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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 4
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Serafini, Alberto: Ricerche sulla miniatura umbra: Secoli XIV-XVI
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0285

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RICERCHE SULLA MINIATURA UMBRA

24

spettiva, e del quale non abbiamo esempi di maniera fiammingheggiante. Egli è per questo
che noi dobbiamo farne un’opera del Perugino, compiuta circa il 1484, momento in cui egli
appunto maggiormente subiva le influenze fiamminghe, e nelle quali può forse trovarsi la
ragione di certe tonalità stridenti, e di certe rozzezze di colore. La eseguiva perciò una doz-
zina danni prima di un’altra crocefissione, che ha tanti punti di contatto con questa: voglio
dire l’affresco in Santa Maria Maddalena dei Pazzi, a Firenze, che ordinato nel 1493 era finito
nell’aprile del 1496. Nell’affresco, il Perugino, che si trova nel momento migliore della sua
attività artistica, rende la scena più complessa di personaggi ; il paese è più semplice, ma più
sintetizzato, più largo d’orizzonte; ha tonalità più dolci; ma a ben guardare il San Giovanni
e la Vergine non hanno molto cambiato da quello che erano nella miniatura. Dove il Cristo
è condotto con una finezza, che solo il Perugino poteva rendere, nell’ intendimento di emulare
la finezza fiamminga; emulazione penetrata in Firenze1 alla vista dell’opera di Ugo Van der
Goes, anche in artisti fiorentini.

Pensare poi per questa miniatura a un abile imitatore delle forme peruginesche, è formu-
lare forse un’ipotesi, che è maggior problema di quello che ci siamo proposti nell’attribuzione
del Perugino. Si dovrebbe infatti supporre un artista di prim’ordine, e pur così vicino a Piero
Vannucci, da confondersi con lui, e per un tale anonimo non mi sembra vi sia posto nella
storia dell’arte umbra,2 mentre questa crocefissione rimane sempre una delle più belle cose
che si conoscano, fra quelle che la miniatura peruginesca ci ha lasciato.

H*

Tra il 1478 e gli ultimi mesi del 1481 il Perugino con Luca Signorelli e Don Bartolomeo
della Gatta formò il triumvirato, che doveva conquistare all’arte umbro-fiorentina l’Italia
artistica centrale 5 e di cui è abbastanza naturale il supporre che esso abbia avuto un influsso
anche sulle minori arti del tempo.

Di questa triade artistica quegli che, per ora, non si vede chiaramente, almeno con opere
personali, è Luca di Egidio di Ventura Signorelli (1441-1523), mentre non è supponibile che
egli, con quella sua gagliardia di forme monumentali, non abbia esercitato — al paro del
Perugino e di Bartolomeo — una qualche influenza sui miniatori di Perugia, dove egli certa-
mente ha per qualche tempo vissuto.

Tuttavia il maestro che ha decorato il Salterio T di Montemorcino + doveva essere un

cumenti e lavori firmati non sappiamo se il Pintu-
ricchio sia mai stato un miniatore, ed è difficile dichia-
rarlo sulla base di questa discussa miniatura e di
quelle Oraziani, che gli attribuisce il Vermiglioli, e
che nessuno conosce. Anche se il giudizio del Vasari
non merita fede, che egli ebbe cioè « molto maggior
nome che le sue opere non meritarono » essendo queste
sempre molto affrettate, è anche certo che il Vermi-
glioli (cfr. Memorie di Bernardino Pinturicchio, pit-
tore perugino ... con documenti... . Perugia, 1837), che
di proposito voleva rialzare la fama del Pinturicchio,
non è attendibile quando tenta di attribuire al pittore
qualche opera anonima e non documentata della scuola
peruginesca.

1 La miniatura fu con probabilità eseguita in Fi-
renze, e vi rimase : poiché fu annessa ad un codice
che indubbiamente fu formato in Firenze fra il 1537
ed il 1540.

2 Per una misura di preservazione la miniatura fu

staccata dal ms. ove si trovava, e posta fra due vetri.
Non ci è possibile perciò, al presente, constatare se
il foglio della pergamena miniata fu aggiunto nella
fattura del codice, o, se è contemporaneo ad essa.
Ciò sarebbe stato importante il definirlo, se pur era
possibile, perchè le altre miniature sono posteriori di
alcuni anni alla morte del Perugino. Ma ritorno nuo-
vamente a ricordare che anche nel Codice di Londra
abbiamo lo stesso fenomeno : la miniatura del Peru-
gino è insieme ad altre posteriori.

J Cfr. A. Venturi. /. c., in Arte, 1911, pag. 65.

4 Salterio T. Cocl. Membran. (0,59 X 0,62). Vi fu-
rono fatte, in diversi tempi, aggiunte di fogli pergame-
nacei e cartacei. La parte antica contiene a cart. 4
un fregio marginale ai quattro lati ed una lettera di
minio col Davide, e a carta 63 un altro fregio mar-
ginale, con nella lettera Davide ancora, ma colla
cetra in mano. La miniatura di questo foglio ha
molto patito.

L'Arte XV, 31
 
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