330
MICHELE BIANCALE
invenzione di Bartolomeo Cristofori di Padova, cimbalaro alla corte de’ Medici in P'irenze1
(1653-1731).
Egli si differenzia dai suoi imitatori appunto perchè aggruppa i suoi legni in modo ch’essi
possano rivelare la loro forma, la loro costruzione.
In seguito parleremo dei caratteri dei suoi seguaci, ma qui vogliamo notare ch’egli
dispone i suoi strumenti come pittore di gran gusto e come conoscitore esperto d’ogni mistero
della composizione di quelli. Da tale duplice qualità nasce la loro sapiente, armonica disposi-
zione e la loro perfetta rappresentazione. Le pance delle sue mandole hanno veramente quel
creux nèant musicien di cui parla il Mallarmé; ciò in virtù d’un disegno miracoloso e d’un
colore ricco di valore. Gl’ infiniti piani del corpo d’una mandola, con le varie liste che cor-
rono a chiudere le belle curve ovali, il colore chiaro, liquido nelle luci e trasparente, ambrato
nelle ombre2 sono il segreto della cavità, della sonorità dei suoi strumenti. Le fibre inserite,
come sono nella realtà, nel vivo corpo del legno, e non superficiali, rivelano la natura d’esso ;
Evaristo Baschenis : Strumenti musicali
Bergamo, Coll, del prof. Bernardi.
gli arabeschi delle fasce, specie nelle chitarre e nelle grandi viole, disposti, come apparisce
nel libro la vita secolare del tronco, sono d’un gusto tutto particolare.
I gusci delle mandole, distesi sul piano, o rovesci a bilico o posti di taglio, rivelano tutte
le rare eleganze di fattura: sono come grandi conchiglie marine radiate e polite da una mano
sapiente. Le corde risecche, capricciose, ribelli, hanno la qualità coriacea del budello attorto :
si svincolano dai collabi nell’estremità, o pendono a mazzi dalle volute.
Certo non bastava segnare con una straordinaria potenza di precisione le difficili forme
degli strumenti di legno, per comporre un quadro che, oltre alla bella disposizione, avesse
anche varietà di colore e ricchezza di toni. La gamma coloristica, in un quadro di strumenti
di legno le cui vernici sono quasi d’uno stesso giallo più chiaro e meno chiaro, più o meno
1 Bonaventura, op. cit.
2 II Bernardi nota molto bene nella sua inedita
lettera al Wauters : « dans Baschenis tout est large et
savamment dispose ; la distribution de la lumière y est
tout-à-fait naturelle et rigoureusement observée pour
la dégradation des ontbres et des reflets sur des sur-
faces de bois verni. Le ton et la vérité de ceux-ci soni
tellement exceptionnels qui ne font pas envier les cor-
respondants .créés par la nature».
MICHELE BIANCALE
invenzione di Bartolomeo Cristofori di Padova, cimbalaro alla corte de’ Medici in P'irenze1
(1653-1731).
Egli si differenzia dai suoi imitatori appunto perchè aggruppa i suoi legni in modo ch’essi
possano rivelare la loro forma, la loro costruzione.
In seguito parleremo dei caratteri dei suoi seguaci, ma qui vogliamo notare ch’egli
dispone i suoi strumenti come pittore di gran gusto e come conoscitore esperto d’ogni mistero
della composizione di quelli. Da tale duplice qualità nasce la loro sapiente, armonica disposi-
zione e la loro perfetta rappresentazione. Le pance delle sue mandole hanno veramente quel
creux nèant musicien di cui parla il Mallarmé; ciò in virtù d’un disegno miracoloso e d’un
colore ricco di valore. Gl’ infiniti piani del corpo d’una mandola, con le varie liste che cor-
rono a chiudere le belle curve ovali, il colore chiaro, liquido nelle luci e trasparente, ambrato
nelle ombre2 sono il segreto della cavità, della sonorità dei suoi strumenti. Le fibre inserite,
come sono nella realtà, nel vivo corpo del legno, e non superficiali, rivelano la natura d’esso ;
Evaristo Baschenis : Strumenti musicali
Bergamo, Coll, del prof. Bernardi.
gli arabeschi delle fasce, specie nelle chitarre e nelle grandi viole, disposti, come apparisce
nel libro la vita secolare del tronco, sono d’un gusto tutto particolare.
I gusci delle mandole, distesi sul piano, o rovesci a bilico o posti di taglio, rivelano tutte
le rare eleganze di fattura: sono come grandi conchiglie marine radiate e polite da una mano
sapiente. Le corde risecche, capricciose, ribelli, hanno la qualità coriacea del budello attorto :
si svincolano dai collabi nell’estremità, o pendono a mazzi dalle volute.
Certo non bastava segnare con una straordinaria potenza di precisione le difficili forme
degli strumenti di legno, per comporre un quadro che, oltre alla bella disposizione, avesse
anche varietà di colore e ricchezza di toni. La gamma coloristica, in un quadro di strumenti
di legno le cui vernici sono quasi d’uno stesso giallo più chiaro e meno chiaro, più o meno
1 Bonaventura, op. cit.
2 II Bernardi nota molto bene nella sua inedita
lettera al Wauters : « dans Baschenis tout est large et
savamment dispose ; la distribution de la lumière y est
tout-à-fait naturelle et rigoureusement observée pour
la dégradation des ontbres et des reflets sur des sur-
faces de bois verni. Le ton et la vérité de ceux-ci soni
tellement exceptionnels qui ne font pas envier les cor-
respondants .créés par la nature».