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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Giovannoni, Gustavo: Chiese della seconda metà del Cinquecento in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0460

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G. GIOVANNONI

nell’ordine inferiore, a Santa Caterina nel superiore; e le
orecchie si trovano, nella identica forma, nel primo caso
nell’ordine superiore, nel secondo nell’ inferiore. Identità
queste che riannodano le due opere in modo che non
può essere fortuito.

Anche per la chiesa di Santo Spirito in Sassia le attri-
buzioni di paternità non sono in tutto sicure. La chiesa
è stata rifatta sotto Paolo III intorno al 1538 ;1 però quanto
alla facciata il Baglioni,2 un secolo dopo, porta in campo
il nome di Ottavio Mascherino accanto a quello del San-
gallo, ma lo fa in forma alquanto enigmatica che non
lascia intendere se al Mascherino si debba l’opera, ovvero
un semplice restauro: « ... dal Mascherino fu sotto Sisto V
la facciata con buona maniera condotta, ma già la chiesa
era disegno di Antonio da Sangallo » ; invece dopo il Ba-
glioni, nelle guide e nei trattati e via via fino a quasi
tutte le sopracitate recenti illustrazioni, il dubbio cessa
ed il Mascherino rimane l’autore della facciata, mentre
ad Antonio da Sangallo si attribuisce l’interno. Non v’è
all’esterno lo stemma di Sisto V ad indicarne la data ai
posteri che non vogliono perdere tempo negli studi sti-
listici ?

Si ripete quindi lo stesso sistema visto per l’attribuzione
di Santa Caterina, ma in modo più assurdo ancora, poiché
viene ad associare un’opera di regolarità quasi scolastica
e di semplice e disadorna purezza di linee, che diretta-
mente riannodasi al Rinascimento di Bramante, con l’arte
mossa e contorta di chi ideò Santa Maria della Scala ed
ebbe parte nella facciata della Traspontina. Questa volta

°. ’ ’ i so» tuttavia è agevole fornire dell’errore prove dirette me-

pjg_ IO _ Particolare architettonico diante due disegni, ambedue anteriori al presunto periodo
della facciata di San Spirito. in cui il prospetto sarebbe stato eseguito. L’uno è un dise-

gno, pubblicato dall’Egger,3 e da lui assegnato all’ « Anoni-
mus Fabriczy », in cui la facciata di Santo Spirito appare già completa. Soltanto ancora ci sono i
buchi delle impalcature, ad indicare che gli ultimi ritocchi e le ultime riprese d’intonaco
e di stucco non erano stati eseguiti, e lo stemma di Sisto V manca. La data del disegno
è stabilita dall’Egger tra il 1568 ed il 1573, anteriore di 10 anni a quella in cui del « Ma-
scarino » appaiono in Roma, dopo i lavori da pittore, i primi lavori d’architetto.4 La dimo-
strazione quindi che l’opera ordinata da Sisto V, e forse eseguita dall’architetto bolognese
in occasione della fabbrica dell’adiacente palazzo, deve essersi limitata ad un semplice restauro,
non potrebbe risultare più diretta ed evidente.

Di molto maggiore importanza è il disegno (vedi fig. 9) che di Santo Spirito ci ha
lasciato Bastiano, detto Aristotile, da Sangallo, e che si conserva nella collezione dei disegni
architettonici degli Uffizi (n. 1888).5 E, più che altro, una pagina di taccuino, una serie di

4U

1 Cfr. Brutius, Theatrum Romanae Urbis. Arch.
Vat., Mise. Are. VI, t. XII, pag. 121 ; Pastor, Geschichte
der Papste, 18, voi. V, pag. 764; Muntz, Les anti-
quités de Rome, 1886, pag. 144: Repertorium f. Kunst-
wiss., 1884, pag. 443.

2 G. Baglioni, Le vite dei pittori, scultori, archi-

tetti, ecc., (ed. Passeri. Napoli, 1733), pag. 94.

J Egger, RomischeVedutetiPN'vtw, 1909., I Bd., tav. 49 ;
cf. anche Arch. storico dell’Arte. VI (1893), pag. 124.

4 Cf. Bertolotti, Artisti bolognesi, ecc., in Roma,
Bologna, 1885, pagg. 30-53.

• È interessante notare per quale grossolano errore
 
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