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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Venturi, Adolfo: La formazione della Galleria Layard a Venezia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0500

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ADOLFO VENTURI

Grandi, del Garofalo, del Mazzolino e del Dosso. Nel Quattrocento era fatta grazia alla
Primavera, di Cosmè Tura e a un Cristo attribuito a Bono, ferrarese, i quali entrarono nella
raccolta Layard. Diciotto quadri in tutto avevano meritata la stima di Giovanni Morelli
nel 1858! E il prezzo assegnato era bassissimo, ma già nel ’66, lo stimatore, ricordando la
vendita della raccolta Pourtalès a Parigi, non si peritava a duplicarlo.

Tutti i quadri dalle botteghe degli antiquari e dalle case signorili italiane arrivavano
al Molteni a Milano ; e vi giunse anche un Cima, che formò l’adorazione del riparatore di

dipinti, negli ultimi giorni della sua vita, che lo restaurava, a suo dire, « non col pennello,

ma col cuore ». Era per lui una gioia di restaurare il Cima, « al punto che la sua buona

suocera lo sentiva sognar di notte, e per quei cinque o sei giorni ch’egli si dedicava a
quel quadro, non faceva che sospirar l’ora di levarsi da letto per dar mano al suo lavoro
che lo rendeva cotanto beato ! » Sir Layard s’attristò per la perdita del Molteni, e scriveva

il 4 febbraio 1867 al Morelli: « La perte est grande, pour ses amis et pour l’art. C’était

un hofnme que j’amais et que j’estimais beaucoup. Les heures que je passais dans son ate-
lier étaient parmi les plus agréables de l’année, et j’anticipais toujours avec plaisir ma
 
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