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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 5
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Papini, Roberto: La costruzione del Duome di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0396

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ROBERTO TAPINI

zioni più o meno ingegnose le lacune che intercedono fra l'un documento e l’altro, fra l’una
e l’altra notizia.

La storia di queste induzioni è lunga perchè molti sono gli autori che del Duomo pisano
hanno scritto ma, per amor di brevità e di chiarezza, è utile solo riassumerne le principali.

Prima di tutto gli storici si son trovati di fronte a due nomi di singolare importanza:
Buschetto e Rainaldo. Del primo si hanno relativamente molte notizie: l’epigrafe della facciata
che lo ricorda ed alcune carte dell’archivio dell’opera che parlano di lui 1 Di Rainaldo invece
nessuna notizia — e ciò può sembrare già strano per un uomo che occupò certo un posto
eminente — all’ infuori del suo nome scritto sulla facciata.

In quali relazioni stanno i due architetti rispetto al tempo? Furono contemporanei o no?

Fig. 5 — Matroneo destro, particolare. Pisa, Duomo.

Quale e quanta fosse l’opera di Rainaldo gli storici pisani non se lo domandarono; lascia-
rono solo capire che probabilmente l’opera sua si limitava al compimento della facciata. La
costruzione iniziata da Buschetto nel 1063 — così ragionavano gli scrittori pisani — era conti-

1 II Pecchiai, acutissimo lettore di documenti pisani,
si lasciò trasportare dal suo spirito dubitativo di cri-
tico diligente quando volle ammettere che il Buschetto
ricordato come operaio dal noi al irrr non sia lo
stesso nominato sulla facciata ; nè si capisce il perchè

di questa distinzione di due persone a nome Buschetto
quando nessuna prova o nessuna necessità lo giu-
stifica. (Cfr. Pecchia!, L’opera, ecc., pag. 20 e pa-
gine 114-115).
 
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