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ALBERTO SERAFINI
influenze ferraresi. Già i pittori urbinati avevano guardato volentieri ai maestri che venivano
dal nord dell’Italia. Il ferrarese pittore Antonio di Guido Alberti, verso il 1434 tiene bottega
ad Urbino, ed i pagamenti che a lui si rife-
riscono vanno dal 1425 al 1440. Così nel 1446,
uno dei migliori seguaci del Pisanello, Matteo
dei Pasti,1 che era anche miniatore, era a Ri-
mini, e vi rimaneva — eccetto il breve inter-
vallo dal 1460 al 1464 — fino al i486; e non
è improbabile che egli abbia lavorato -anche
per la Corte urbinate.
Uscendo dalle ipotesi, è certo che le scuole
di miniature, che ebbero origine a Ferrara e
a Padova, furono attivamente rappresentate nei
codici della Biblioteca del duca Federico,1 2 * per
opera di miniatori che lavorarono sia a Gubbio
che ad Urbino.
Dai Ruoli della Casa Feltresca si sa che un
miniatore di nome Franco si recò con un gar-
zone da Ferrara5 alla corte di Urbino. Si con-
viene generalmente dai critici che questo minia-
tore sia FRANCO DEI Ressi,4 artista ferrarese
dell’aureo periodo di Borso, e che collaborò
con Giraldi, Zorzo de Alemagna, Taddeo Cri-
velli, Martino da Modena nella grandiosa Bib-
bia Estense di Vienna. Certamente è egli uno
di quegli artisti per il tramite del quale l’arte
ferrarese si introdusse fortemente nella minia-
tura umbra. Non escludo tuttavia influenze
precedenti a Franco.
L’unica opera firmata, che io conosca, di
questo miniatore è un frammento di intesta-
1 Nel 1441 Matteo dei Pasti eseguiva a Venezia
miniature per conto di Piero dei Medici, purtroppo
finora introvabili.
2 Vedi a questo proposito (pianto scrive in : Arte,
1900, pag. 340, ecc. F. Hermanin, Le miniature
ferraresi nella Biblioteca Vaticana. Dove pur man-
cando un termine di confronto seppe PA. intuire
molte verità. Cfr. anche P. D’Ancona, Miniatura
ferrarese nel Fondo Urbinate della Vaticana. [Arte,
1910, pag. 356..'.).
5 Cfr. Cod. Urb. Lat. 1204, fol. 100. Fu già pub-
blicato con questa citazione, che ora non corrisponde
alla presente paginazione del codice, da Stornaiolo,
in Codices Urbinates Graeci, pref. cit.
♦ Vedi su di Franco Russi di Giovanni, quanto
scrivono i commentatori al Vasari nell’edizione del
Lemonnier (Firenze, 1850); Hermanin in loc. cit.-,
Herman von Herman, Zur Geschichte acr Miniatur
malerei am Hofe der Este, in Jahrbuch des Kunst-
histor. Sammluttg. der Allerhochsten Kaiserhauses,
1902, passim, ecc.
ALBERTO SERAFINI
influenze ferraresi. Già i pittori urbinati avevano guardato volentieri ai maestri che venivano
dal nord dell’Italia. Il ferrarese pittore Antonio di Guido Alberti, verso il 1434 tiene bottega
ad Urbino, ed i pagamenti che a lui si rife-
riscono vanno dal 1425 al 1440. Così nel 1446,
uno dei migliori seguaci del Pisanello, Matteo
dei Pasti,1 che era anche miniatore, era a Ri-
mini, e vi rimaneva — eccetto il breve inter-
vallo dal 1460 al 1464 — fino al i486; e non
è improbabile che egli abbia lavorato -anche
per la Corte urbinate.
Uscendo dalle ipotesi, è certo che le scuole
di miniature, che ebbero origine a Ferrara e
a Padova, furono attivamente rappresentate nei
codici della Biblioteca del duca Federico,1 2 * per
opera di miniatori che lavorarono sia a Gubbio
che ad Urbino.
Dai Ruoli della Casa Feltresca si sa che un
miniatore di nome Franco si recò con un gar-
zone da Ferrara5 alla corte di Urbino. Si con-
viene generalmente dai critici che questo minia-
tore sia FRANCO DEI Ressi,4 artista ferrarese
dell’aureo periodo di Borso, e che collaborò
con Giraldi, Zorzo de Alemagna, Taddeo Cri-
velli, Martino da Modena nella grandiosa Bib-
bia Estense di Vienna. Certamente è egli uno
di quegli artisti per il tramite del quale l’arte
ferrarese si introdusse fortemente nella minia-
tura umbra. Non escludo tuttavia influenze
precedenti a Franco.
L’unica opera firmata, che io conosca, di
questo miniatore è un frammento di intesta-
1 Nel 1441 Matteo dei Pasti eseguiva a Venezia
miniature per conto di Piero dei Medici, purtroppo
finora introvabili.
2 Vedi a questo proposito (pianto scrive in : Arte,
1900, pag. 340, ecc. F. Hermanin, Le miniature
ferraresi nella Biblioteca Vaticana. Dove pur man-
cando un termine di confronto seppe PA. intuire
molte verità. Cfr. anche P. D’Ancona, Miniatura
ferrarese nel Fondo Urbinate della Vaticana. [Arte,
1910, pag. 356..'.).
5 Cfr. Cod. Urb. Lat. 1204, fol. 100. Fu già pub-
blicato con questa citazione, che ora non corrisponde
alla presente paginazione del codice, da Stornaiolo,
in Codices Urbinates Graeci, pref. cit.
♦ Vedi su di Franco Russi di Giovanni, quanto
scrivono i commentatori al Vasari nell’edizione del
Lemonnier (Firenze, 1850); Hermanin in loc. cit.-,
Herman von Herman, Zur Geschichte acr Miniatur
malerei am Hofe der Este, in Jahrbuch des Kunst-
histor. Sammluttg. der Allerhochsten Kaiserhauses,
1902, passim, ecc.