LA COSTRUZIONE DEL DUOMO DI PISA
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Ora il Duomo di Pisa è un monumento troppo importante perchè la questione della sua
costruzione non debba essere considerata più a fondo. Due principali problemi infatti si presen-
tano: in che limiti di tempo e di spazio rimase la costruzione iniziata da Buschetto? In qual
tempo visse Rainaldo e quale fu l’opera sua? Appunto alla soluzione di questi due problemi
abbiamo cercato di giungere con le considerazioni che seguono.
*ì* #
Il primo passo necessario verso questa soluzione ci è parso l’esame del monumento pietra
per pietra, esame che per amor di chiarezza abbiamo posto sotto forma di enumerazione.
Le considerazioni del Rohault de Fleury erano parse al Supino fondate sopra osserva-
zioni troppo superficiali per condurre all’affermazione di una verità storica: esse erano sovra-
Fig. 8 — Capitello del pergamo
Pisa, Battistero.
tutto incomplete e se il Fleury si fosse maggiormente indugiato nell’osservare il monumento
non dubitiamo che sarebbe giunto a persuadere della verità che egli aveva intuito.
Cominciammo quindi dal verificare e completare queste osservazioni e potemmo accer-
tare che:
1) a partire dalla quinta lesena contando dalla facciata il materiale di rivestimento del
tempio cambia non solo nella sua composizione geologica, già che dal verrucano si passa al
marmo, ma anche nel taglio e nella commettitura dei conci (fig. i);
2) che in corrispondenza di questo cambiamento di materiale cambiano le cornici termi-
nali dei due ordini di arcate e di architravature di cui è adorno il fianco ; la cornice del primo
ordine cambia da cimasa ionica a cimasa con ovoli e fogliami tratta dal modello classico rove-
sciato con abolizione delle perline; quella del secondo ordine cambia poi sostanzialmente poiché
ad una cimasa ionica è sostituita una bizzarra cornice imitata in basso dalla cimasa ionica ed
avente in alto una serie di fogliami; entrambi infine dal punto in cui cambiano aumentano in
inclinazione verso la facciata rispetto alla orizzontale (fig. 2);
3) il cambiamento così notevole nel fianco della navatella si nota anche sulla parete della
navata centrale ornata di arcatelle cieche sorrette da colonne; sempre circa alla stessa verti-
L’Arte. XV, 45
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Ora il Duomo di Pisa è un monumento troppo importante perchè la questione della sua
costruzione non debba essere considerata più a fondo. Due principali problemi infatti si presen-
tano: in che limiti di tempo e di spazio rimase la costruzione iniziata da Buschetto? In qual
tempo visse Rainaldo e quale fu l’opera sua? Appunto alla soluzione di questi due problemi
abbiamo cercato di giungere con le considerazioni che seguono.
*ì* #
Il primo passo necessario verso questa soluzione ci è parso l’esame del monumento pietra
per pietra, esame che per amor di chiarezza abbiamo posto sotto forma di enumerazione.
Le considerazioni del Rohault de Fleury erano parse al Supino fondate sopra osserva-
zioni troppo superficiali per condurre all’affermazione di una verità storica: esse erano sovra-
Fig. 8 — Capitello del pergamo
Pisa, Battistero.
tutto incomplete e se il Fleury si fosse maggiormente indugiato nell’osservare il monumento
non dubitiamo che sarebbe giunto a persuadere della verità che egli aveva intuito.
Cominciammo quindi dal verificare e completare queste osservazioni e potemmo accer-
tare che:
1) a partire dalla quinta lesena contando dalla facciata il materiale di rivestimento del
tempio cambia non solo nella sua composizione geologica, già che dal verrucano si passa al
marmo, ma anche nel taglio e nella commettitura dei conci (fig. i);
2) che in corrispondenza di questo cambiamento di materiale cambiano le cornici termi-
nali dei due ordini di arcate e di architravature di cui è adorno il fianco ; la cornice del primo
ordine cambia da cimasa ionica a cimasa con ovoli e fogliami tratta dal modello classico rove-
sciato con abolizione delle perline; quella del secondo ordine cambia poi sostanzialmente poiché
ad una cimasa ionica è sostituita una bizzarra cornice imitata in basso dalla cimasa ionica ed
avente in alto una serie di fogliami; entrambi infine dal punto in cui cambiano aumentano in
inclinazione verso la facciata rispetto alla orizzontale (fig. 2);
3) il cambiamento così notevole nel fianco della navatella si nota anche sulla parete della
navata centrale ornata di arcatelle cieche sorrette da colonne; sempre circa alla stessa verti-
L’Arte. XV, 45