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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 12 (Oktober 1861)
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Minervini: Nuove scavazioni di Pompei, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0103

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— 95 —

positura. La clamide aggruppata sul sedile è verde, j
mentre è rosso il panno svolazzante dietro il suo j
capo.

Ne' tre muri sono tre quadri, che richiamano le
cure e l'attenzione dell'archeologo.

Nella parete laterale destra vedesi Arianna addor-
mentata dopo la partenza di Teseo, ed un giovine, e
vigoroso Satiro la discopre sì ch'ella appare nuda
dalla parte di dietro. Intanto si approssima Dioniso
maravigliando all'aspetto di quelle bellezze.Il giovi-
netto dio è coronato di edera con corimbi, ha corto
gonnellino con pelle di fiera sovrapposta, ed è stret-
to ne' lombi da gialla cintura; ha ornati stivaletti,
ed un verde panno che gli svolazza dietro le spalle:
colla destra sostiene il tirso, a cui è avvinto uno svo-
lazzante nastro.

Lo segue il suo tiaso, discendendo di su pe' monti.
Scorgi Sileno con nodoso bastone, un satiretto che
suona la duplice tibia, e varie baccanti, fralle quali
vi ha citi suona i cimbali, ed il timpano, ed altra re-
ca offerte in una cesta: alcune sembrano scendere
dal monte di Nisa movendo i piedi alla orgiastica
danza. In altro silo di quella montagna appajono due
satiretti con ricurvo bastone, uno de' quali sembra
farsi colla sinistra solecchio, ed è perciò nell'atto di
uposcopevon. Un albero apparisce pure sulla monta-
gna. Ma la più interessante figura è quella chescor-
gesi in vicinanza di Arianna ed è un giovane alato
con tunica violacea e con gialle maniche, e gialla
cintura alla vita: è notevole che veggonsi appiccate
alle sue spalle le ali di fosco colore. Questo giovine
si allontana tenendo colla destra un bastoncello.

Il quadro da noi descritto ha molta analogia e so-
miglianza con l'altro rinvenuto nella casa pompejana
che produsse tanti pregevoli lavori di bronzo, l'Apol-
lo, il busto, e gli animali, che veggonsi ora collocati
nel nostro museo Nazionale. Quel dipinto, a cui ac-
ceniarno, è anch'esso nel Museo fra'varii soggetti
dionisiaci, da me recentemente ordinati per dispo-
sizione del Consiglio di Direzione; e di esso presen-
tai altrove una estesa dichiarazione (bull. arch. nap.
an. Il pag. 67 segg.). Se non che le figure della nuo-
va pittura sono di più piccole dimensioni, e non tan-

| to diligentemente eseguite. In ambe vedesi il monte
! Drios nell'isola di Nasso, ove si riferisce quel mito:
j in ambe miransi le solite scene del Sileno, e de' Sa-
tiri, fra' quali non manca nell'alto Yaposcopevon. Su
queste particolarità, le quali sono pur comuni ad al-
tre opere dell'arte, non ci arrestiamo ora, siccome
neppure ci arrestammo in quella nostra illustrazio-
ne,rimandando agli scrittori ed a'monumenti.che al-
lora citammo in quella occasione. Il principale pun-
to di somiglianza fra' due pompejani dipinti si è il
veder la sposa di Teseo scoperta in modo che ne ap-
parisce una vera callipige. E questo novello esempio
viene sempre più a confermare quel che noi soste-
nemmo; doversi cioè riconoscere la dormente Arian-
na e non già l'Ermafrodito nel bassorilievo Albani
pubblicato dal Zoega (bassir. tav. LXXVII pag. 157),
contro la opinione dell'illustre archeologo danese.

Di maggiore importanza riesce la figura dell'alato
giovine, nel quale dee senz'alcun dubbio ravvisarsi
il Sonno. Nel nuovo dipinto, oltre le cose da noi det-
te del Sonno in rapporto con Arianna, sono da fare
alcune particolari avvertenze, che sempre più as-
sicurano la vera intelligenza di quella figura. Il dio
tiene un bastoncello, e non già un ramo, come più
vicino confronto alle espresioni di Silio Italico: lan-
(jens lethaea tempora virga (Iib. X, v. 356). Il eh.
Quaranta parlò del ramo, che vedesi altre volte
tenuto da Ipno con che spruzza sul volto de' mor-
tali il leteo umore (vedi meni, della reg. accad. Ere.
tom. II pag. 324 seg. e R. Mus. B. toni. XIII tav.
VI); nel che fu seguito dal Raoul-llochettc (choix de
peint. pag. 54 seg.). e dal eh. Jahn (arch. Bcilr.
pag. 291 seg.). Nel nostro dipinto non è un ramo,
ma una nuda bacchetta, la virga di Silio Italico. E
qui osservo che in riscontro di una tal varietà è pur
l'altra della mancanza del vasellino, che appare in
altri dipinti. Non è dunque il ramo che si bagna nel
liquido per ispruzzarne la faccia a coloro che si vo-
gliono immerger nel sonno, ma una bacchetta intin-
ta in quel sonnifero umore, con che si tocca il volto
degli uomini. Le losche ali del Sonno, che accenna-
no alle tenebre della notte, tempo destinato princi-
palmente al dormire, incontrano il confronto in altri
 
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