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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 4
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Serafini, Alberto: Ricerche sulla miniatura umbra: Secoli XIV-XVI
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0282

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238

ALBERTO SERAFINI

dinaie, si crede che il ms. passasse nelle mani del Papa; ma non dovè restare in Vaticano,
se nel 1809, anno in cui morì il Card. Giov. Francesco Albani — famoso per le sue colle-
zioni — lo troviamo ancora in casa Albani. Si può perciò credere che sia sempre stato pro-
prietà ereditaria di questa famiglia. Tuttavia nel 1838 Mr. James Dennistoun lo acquistò in
Roma per 22 scudi da un antiquario ebreo, a cui non si sa come pervenisse. Il Dennistoun 1
lo rivendette per 750 sterline a Lord Ashburnham, dalla collezione del quale nel 1906 passò
in quella Thompson.

Delle cinque miniature paginali2 che contiene il codice, solo la quinta è del Perugino
certamente, che l’ha firmata «Petrus P (er) usinus pinxit». Del resto anche senza questa
firma le sole ragioni stilistiche ci persuaderebbero della verità. È rappresentato in questa
miniatura uno dei soggetti, e ciò è sintomatico, che più amò il Vannucci : San Sebastiano,
appoggiato ad una colonna, con due arcieri ai lati che stanno per ferirlo. La miniatura
appartiene al periodo migliore dell’attività artistica del Perugino, ed il raffronto coll’affresco
del San Sebastiano di Panicale, che reca nella base della colonna la data 1505, mi persuade
che essa dovè essere eseguita sul principio del 500, poco prima o poco dopo il suddetto
affresco. ,

Il Williamson paragonandola con l’altro affresco di San Sebastiano, conservato alla Gal-
leria di Perugia, e con la data 1518, pensa che anche la miniatura appartenga a questo
ultimo periodo dell’attività artistica del Maestro; tanto più che nel minio si ripetono anche
i due angeli dell’affresco di Perugia. 4 Pure ammettendo la somiglianza di composizione si
deve tuttavia ammettere che la tecnica dell’affresco si trova inferiore a quella del minio che
sta perciò più facilmente a posto in una data anteriore.

Questa miniatura dunque è una prova che il Perugino si è interessato per la miniatura
fino agli ultimi anni della sua vita. Ma quali sono le altre sue opere di questa natura? I com-
mentatori alle Vite del Vasari s in una nota alla vita di un PIETRO DA PERUGIA 6 miniatore

B. I’. G. I. che si vollero leggere Giovanni di Pier-
Antonio Baroncelli. Questi era fratello di Francesco,
marito di Ginevra sorella di Alamanno Salviati.

La Pai. Soc. dà il codice come ancora esistente
nella «Ashburnham Library, (appendix 63)».

J. A. Herbert, Illuminateci manuscripts. London
1911, pag. 304, appena accenna a questo manoscritto
importante.

1 Per questo codice il Dennistoun fu anche rin-
chiuso in Castel Sant’Angelo, poiché si disse che il
ms. era stato rubato alla Libreria Vaticana, al tempo
di Clemente XI (1700-1721) ; ma è facile invece l’ipo-
tesi, che questo Papa, di casa Albani, conoscendo la
storia del codice lo restituisse alla famiglia. Ad ogni
modo il codice non tornò mai più alla Bib. Vaticana,
poiché il furbo inglese lo aveva mandato in tempo
opportuno in Inghilterra.

2 Le miniature paginali sono in quest’ordine : ia Ado-
razione dei pastori ; 2a Annunciazione ; 3a Re David ;
4a San Girolamo; 5a San Sebastiano.-Oltre la quinta
anche la prima miniatura porta una firma ; solo che
in questa il miniatore è Amico Aspertini (Amicus
Bononiensis). Questo maestro (tu 1475 -f 1552) nella
sua miniatura pare che si sforzi di accostarsi ai tipi
perugineschi sia nel paese — a trafori, stalagmiti, erbe
cadenti — che nelle figure; tra le quali specialmente un
vecchio pastore inginocchiato ricorda alla lontana tipi

analoghi di Pietro e Bartolomeo (vedi il facs. in Pai.
Society, II, 38).

Le altre miniature sono di mani diverse, apparte-
nenti alle scuole di Ferrara e di Bologna di quel
tempo. Tutto ciò ci fa credere che il codice fosse pre-
parato nell’Alta Italia e forse a Bologna ; la miniatura
del Perugino, comprata distaccata, vi fu aggiunta.

! In questo affresco sotto un elegante atrio veg-
gonsi alcuni spettatori e dietro essi una linea di paese:
innanzi ed incontro sorge da una base una colonna
sulla quale è legato il Santo, ai lati del quale due
arcieri stanno in atto di scoccar l’arco, mentre altri
due sono occupati a tenderlo. Nel timpano che posa sul
portico v’è Dio benedicente entro un nimbo composto
di sette serafini, e, ai lati, due angeli in adorazione.
(Cfr. GuARDABASsr, Indice-guida dei monumenti pa-
gani e cristiani dell’Umbria. Perugia, 18.72, pag. 162).

4 Cfr. Williamson, l. c., pag. 120.

5 Vasari, Le Vite... con nuove annotazioni e com-
menti di Gaet. Milanesi. Firenze, 1878, voi. I, pag. 642.

6 Ecco le parole del Vasari nella vita di Agnolo
Gaddi : « Costui (Stefano da Zevio) fu eccellente nel
fare con bellissime arie i volti dei putti, delle femmine
e dei vecchi ; come si può vedere nelle opere sue, le
quali furono imitate e ritratte tutte da quel Pietro
da Perugia miniatore, che miniò tutti i libri che sono
a Siena in Duomo nella libreria di Papa Pio e che
 
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