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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Giovannoni, Gustavo: Chiese della seconda metà del Cinquecento in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0454

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G. GlO VANNON1

tissimo in una ristretta via, dovuto alla prospettiva ; ed il rapporto di altezza tra le paraste
dell’ordine inferiore e quello del superiore è quasi precisamente di 6 : 5. Completano la linea
le volute a semplice curvatura, ed il timpano superiore, sormontato da quattro candelabri
e dalla croce.

Nell’asse della facciata trovasi nel basso la grande porta, nell’alto la finestra a rosone.
La porta è fiancheggiata da due colonne scanalate di pietra portasanta, quasi completamente
sporgenti dalla parete e sorreggenti una trabeazione sormontata dal timpano : segue cioè il

tradizionale motivo delle edicole del Pantheon, ma lo
applica con felicissime proporzioni e con particolari
architettonici, di cui è interessante stabilire la gran-
dissima somiglianza con le porte (di data certo po-
steriore alla facciata) della chiesa dell’Anima.1 La
finestra a rosone, ultima sopravvivenza delle grandi
rose nelle chiese medioevali, è compresa entro una
targa quadrata con orecchiature simmetriche e con
rosette negli angoli ; e sovra ad essa è collocato lo
stemma cardinalizio dei Cesi, rilevato ed aggiunto
posteriormente (ma certo sempre nel primo primo
periodo di costruzione) al fregio della zona supe-
riore, che in quel punto si nasconde sotto di esso.
Tutti gli altri intercolumni hanno una decorazione
architettonica costituita da nicchie e da targhe ; le
nicchie, circondate da semplici mostre, nell’ordine
inferiore occupano il mezzo in senso verticale della
zona corrispondente alle paraste, sicché sopra e sotto
lasciano due spazi uguali occupati da targhe o ri-
quadri rettangolari tra loro uguali; nell’ordine supe-
riore, di minore altezza, esse invece si accostano
di più alla base, lasciando solo superiormente il posto
per una targa analoga alle altre.

Alla giusta euritmia, al sicuro equilibrio di questa
composizione, corrispondono la finezza, l’eleganza, la
saggia distribuzione della decorazione architettonica
ed ornamentale. Essa occupa essenzialmente le due
zone corrispondenti ai capitelli corinzi dei due ordini,
e costituisce così due fascie orizzontali riccamente
adorne che maggiormente assumono importanza per
la semplicità della rimanente superficie. In una fascia
tra i capitelli pendono festoni e svolazzano nastri e
trovan luogo gli emblemi della ruota, della rosa, delle
palme; nella fascia superiore sono cartelle inghirlan-
date di perline ed incorniciate da volute e da car-
tocci che dànno loro una forma quasi ovale. I capi-
telli delle paraste son di puro tipo corinzio, un
po’ bassi, con due fiori soverchiamente ampi che quasi nascondono i caulicoli. Invece i capi-
telli sulle colonnine della porta hanno al posto dei caulicoli dei corni dell’abbondanza e
piccoli festoni tra essi: esempio molto raro nella seconda metà del Cinquecento, in cui tutti

1 Le Memorie di Flaminio Vacca (a pag. 17 ; nel l’Anima ritrovate ed utilizzate sotto il pontificato di
Nardini, Roma Antica, 1820, IV), dicono, non però Giulio III.
con certezza, le colonne di portasanta delle porte del-
 
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