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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 12 (Oktober 1861)
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Minervini: Nuove scavazioni di Pompei, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0102

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— 94 —

dia, bianco ne' cantoni, e vi si mirano plutei, ed j
architetture, con colonnine sormontate da globi, or-
namenti quasi del tutto dipinti di rosso.

Nella parte gialla appare un sol quadretto di pae- '
se, con ediflzii e figure umane. Più in alto è pure
in campo giallo una maschera pendente fra due ip-
pocampi.

Terza stanza a destra del peristilio. Questa viene j
dopo a quella innanzi descritta, alla quale sembra
perfettamente simile. Le pitture sono più conserva-
te, e veggousi due quadretti di paese. La parte su-
periore è rossa, con scompartimenti di verde e di
giallo. Vi è pure una maschera sospesa fra un ippo-
campo ed una tigre marina: veggonsi parimenti al-
tri ornati, fra' quali due caprii correnti.Forse un mo-
bile o armadio di legno era appoggiato sulla parete
del sinistro lato, ove si vede un foro quadrato per
inserire un'assicella che insieme con tre chiodi ser-
vivano per avventura di sostegno a quel mobile.

Esedra. Di fronte al peristilio è l'esedra, bellis-
sima pe' suoi variati dipinti. Il pavimento era rive- |
stito di marmo di varii colori, ma non ne rimane
che una parte. Nel mezzo è una vasca, ch'era anche
essa in origine rivestita di marmo, una specie d'im-
pluvium. Nella soglia son pure le tracce della chiu-
sura: e la mancanza dell'intonico ne' due impiedi di-
mostra che ivi erano le antepagmenta ossia le impo-
ste di legno- Lo zoccolo è dipinto a marmi e pietre
di varii colori: avvi il granito, il marmo serpentino,
e differenti specie di breccia. Le pareti son gialle a
varii compartimenti, con fasce rosse nere e verdi.
Scorgesi capricciosa architettura, festoncini ed altri
ornati. Vedi varie volte ripetute aquile con corni
dell'abbondanza, simbolo di Giove e della capra
Amaltea. Appajono sul giallo cinque quadretti di
paese a chiaroscuro in parte perduti, con alberi, edi-
fìzii e figurine umane. In uno di essi comparisce fra
varie costruzioni e figure una lontana barchetta con
rematori. Nello stesso campo giallo erano figure fem-
minili distaccate, poggianti sopra mensole. Queste
al numero di sei sono in massima parte svanite; pu-
re alcune son conservate. Una di esse ha rossa tuni-
ca ed azzurro mantello, ha pur gli orecchini, ed una

gialla tenia alla fronte, e tiene colla sinistra un az-
zurro globo, sul quale addita colla destra. Non tar-
diamo a riconoscere in essa la Musa Urania. Un'al-
tra, quasi affatto perduta, aveva colla destra solleva-
ta un volume: e dovrà credersi la Musa Clio. Una
terza aveva la maschera tragica; e comparisce tutta-
via la clava, a cui si appoggiava. È la Musa della
tragedia Melpomene. Delle altre tre non mi è stato
possibile determinare i simboli, ma è evidente che
tutte si riferivano al coro delle Muse. Fralle archi-
tetture,oltre alcune alate figurine uscenti in foglia-
mi, sono due indeterminate figure di donne panneg-
giate, e poi una nuda sedente sopra rosso panno ag-
gruppato su di un giallo sedile.Questa offre due aurei
ornamenti ad armacollo sul petto, orecchini, cerchio
alle tempia, ed armille a' polsi ed alle braccia. Un
verde panno svolazza dietro la sua persona, che pare
ella allarghi alquanto colla sinistra,mentre tiene ap-
poggiata la destra al sedile. L'aspetto non ò lieto,
ma pensoso: e sembra pieghi alquanto il collo a de-
stra in atteggiamento di stanchezza o di dolore. In
questa figura non è improbabile ravvisare una Vene-
rerei molle abbandono del riposo.Se però volesse tro-
varsi una ragione del poco lieto aspetto, e della man-
canza dell'Amore perpetuo compagno di Afrodite,
potrebbe taluno conghietturare che il pompeiano
pittore avesse voluto ivi effigiare un'Arianna abban-
donata. Ci sembra da notare che nel triclinio di que-
sta medesima casa vedesi eziandio il soggetto di
Arianna, che destandosi dal sonno si avvede della
partenza di Teseo. Ora è notevole che questa figura
presenta gli stessi ornati che miransi in questa del-
l'esedra, e tra essi il rosso panno e la duplice au-
rea fascetta messa a croce sul petto (vedi sopra pag.
53). Se questo confronto non è da riputare una ca-
suale coincidenza, non dovrà credersi del tutto im-
probabile la nostra conghiettura.

Del resto, queste figure di semplice ornamento,
messe in mezzo alle dipinte architetture di Pompei,
non han sovente alcuna determinata significazione.
E nel caso presente noteremo che in corrisponden-
za di quella descritta scorgesi altra figura seminuda
assisa sopra somigliante sedile, ma in più tranquilla
 
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