ADOLFO VENTURI
45^
qualche occasione favorevole, senza corrervi incontro. Al Morelli, che gli offriva quadri,
prometteva di raccomandare la cosa al Boxali, direttore della National Gallery. A compiere
l’opera del Molteni, valse il Pinti, riparatore presso la stessa galleria. Ei suoi quadri nel '68
furono esposti a Leeds, nel '69 al South Kensington Museum, dovendo il Layard abbando-
nare il posto che aveva assunto, di ministro dei lavori pubblici, per recarsi a Madrid, amba-
sciatore di Sua Maestà Britannica.
In Ispagna poco raccolse : la bella tappezzeria fiamminga, restauratagli dal Gentili a
Roma; nel '73, un ritratto della seconda moglie di Carlo II, del Careno; nel '72, un piccolo
trittico di scuola fiamminga, e una gran tela rappresentante la visita della regina Saba al
re Salomone, attribuita a Bonifazio, a Schiavone, a Paris Bordone e a Cristophe Schwarz ;
Girolamo Savoldo: San Girolamo. Venezia, Galleria Layard. (Fot. Alinari;.
ma il Morelli pensava qualche volta per l’amico. Nel '71 l’amatore milanese trovò da far
bottino a Roma, nella raccolta di quadri nel Monte de’ pegni, e profittatone largamente,
inviò al Layard una testa di Alvise Vivarini, della quale fu incantato. « Le tableau », scri-
veva, « on le pourrait baptiser Antonello de Messina avec de très bonnes chances de pouvoir
le faire passer pour tei ». Tornato il Layard nelle vacanze in Italia, cercò a Verona di un
pittore che possedeva un quadro del Cavazzola. Ma egli aveva mutata dimora, e la nuova
era chiusa: una vecchia donna gli disse che non sarebbe ritornato a Verona che dopo i
morti. Affidò perciò la cosa al Morelli, che intanto, ereditata la collezione Melli, da lui
stesso composta, raccolse più per sè che per altrui.
Acquistata Cà Cappello, il diplomatico pensò a trasportarvi i suoi oggetti d’arte. Nel
1875 i suoi quadri lasciarono Liverpool per Venezia, mentre sei casse partivano da Madrid
col piccolo ritratto di Alvise Vivarini e il trittico attribuito allora a Christophsen. Il Boxali,
45^
qualche occasione favorevole, senza corrervi incontro. Al Morelli, che gli offriva quadri,
prometteva di raccomandare la cosa al Boxali, direttore della National Gallery. A compiere
l’opera del Molteni, valse il Pinti, riparatore presso la stessa galleria. Ei suoi quadri nel '68
furono esposti a Leeds, nel '69 al South Kensington Museum, dovendo il Layard abbando-
nare il posto che aveva assunto, di ministro dei lavori pubblici, per recarsi a Madrid, amba-
sciatore di Sua Maestà Britannica.
In Ispagna poco raccolse : la bella tappezzeria fiamminga, restauratagli dal Gentili a
Roma; nel '73, un ritratto della seconda moglie di Carlo II, del Careno; nel '72, un piccolo
trittico di scuola fiamminga, e una gran tela rappresentante la visita della regina Saba al
re Salomone, attribuita a Bonifazio, a Schiavone, a Paris Bordone e a Cristophe Schwarz ;
Girolamo Savoldo: San Girolamo. Venezia, Galleria Layard. (Fot. Alinari;.
ma il Morelli pensava qualche volta per l’amico. Nel '71 l’amatore milanese trovò da far
bottino a Roma, nella raccolta di quadri nel Monte de’ pegni, e profittatone largamente,
inviò al Layard una testa di Alvise Vivarini, della quale fu incantato. « Le tableau », scri-
veva, « on le pourrait baptiser Antonello de Messina avec de très bonnes chances de pouvoir
le faire passer pour tei ». Tornato il Layard nelle vacanze in Italia, cercò a Verona di un
pittore che possedeva un quadro del Cavazzola. Ma egli aveva mutata dimora, e la nuova
era chiusa: una vecchia donna gli disse che non sarebbe ritornato a Verona che dopo i
morti. Affidò perciò la cosa al Morelli, che intanto, ereditata la collezione Melli, da lui
stesso composta, raccolse più per sè che per altrui.
Acquistata Cà Cappello, il diplomatico pensò a trasportarvi i suoi oggetti d’arte. Nel
1875 i suoi quadri lasciarono Liverpool per Venezia, mentre sei casse partivano da Madrid
col piccolo ritratto di Alvise Vivarini e il trittico attribuito allora a Christophsen. Il Boxali,