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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Liebaert, Paul: Miniature Spagnuole
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0232

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i88

P. LIEBAERT

codici.1 Ed il libro offertogli da fra Alfonso sara stato certamente fra i migliori della sua
libreria.

Siamo in grado di determinare press’a poco la data alla quale il volume entrò in questa
sua biblioteca. Infatti il frontespizio (f. 6', fig. i) reca tre volte lo stemma di papa Paolo II,
che occupò la cattedra di San Pietro dal 1464 al 1471. Ora, siccome Alfonso de Oropesa
morì nel ’68, il manoscritto dovette essere eseguito fra gli anni '64 e ’68. È interessante rile-
vare ciò, perchè questi dati sull’origine del volume ci permettono di presentarlo per un esempio
tipico della scuola ispano-fiamminga, come quello che fu eseguito a Toledo circa il 1464-68.

=1: * *

A prima vista il frontespizio (fig. 1) potrebbe scambiarsi per l’opera di qualche maestro
fiammingo. I fiorami del margine con fiori e frutti al naturale ; l’arco che incornicia la minia-
tura, con le figurine di santi lavorate a chiaroscuro ; 1 2 la scena stessa della dedica, con lo sfondo
di una chiesa gotica, motivo che amano i miniatori nordici ; certi visi, specialmente fra i santi
dell’arco en grisaille] il panneggio delle vesti e le mosse dei personaggi nel quadro centrale ;
tutto rammenta lo stile dei miniatori che lavorarono in Fiandra alla corte dei duchi di Bor-
gogna. Tuttavia non mancano indizi che c’impediscono d’attribuire questa miniatura alla scuola
di Bruges.

Tutti gli elementi che abbiamo testé enumerati, e che furono senza dubbio imitati da
modelli fiamminghi, furono anche profondamente modificati dall’artista toletano. Così l’ornato
marginale non ha la sobrietà, l’eleganza e la finezza d’una opera fiamminga; a formare lo sfondo
dei fiorami mancano quell’infinità di steli finissimi che darebbero leggiadria a tutto l’insieme
del margine; le foglie sono troppo stilizzate e pesanti. Anche l’ornato architettonico della
cappella, ove si svolge la scena principale, col misero cancello del coro, è l’opera d’imitazione,
maldestra e grossolana di chi non vide mai in realtà l’alta struttura e le lontane prospettive
d’una cattedrale gotica del nord, ma che si contenta di copiare alla meglio qualche miniatura
fiamminga. Di più certi dettagli del vestiario, come un turbante e qualche altro cappello,3
mostrano che qui non si tratta del lavoro d’un fiammingo, ma d’un mozarabo. Infine le teste
dei personaggi al seguito del vescovo, per esempio, l’uomo barbuto che sta in fondo alla scena
di dedica, non hanno nulla di comune coi tipi di Fiandra.

Ma sparisce ogni dubbio se l’occhio si sofferma al colorito. Notiamo prima di tutto che
l’autore fa grande sfoggio di oro lucente, che rifulge in ogni parte della sua miniatura; si sa
che in questa epoca i miniatori fiamminghi usavano invece di preferenza l’oro liquido, più
sobrio ed armonico. Qui tutte le tinte sono esagerate; l’artista si diletta di toni crudi spe-
cialmente d’un colore giallo intenso. Questo suo gusto nocque molto alla conservazione della
pittura. Infatti, tanto per le carnagioni quanto per mille altri dettagli, egli, invece del semplice
bianco, usò l’argento, che, ossidandosi col tempo, produsse delle brutte macchie nere che ora
deturpano i visi, come si può osservare dalla nostra riproduzione.

Malgrado questi difetti, la miniatura fa bella mostra di sé, tanto per la sicurezza del
disegno quanto per il lusso dell’esecuzione e per il fulgore abbagliante del colorito.

Sulla facciata che guarda il frontespizio (f. 7, fig. 2) comincia la prefazione dell’opera.
L’ornato marginale è identico a quello dell’altra miniatura. 1 tratti caratteristici che rilevammo
sul frontespizio risultano qui forse con più chiarezza ancora.

1 Nella cattedrale di Toledo si conserva un Ponti-
ficale appartenuto all’arcivescovo Carillo ; il Durrieu
lo descrive come uno dei migliori prodotti della scuola
parigina del secolo xm. Cfr. P. Durrieu, op. cit
pag. 260.

2 Questa grisaille è la parte meglio imitata dai fiam-

minghi. I personaggi son tozzi, le pieghe geometriche

le teste alquanto grosse. Tutto P insieme del motivo
e la maniera stessa a chiaroscuro sono d’impronta
prettamente fiamminga.

* Si veda anche il cappello del personaggio che sta
nell’angolo del margine inferiore al primo foglio di
testo (fig. 2) e quello della figurina nell’iniziale a fo-
glio 55' (%• 3).
 
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