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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 2
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Serafini, Alberto: Ricerche sulla miniatura umbra
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0156

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I 20

ALBERTO SERAFINI

Le miniature poi del Cod. Vat. Lat. 1742 ci danno l’impressione di essere lavoro di uno che
non è miniatore, o almeno non ne conosce perfettamente la tecnica.1 Egli è piuttosto un pit-
tore che usa tinte grasse, ed un disè-
gnatore che eseguisce i suoi disegni di
figura a piccoli tratti di penna consecutivi.

Il leone fortemente accosciato sotto
al vaso della miniatura di cart. 2 ci lascia
supporre che il codice fu preparato nel-
l’ambiente dell’università perugina (fig. 15).
Nell’intimo suo Perugia rimase sempre
guelfa e combatteva sotto l’insegna del
Leone per la Chiesa, sebbene si gover-
nasse da se stessa a foggia di repubblica
libera sotto la protezione ed il governo
nominale dei Papi.2

Dal vaso centrale, oro ed azzurro,
partono le rame bianche che si stendono
ed incrociano su di un fondo azzurro tas-
sellato di rosso, verde ed oro, e steso
sulla pagina a mo’ di arazzo, avente nel
centro un piccolo quadro (0.13 X 012 r/2)
su fondo d’oro. La scena vorrebbe rap-
presentare Cicerone che parla dalla tri-
buna, ma il miniatore non sa comporre
Se non una delle solite scene scolastiche,
a personaggi ristretti, mentre poteva ve-
derne delle più affollate nello Studio fa-
moso.

Nell’artista si osservano colori ed
influssi senesi, ma senza esclusione di
elementi dell’Italia settentrionale.3 In qual-
che figura ricorda una delle migliori storie
di Benozzo a San Gimignano, e che
avrebbe potuto meglio prendere a mo-
grammatica a Roma; ma il miniatore tut-

Fig. 18 — Miniatore perugino (post. an. 1480)
Monte Oliveto Maggiore (Siena). Antifonario D
di Monte Morcino.

dello, cioè: Sant’Agostino che insegna rettorica

vanni Antonio,' che ornò un codice della Bibl. Naz.
di Napoli (ms. XIV, A. 21), perpetuava tuttavia le
forme del trecentesco Niccolò. Torno del resto a ri-
cordare che nella regione Marchegiana e quindi nella
miniatura umbra-marchigiana vi fu maggior penetra-
zione di elementi dalle scuole dell’Alta Italia: bolo-
gnesi, ferraresi, veneto-padovani ; mentre nella regione
schiettamente Umbra gli influssi stranieri, venuti dal
nord, si raccolgono quasi solo nella scuola Ferrarese.

1 Vat. Lat. 1742. Cod. membran. di cart. 37T
(0.26 I/2 X 0.49). « Marci Tullii Ciceronis Arpinatis ora-
tiones XXX ». La decorazione del libro è costituita
oltre che della miniatura di cart. 2, da un fregio mar-
ginale ai quattro lati in stile umanistico con putti ed
animali a carta 3 recto, e da altre 29 lettere iniziali
con fregio al margine nel corpo del volume. Nell’ul-

tima pagina è il nome dello scrittore : « Per manus
petri de Middelburch clericus Trajectensis. dioec. :
Middelburch Petre. »

Questo scrittore ricorre anche nel Cod. Vat. Lat. 358
che ha un povero ornamento marginale datato nel 1452
al fol. 6. Lo noto perchè la miniatura, tuttoché costi-
tuisca un insieme molto primitivo, presenta influssi
bizantini, senesi ed umbri : e tutto questo al principio
della seconda metà del secolo xv.

2 A vero dire la Città di Perugia è rappresentata
dal Grifo insieme al Leone, che in origine fu l’em-
blema piuttosto del solo partito guelfo perugino. Am-
bedue sin dal 1308 furono posti sulla porta principale
del palazzo pubblico, fusi in bronzo da Mastro Ugo-
lino da Perugia.

J Ma nei due medaglioncini azzurri due visetti femmi-
 
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