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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Giovannoni, Gustavo: Chiese della seconda metà del Cinquecento in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0461

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CHIESE DELLA SECONDA META DEL CINQUECENTO IN ROMA

4i5

appunti grafici, che alla rinfusa riproducono : il pro-
spetto, con le misure a palmi delle varie larghezze,
l’inizio della cornice nel fianco (per la quale è notato
che « il tetto posa in su l’architrave »), la pianta con
misure prese a passi e con note, alcune delle quali can-
cellate, relative a rapporti di dimensioni, ed in fondo
due sezioni dell’interno della chiesa.1 Ora, salvo qual-
che lieve differenza nella porta e nel riquadro sovra-
stante al rosone, l’esterno dell’edificio appare così come
è attualmente'; e tutte le indicazioni segnate sulle figure
od a margine stanno a comprovare trattarsi non di un
disegno riprodotto da un progetto, ma di un rilievo fatto
direttamente, ed anche affrettatamente (come lo mo-
strano le misure prese a passi), sul posto. È probabil-
mente uno dei tanti appunti che Aristotile traeva dalle
opere architettoniche d’ogni tempo, ma specialmente
da quelle dei suoi colleghi nella stessa scuola d’arte a
cui apparteneva, per valersene forse nella composizione
di scene e di prospettive. Ma, poiché Aristotile è morto
nel 1551, ecco risultare sicura la documentazione che
la facciata di Santo Spirito è opera della prima metà
del Cinquecento, ed appartiene cioè allo stesso ciclo di
lavori di Paolo III che si riportano ad Antonio da
Sangallo il giovane.

Di Antonio da Sangallo è appunto un disegno che
si rirerìsce a Santo Spirito e dà uno schizzo della porta
principale, studiata in forma diversa da quella che è
stata eseguita,2 ma che basta a dimostrarci che l’artista
si occupava dei vari elementi del progetto da lui delineato.

L’esame stilistico conferma tutto questo, indirettamente per la concordanza tra l’esterno
e l’interno della chiesa, direttamente per il carattere delle forme artistiche. Il modo di valersi
per un prospetto di chiesa delle paraste, poco aggettanti, le proporzioni degli ordini, la con-
formazione dei riquadri appaiono analoghi ai corrispondenti elementi della massa architettonica
di altre opere autentiche del Sangallo, quali Santa Maria di Loreto al Foro Traiano, San Gia-
como degli Incurabili, il Banco di Santo Spirito. Sangallesca è la porta; sangallesco il sem-

Fig. n —Particolare architettonico
della facciata di Santa Maria di Loreto.

il Milanesi, che vide il disegno, fu tratto da esso ad
affermare Santo Spirito opera di Baldassare Peruzzi
(nelle note al Vasari, lib. IV, pag 604, n. 3) : un altro
disegno dello stesso gruppo, anch’esso di mano di
Aristotile, porta l’indicazione «di m° Baldassare da
Siena » ; ed è il disegno, relativo a Sant’Eligio degli
Orefici, su cui si son basate tante discussioni sulla
interessante chiesetta (Cf. Geymììller, Raffaello San-
zio studiato come architetto, Milano, 1884, pag. 19 e
seg. ; A. Mciìoz, La chiesa di Sant’Eligio, ecc., in
Rivista d’Arte, nn. 1-2, 1911). Il Milanesi evidente-
mente ha scambiato tale nota di quest’ultimo disegno
per la firma del Peruzzi, e, risalendo al primo, ha cre-
duto di stabilire l’attribuzione per Santo Spirito: esempio
istruttivo delle conseguenze cui può condurre la sola
documentazione, non lumeggiata dall’esame stilistico.

' Ecco alcune delle indicazioni, non facilmente leg-
gibili, del disegno: «corinto composito i capitelli fra
pilastro e pilastro sono 2 largeze e nel mezo 4 dove
va la porta»; e nella pianta, per le dimensioni prin-
cipali di larghezza, lunghezza, altezza: «passi 21 da
caulinare o circha ... », « lungha circha a passi 56 over
circha...», «si po videre apreso quafiti quadri le
lungha», «alta un quadro e J/a over circha...» ; 1q
misure più precise non sono state riempite.

2 Vedi Disegni degli Uffizi, voi. VII, a 9, 107,
n. 267. Il disegno porta questa nota: « La porta
di S° Spirito della chiesa si è alta palmi 30 larga
pai. 12. Arebbe a essere 5 et 12. La quarta (quinta)
parte di 12 si è 2 a/;. L’altezza si è dodici volte 2 et
2/s ched’è più alta che non à essere p. 15. La faccia
dinanzi a scarpa et così dalli lati».
 
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