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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 4
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Il catalogo Mond: Volume II
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0318

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274

C. J. FF.

avrebbe potuto trovare in esso, o nelle vicinanze, pittori di scuole locali, di valore non disprez-
zabile, mentre, a distanza non grande, avrebbe potuto scegliere fra i pittori delle più cele-
brate scuole dell’alta Italia. Per ragioni tecniche e individuali, il Richter pensa alla scuola
Milanese, e la preferenza è quasi autorizzata anche dalla decorazione del mantello con corde
intrecciate, il notissimo motivo di Leonardo. Il ritratto stesso dovrebbe fornire, ci pare, una
prova forte di tutto ciò, perchè dovrebbero essere caratteri speciali e determinativi di un
qualche pittore, il modo di disegnare i capelli, l’ovale allungato del viso, la forma del pollice
piatto e allungato, nonché la maniera del paesaggio e del fondo. Speriamo che un dì si possa
stabilire l’identità del pittore.

Per noi egli non è un Milanese, perchè il colorito freddissimo, il paesaggio e i dettagli
delle piccole figure nel piano centrale, sembrano contrastare con questa attribuzione in modo
assoluto. E possibile pensare a Giovanni del Sega da Forlì pittore identico forse col « Gio-
vanni», garzone di Melozzo da Forlì nel 1477. Nel 1505 Sega era stabilito a Carpi dove per
molti anni lavorò per Alberto Pio. Nel 1525 egli è detto «Pittore e Maestro della fabbrica»
di questo principe; nell’agosto 1527 era già morto. Per tutte le notizie intorno a questo pit-
tore, vedi L'Arte, fase. II, in un articolo di Corrado Ricci, dove si tratta di certi pittori
di Forlì. 1

SCUOLA DELL’UMBRIA.

Accenniamo appena al Cristo coronato di spine colla firma di Gentile Francesco figlio di
Gentile da Fabriano, un pittore di quelli che il Richter chiama senza spina dorsale, perchè
senza individualità, copiano ora Crivelli, ora Bellini, ora Antonello ed altri, e non hanno una
impronta e un carattere personale. Il quadro di Francesco di Gentile, che figurò in parecchie
esposizioni di Londra, è interessante storicamente, ma come opera d’arte ha un valore molto
relativo.

Un’opera invece interessante e la cui individualità si manifesta in ogni suo particolare, è
la predella a quadretti di Luca Signorelli. Importante è anche il capitolo che ne parla, per
la notevole spiegazione della leggenda di San Girolamo, senza della quale il dipinto sarebbe
o incompreso del tutto o interpretato male. A questo minuto esame della leggenda, l’autore
fu indotto da un articolo della Gazette des Beaux Arts del 1908, e fonte principale della ri-
cerca è il Ms. ricordato dall’autrice L. Pillon, il Hieronymianus, scritto a Bologna da Giovanni
d’Andrea nel 1348. Il Richter perciò dà un elenco lungo di libri italiani stampati fra il 1475
e il 1490; il Ms. di Giovanni d’Andrea invece, ispiratore di tutti gli altri trattati, non venne
alla stampa che nel 1516 a Basilea. La predella di Casa Mond è composta di una tavola
centrale riproducente Ester davanti ad Assuero, e da due tavole laterali con scene relative a
San Girolamo. Ester era un simbolo della Vergine perchè, intercedendo presso Assuero per
il suo popolo, divenne il tipo della Madre di Dio, che intercede per l’umanità.2 Oltre gli
inni e le preghiere accennanti a questa intercessione, l’autore cita il Mariale di San Bernardino
e un poema Ms. della Biblioteca Nazionale di Parigi (Ms. frane., n. 145) che tratta di Ester
come tipo della Vergine. Riproduce dal Ms. una miniatura della Madonna col Bambino in
braccio, nel centro, e sul davanti con Ester ricevuta e incoronata da Assuero. Nel quadro Mond,

1 Quando furono già stampate le bozze di questo
articolo l’illustre direttore dell’ Arte mi comunicava
che anni fa egli esprimeva al dott. Mond l’opinione
che questo ritratto fosse di mano di Bernardino Loschi,

pittore carpigiano e pittore ufficiale di Alberto Pio,
perchè, esaminando da vicino il quadro egli vi scoprì
sopra uno degli edifici del fondo una piccolissima B
intrecciata con una L nel modo stesso che si vede a

Modena sopra un quadro di Bernardino Loschi. Sono
lieta di poter dar conto di questa notizia interessante,
benché con rammarico devo confessare di non cono-
scere la detta opera del Loschi.

2 Intorno a questo soggetto, vedi il libro di Mont-
gomery Carmichael, Francia’s Masterpiece an Essay
011 thè Begininngs of thè Immaculate Conception in
Art, pag. 18-19, London, 1909.
 
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