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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Giglioli, Odoardo H.: Un ritratto di Andrea Frizier
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0235

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UN RITRATTO DI ANDREA TRIZIER

191

e capire che si trattava di un ritratto di un cancelliere della Repubblica veneta, giacché molto
probabilmente la parola VENETIARÌ era preceduta da REIPVBLICAE e LARIVS non
erano che le ultime lettere di CANCELLARIVS.

Tutte queste parole scomparvero in parte quando la tela fu tagliata per adattarla su di
un telaio più piccolo, ed il resto fu, come ho già detto, coperto di colore.

Era necessario di colmare un’altra lacuna e ricercare il nome di questo cancelliere Fri-
zier. La risposta definitiva doveva esser data da un codice cartaceo del secolo XVIII, conser-
vato nella Biblioteca Nazionale di San Marco a Venezia, che contiene le vite dei cancellieri
grandi veneti, scritte da Piero Gradenigo di Santa Giustina.

Il grande cancelliere dipinto da Tintoretto non può essere che Andrea Frizier, essendo
il solo di quella famiglia che abbia occupato l’alta carica.

Il cognome Frizier italianizzato divenne Frizerio, Frizziero e poi Frigierio.

Francesco Sansovino 1 nel « Cronico particolare delle cose fatte da i Veneti dal principio
della città fino all’anno 1603 » lo ricorda all’anno 1575 come Andrea Frizziero XXIIII can-
celliere grande di Venezia. Così abbiamo, a mio credere, tutti gli elementi per ricostruire
l’iscrizione :

ANDREA FRIGIERIO
REIPVBLICAE VENETIARVM
CANCELLARIUS.

Dalla vita interessante di Andrea Frizier, scritta da Piero Gradenigo di Santa Giustina,
si può dedurre l’epoca approssimativa d’esecuzione del ritratto da Tintoretto eseguito nei
cinque anni che corrono dall’elezione a cancelliere grande (21 dicembre 1 575) e la morte del
Frizier (2 gennaio 1581).

Prima di occupare l'alta carica appartenne al Consiglio dei dieci e la sua nomina avvenne
il 7 febbraio 1559; gli furono affidate le più ardue questioni ed i più importanti affari di
Stato, nei quali si guadagnò la maggiore stima appunto per l’esperienza amministrativa dimo-
strata con incorruttibile fede, intrepidezza d’animo e zelo. Dovette anche godere di un certo
prestigio nella nobiltà, essendo anche imparentato con famiglie patrizie come i Canali, Bollarir
e Marcelli. A dire del biografo settecentesco ebbe un culto speciale per le belle opere d’arte,
se conservava fra le cose più rare della sua casa il ritratto di Cassandra Fedeli, appena sedi-
cenne, dipinta dal Giambellino e riprodotta anche in una stampa.

Sarebbe interessante rintracciare notizie sull’esodo e la storia del ritratto e trovare
qualche incisione che giustificasse anche l’attribuzione al grande artista, data da Piero Grade-
nigo di Santa Giustina.

Un altro ritratto di Andrea Frizier attribuito a Leandro Bassano si trova nel Museo
Civico di Padova e misura m. 1.20X0.97. Venne al Museo con la raccolta Emo-Capodilista
che fu messa insieme nella seconda metà del secolo XVIII e accresciuta anche più tardi. Queste
sono le notizie gentilmente comunicatemi dal professor Moschetti direttore del Museo Civico
di Padova. Nient’altro si conosce sulla storia di questo ritratto.

Nel fondo del quadro da una parte e dall’altra della figura si legge la seguente iscrizione:

ANDREAS FRIGERIVS MDLXXXI

M. REIP. V. C. ANNOR) LXVII

La somiglianza tra il ritratto della Galleria Pitti e quello di Padova è evidente; ma mentre
il primo ha tutta la vitalità ed espressione di una pittura eseguita direttamente dal vero, la
seconda appare una fiacca replica al confronto. Nel ritratto di Pitti è la spontaneità che si

1 Francesco Sansovino, Venetia città nobilissima
et singolare (edizione corretta ed ampliata da Gio-

vanni Stringa). In Venetia presso Altobello Sali-
cato, MDCIIII.
 
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