L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna (15.1912)

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ALBERTO SERAFINI

* * *

Al tempo della gloriosa scuola del Vannucci, l’arte miniaria peruginesca travalicò le mura
di Perugia e si estese anche fuori dell’Umbria.1

I pittori dell’Aquilano della seconda metà del Quattrocento e del principio del 500, sono tutti
più o meno seguaci fedeli dei pittori dell’Umbria, e segnatamente dei perugini. Molte sono le
cause di questa influenza artistica subita e sparsa dai pittori aquilani — fra cui basta per ora
ricordare Saturnino Gatti da San Vittorino, energico discepolo del Perugino e di Luca Signo-
relli — e da qualche pittore umbro 2 * che si lasciava condurre fino nell’Abruzzo per lavorarvi. ’

Fig. ti — Miniatore peruginesco : Uffizio della B. Cristina
Aquila, Museo Comunale.

Anche la miniatura, (sebbene nella regione avesse già una tradizione, poiché almeno fin dal
secolo xii vi abbiamo dei cultori di essa, che derivano dapprima la loro arte da Montecassino,4
e che continuano di poi in un’arte monastica locale s) non poteva non dipendere dall’ Umbria.
È ad Aquila stessa, che nel Convento di San Bernardino, un Michele di Angelo da Pe-

1 Ricordo che alla Bibl. Laurenziana di Firenze si
contengono molti codici — ora conglobati nella storia
della'miniatura fiorentina — che dovrebbero essere stu-
diati, e ci darebbero il modo di conoscere i vari atteg-
giamenti della miniatura peruginesca.

2 Noto che Niccolò di Liberatore era nel i486 al-

l’Aquila e vi firmava una Crocefissione per il convento

di Santa Chiara.

3 Cfr. Berteaux, L’autore degli affreschi del Duomo
d’Atri, (Rassegna abruzzese, an. 1898, 15 decembre).

4 Cfr. Bindi Vincenzo, San Clemente a Casauria
ed il suo codice miniato nella Bibl. Naz. di Parigi.
Napoli, 1884.

s Cfr. De Nino Antonio, Salterii in pergamena
del sec. XIV. (Arte e storia, VI, 1887, pag. 150, Fi-
renze).