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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 5
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Biancale, Michele: Evaristo Baschenis Bergamasco dipintore degli antichi liuti italiani
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0379

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EVARISTO BASCIIENIS BERGAMASCO

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ch’egli, con un po' d’esitazione, attribuisce al Baschenis ; ma io non saprei trovare altro artista
che, al tempo del Baschenis, avesse saputo con tanta verità e con tale virtù di colore dipingere
quei quadretti.

In casa Bonomi, a Bergamo, ci sono tre presunti Baschenis; ma i quadri sono collocati
a tale altezza e in una luce così scarsa, che non m’è stato possibile osservare se essi appar-
tengano al maestro o ai suoi imitatori. Due rappresentano istrumenti, l’altro è una natura
morta con volatili spennati. Quest ultimo mi pare del Baschenis.

Nella stessa casa ho notato due tavolette con nature morte: l una con verzi, cetriuoli, car-
ciofi, l’altra con pesci, anguille, ostriche, un’aragosta e due gattini. Ma la fattura stentata, super-
ficiale, la disposizione comune e abbastanza volgare rivela un seguace che s’adoperava a imitare
il maestro.

Due superbi quadri di pesci sono nel palazzo del conte Giulio Marenzi, in città alta, a
Bergamo, di cui, per la cortesia del proprietario, ci è dato presentare una riproduzione. Specie

Evaristo Baschenis: Natura morta. Bergamo, Proprietà del conte Giulio Marenzi.

quello di pesci grossi con aragoste e un cardone è una vera meraviglia. Dei due lucci, quello
lungo, abbandonato sul primo piano del quadro ha una colorazione argentina, con la pelle
maculata, squammosa, a tocchi cupi, verdi, azzurri, in una luce acquidosa, evidentissima. Tutto
è sentito e reso con rara penetrazione, le pinne fulve e fibrose, la mollezza un po’ viscida del
corpo, l’occhio vitreo, opaco ' nell’albugine, l’espressione abbacinata del pesce che pare inatto
di boccheggiare ancora con la sua mossa goffa e rigida.

Non meno evidente è la tinca dai bei toni dorati, aperta sul ventre, con i margini mol-
licci della ferita, e l’altro gruppetto di pesci nitidi, guizzanti quasi, nelle seghettature multiple
della pelle. L’altro quadro con pesci più piccoli, con un grande cardo e funghi e gamberi for-
cuti è meno bello del primo, sebbene il gruppo di pesci sulla sinistra, presso una valva aperta
sia della più bella qualità, del più cangiante argentino, del più delicato tono turchino chiaro.

Come colorista, il Baschenis, in quest’opera precorre i tempi; egli v’adopra una pennellata
analitica, varia, libera; le scabrosità della pelle, i riflessi delle scaglie, la mollezza un po’sfatta
del corpo depresso, tutto è reso con una sensibilità che stupisce. Le pinne sono espresse con
 
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