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ROBERTO PAPINI
costruzione del Duomo pisano. Ma la sua ipotesi si limitò soltanto a quanto i suoi occhi pote-
vano vedere e la sua mente dedurne; non pensò cioè a determinare il periodo di disconti-
nuità nè a supporre in quale epoca la costruzione poteva essere stata interrotta e ripresa.
Egli concluse anzi la sua acuta ma debole osservazione con queste parole : « On doit penser
qu’ il (Rainaldo) eut le premier titre (operator) avant la mort de Buschetto et le second [magìster]
lorsqu’il le remplaga ». 1
Dopo il Fleury l’ipotesi della discontinuità fu ripresa dal Dehio e dal Bezold 2 i quali,
dando anche una ricostruzione della pianta primitiva, supposero che nel primo periodo il
Duomo fosse senza cupola e senza i matronei, che la cupola a pianta ovale nascesse dal cam-
biamento di struttura della chiesa e che gli attuali pilastri a sostegno della cupola mancassero
Fig. 7 — Capitello della prima galleria. Facciata
Pisa, Duomo.
assolutamente. Queste ipotesi sono però troppo artificiose e non si accordano, come vedremo,
con i resultati dell’esame diretto del monumento.
Per quanto l’argomentazione del Fleury peccasse d’insufficienza, il dubbio era posto: egli
ebbe fra i maggiori seguaci il Fontana ed il Venturi.
Il Fontana fece molto acutamente alcuni raffronti fra il procedere della costruzione di
alcune cattedrali italiane —specialmente di quella di Santa Maria del Fiore — e il procedere
di quella del Duomo di Pisa: con altre considerazioni che è inutile ripetere arrivò cosi alla
conclusione che Rainaldo avesse vissuto a notevole distanza di tempo da Buschetto, ossia in
pieno secolo XIII.3 II Venturi vi aggiunse considerazioni critiche di altra indole e concluse che la
cattedrale pisana « dovette al principio del secolo XIII essere ricostruita : uno dei maestri che
lavorò le ornatissime colonne del portico di San Martino a Lucca lavorò le altre della facciata
e allora soltanto e anche dopo, cioè nel 1264, dovette operare quel Rainaldo ohe ci è rappre-
sentato continuatore dell’opera di Buschetto » ,+
1 Rohault de Fleury, Les monuments de Pise au
Moyen Age. Paris, Morel, 1866, pag. 51. I due titoli
si riferiscono all’iscrizione di Rainaldo « prudens ope-
rator et ipse magister».
2 G. Dehio e G. von Bezold, Die Kirchliche Bau-
kunst, Stuttgart, Cotta, 1892, I, pag. 230 e seg.
’ Paolo Fontana, Alcune osservazioni intorno al
Duomo di Pisa in Rassegna settimanale universale.
Roma 1898, pag. 413.
4 A. Venturi, Storia d. arte ital. Milano, Hoepli.
1904, voi. Ili, pag. 817 e seg.
ROBERTO PAPINI
costruzione del Duomo pisano. Ma la sua ipotesi si limitò soltanto a quanto i suoi occhi pote-
vano vedere e la sua mente dedurne; non pensò cioè a determinare il periodo di disconti-
nuità nè a supporre in quale epoca la costruzione poteva essere stata interrotta e ripresa.
Egli concluse anzi la sua acuta ma debole osservazione con queste parole : « On doit penser
qu’ il (Rainaldo) eut le premier titre (operator) avant la mort de Buschetto et le second [magìster]
lorsqu’il le remplaga ». 1
Dopo il Fleury l’ipotesi della discontinuità fu ripresa dal Dehio e dal Bezold 2 i quali,
dando anche una ricostruzione della pianta primitiva, supposero che nel primo periodo il
Duomo fosse senza cupola e senza i matronei, che la cupola a pianta ovale nascesse dal cam-
biamento di struttura della chiesa e che gli attuali pilastri a sostegno della cupola mancassero
Fig. 7 — Capitello della prima galleria. Facciata
Pisa, Duomo.
assolutamente. Queste ipotesi sono però troppo artificiose e non si accordano, come vedremo,
con i resultati dell’esame diretto del monumento.
Per quanto l’argomentazione del Fleury peccasse d’insufficienza, il dubbio era posto: egli
ebbe fra i maggiori seguaci il Fontana ed il Venturi.
Il Fontana fece molto acutamente alcuni raffronti fra il procedere della costruzione di
alcune cattedrali italiane —specialmente di quella di Santa Maria del Fiore — e il procedere
di quella del Duomo di Pisa: con altre considerazioni che è inutile ripetere arrivò cosi alla
conclusione che Rainaldo avesse vissuto a notevole distanza di tempo da Buschetto, ossia in
pieno secolo XIII.3 II Venturi vi aggiunse considerazioni critiche di altra indole e concluse che la
cattedrale pisana « dovette al principio del secolo XIII essere ricostruita : uno dei maestri che
lavorò le ornatissime colonne del portico di San Martino a Lucca lavorò le altre della facciata
e allora soltanto e anche dopo, cioè nel 1264, dovette operare quel Rainaldo ohe ci è rappre-
sentato continuatore dell’opera di Buschetto » ,+
1 Rohault de Fleury, Les monuments de Pise au
Moyen Age. Paris, Morel, 1866, pag. 51. I due titoli
si riferiscono all’iscrizione di Rainaldo « prudens ope-
rator et ipse magister».
2 G. Dehio e G. von Bezold, Die Kirchliche Bau-
kunst, Stuttgart, Cotta, 1892, I, pag. 230 e seg.
’ Paolo Fontana, Alcune osservazioni intorno al
Duomo di Pisa in Rassegna settimanale universale.
Roma 1898, pag. 413.
4 A. Venturi, Storia d. arte ital. Milano, Hoepli.
1904, voi. Ili, pag. 817 e seg.