RICERCHE SULLA MINIATURA UMBRA
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ci dicono : « Di un miniatore di questo nome e patria vedemmo alcuni anni or sono in un
Uffiziolo della Madonna un bellissimo lavoro rappresentante Cristo in Croce con San Giovanni
Evangelista e la Vergine, firmato col nome di Pietro Perugino, e, condotto interamente nella
Fig. 4 — Bartolomeo della Gatta : Corale H di Montemorcino
Monte Oliveto Maggiore di Siena.
maniera del celebre Pietro il Perugino ». Ma qui evidentemente ci troviamo davanti ad un’altra
colorì in fresco praticamente ». Di dove abbia preso
questa notizia il Vasari, non si sa. La dispersione del-
l’Archivio piccolomineo ci toglie il modo di stabilire
il vero intorno alla persona di questo artista purché
non si tratti di un equivoco del Vasari. Nella matri-
cola perugina (Cfr. Giorn. Erud. Artist., voi. II,
pagg. 309-310) si leggono i nomi di un Pietro Paolo
della Monna, di un Pietro di Mastro Meo e di Pietro
Antonio di Nicolò, che vivevano appunto ai tempi
di Pio II (1458-1464); ma fra i miniatori che lavo-
rarono per questo Papa, nei libri di spese già citati,
non ve n’è alcuno di questo nome. Potrebbe anche
trattarsi di un artista che abbia lavorato per il Cardi-
nale Francesco, il futuro Pio III, ma ci è impossibile
il constatarlo. La libreria piccolominea andò dispersa:
una parte di libri furono portati in Spagna nel 1558
dal Card, di Burgos ; i rimanenti sono sparsi a gruppi
in diverse biblioteche. Poiché tutti sanno che i Corali,
che ora si veggono, nella librerìa del Duomo di Siena,
vi furono collocati solo al principio del’secolo scorso,
e furono fatti scrivere e miniare a spese dell’opera.
(Cfr. Archivio dell’Opera).
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ci dicono : « Di un miniatore di questo nome e patria vedemmo alcuni anni or sono in un
Uffiziolo della Madonna un bellissimo lavoro rappresentante Cristo in Croce con San Giovanni
Evangelista e la Vergine, firmato col nome di Pietro Perugino, e, condotto interamente nella
Fig. 4 — Bartolomeo della Gatta : Corale H di Montemorcino
Monte Oliveto Maggiore di Siena.
maniera del celebre Pietro il Perugino ». Ma qui evidentemente ci troviamo davanti ad un’altra
colorì in fresco praticamente ». Di dove abbia preso
questa notizia il Vasari, non si sa. La dispersione del-
l’Archivio piccolomineo ci toglie il modo di stabilire
il vero intorno alla persona di questo artista purché
non si tratti di un equivoco del Vasari. Nella matri-
cola perugina (Cfr. Giorn. Erud. Artist., voi. II,
pagg. 309-310) si leggono i nomi di un Pietro Paolo
della Monna, di un Pietro di Mastro Meo e di Pietro
Antonio di Nicolò, che vivevano appunto ai tempi
di Pio II (1458-1464); ma fra i miniatori che lavo-
rarono per questo Papa, nei libri di spese già citati,
non ve n’è alcuno di questo nome. Potrebbe anche
trattarsi di un artista che abbia lavorato per il Cardi-
nale Francesco, il futuro Pio III, ma ci è impossibile
il constatarlo. La libreria piccolominea andò dispersa:
una parte di libri furono portati in Spagna nel 1558
dal Card, di Burgos ; i rimanenti sono sparsi a gruppi
in diverse biblioteche. Poiché tutti sanno che i Corali,
che ora si veggono, nella librerìa del Duomo di Siena,
vi furono collocati solo al principio del’secolo scorso,
e furono fatti scrivere e miniare a spese dell’opera.
(Cfr. Archivio dell’Opera).