Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima — 1.1892

Citation link: 
https://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/napoli_nobilissima1892/0032

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
IO

NAPOLI NOBILISSIMA

La strada £u lastricata con vasole grandi per tutte le due
miglia della sua lunghezza, e dal lato del mare vi fu pian-
tata « una rinchiera (sic} d’alberi di salici per far ombra
e riparare il sole a passeggieri in tempo di està ».
Questa rinchiera era interrotta da tredici fontane d’ac-
qua dolce, poste ad egual distanza. Nella seconda edizione
(1716) della Guida del Parrino, si può guardare una : Ve-
duta di Chiaia hor detta strada di Medinacoeli, colla disposi-
zione della linea dei salici e delle fontane (r).
Sulla prima delle fontane si leggeva :
CAROLO II REGNANTE.
HIC UBI PULVEREO SQUALEBAT OLYMPIA TRACTU,
NUNC HILARANT FONTES, STRATAQUE SAXA VIAMJ
QUAM DUCIS ADIUTA AUPSICIIS, OPIBUSQUE DICAVIT
MEDINAE COELI NOMINE PARTHENOPE.
EXCELL. DOM. D. LUDOVICO DE CERDA
MEDINAE COELI DUCE PROREGE
CIVITAS NEAPOLIS
ANNO MDCXCVII.
Su un’altra fontana, di fronte al largo S. Pasquale, era
inciso un distico greco, con versione latina, di Gregorio
Messere, che dava ragione del nuovo, ed efimero, nome
di Strada Medinaceli. Lasciamo stare il greco; il latino
dice :
AB IOVE OLYMPIACO QUAE DICTA PALEPOLIS ORA,
CERDA, NEAPOLIS NUNC TIBI DICTA N1TET (1 2 3 4 *).
L’errore dei letterati dell’accademia, che s’accoglieva in-
torno al Medinaceli, nell’identificare Chiaia co\V Olym pia-
nura, onde parla Filostrato (ch’era una tutt’altra regione
della città), fu già rilevato dal Galiani (3).
Finalmente, un’ultima fontana di piperno, più grande
delle altre, era adornata dei mezzi busti in istucco del San-
nazzaro e di Virgilio (4).
Il Bulifon scriveva di queste trasformazioni, e di queste
piantagioni d’alberi, che « ils contribuiront dans la suite
« à rendre ce cours l’un des plus beaux et des plus ma-
« gnifiques de l’Europe » (5).
Nel Luglio 1698, pel giorno di S. Anna, onomastico
della Regina di Spagna, tra gli altri apparecchi festivi, si
fece « un grottone nella strada di Chiaia, che comincia
« dal Palazzo Satriano, sino all’ultima fontana vicino Pie-

(1) Le istoriche curiose notizie di Napoli, p. 103. Cfr. Napoli città nobilis-
sima (1700), pp. 132-4; Le Guide des étrangers, compilazione del Bulifon,
1702, pp. 437-8; e la Cronaca ms., 1. c.
(2) Parrino, l. c.
(3) Vocab. Napol., I, 98. Gli scrittori anteriori erano caduti nello stesso er-
rore: il Del Tufo dice Chiaia: Piaggia eletta Anticamente costa Olimpia
detta (ms. cit., f. 7).
(4) Parrino, l. c.
Cp) Le Guide des étrangers, 1. c.

« digrotta, e tutte le fontane invece d’acqua scaturivano
« vino » O.
La predizione del Bulifon non s’avverò se non molto
più tardi; perchè il passeggio così disposto dal Medinaceli
non solo non s’andò svolgendo ed accrescendo, ma, come
sembra, cadde quasi in abbandono, nei settanta od ottanta
anni seguenti.
Nella grande pianta della città di Napoli fatta nel 1775
da Giovanni Carafa Duca di Noia, non vi si vede più la
bella linea degli alberi; tutto l’insieme ha un aspetto scon-
cio ed irregolare.
Ecco come si può ricostruirlo, press’a poco, sulla scorta
delle memorie del tempo. — Chi moveva dalla chiesa
della Vittoria, si vedeva innanzi la palude (orto), apparte-
nente al principe di Satriano, lunga palmi 370, che si sten-
deva da quella chiesa fin di fronte al vicoletto Satriano :
la sua larghezza era presso la Vittoria di palmi 116, e
dall’altro capo di palmi 95 (2).
Avanti il palazzo Satriano, era la barracca della dogana (3);
e sulla spiaggia, di fronte, « li ordegni per le sarte dei
Bastimenti di S. M. » (4).
Lungo la spiaggia c’erano dieci lavatoi pubblici per le
donne di quel borgo, e « uno scolo dell’acqua sporca dei
lavatoi traversava la detta strada » (5).
Più innanzi, passata la chiesa di S. Rocco, e proprio di
fronte al Carminello, sorgeva un grosso palazzotto isolato,
detto il Casino d’invitti, che apparteneva agli Invitti, Prin-
cipi di Conca (6).
Poco lungi da questa, sempre sulla spiaggia, si trovava
« situata ab antico una cappella fabbricata da alcuni devoti
« complatearii marinari; quali », — scrive l’ingegnere
Carlo Vanvitelli — « per quanto mi dicono essi stessi,
« fin dalla sua edificazione hanno fondato una specie di
« confraternita, che raccoglie le limosine di chi può farle
« per soccorrere le famiglie ove sia mancato il capo, con
« altri istituti di tal natura, sotto la direzione del Padre
« Rocco ». Dentro la cappella, « vi è una Imagine de
« la Vergine, e si trova guarnita di varii voti di grazie
« ricevute da devoti, per cui i detti complatearii ne hanno
« infinita venerazione » (7).
Veniva in ultimo la chiesa di S. Leonardo colle sue case,
che — dice il Carletti — « si fittane a’ Laici, e spezial-
« mente a quelli che vogliono godere un asilo a’ loro

(1) Conforto D., Giornali, ms. c., p. 484.
(2) Ciò appare da una pianta firmata da Carlo Vanvitelli, della quale un
esemplare è nell’Arch. di Stato, Teatri, f. 23, e un altro esemplare fu tro-
vato presso un rivenditore dall’amico V. D’Auria, che ne trasse copia e
cortesemente me l’ha comunicata.
(3) Bigi, al Goyzueta, 27 giugno 78. — Arch. di St. Teatri, f. 22.
(4) Carlo Vanvitelli, 28 settembre 79; ivi, f. 23.
(5) Carlo Vanvitelli, 2 sett. 79; ivi, f. 23.
(6) Vedi carte del 1780; ivi, f. 23; e cfr. colla pianta del Duca di Noia.
(7) Carlo Vanvitelli, 1 agosto 1780: Teatri, f. 23.
 
Annotationen