me-
dioevale a Siena e nel suo antico territorio, Siena, ti-
pografia Lazzari, 1904, pag. 5. Dello schema di questo
lavoro eseguito da uno studioso valente su materiali
quasi tutti inediti, ci siamo giovati assai, nel tracciare
i caratteri generali dell’architettura romanica nel Val-
darno e nel Casentino.
 
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