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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 6
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Giovannoni, Gustavo: Chiese della seconda metà del Cinquecento in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0462

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G. GIOVANNONI

plice tipo dell’ordine architettonico, il cui largo capitello composito, privo di ornati, con
fogliami lisci, senza lobi nè intagli, è così comune nelle fabbriche dell’artista, da costituire
quasi una firma ; anche corrispondono al carattere del maestro le particolarità delle sagome
e degli altri elementi geometrici, come il tipo delle cornici con robusto architrave, più alto
del fregio, con ampio gocciolatoio nella cimasa non molto sporgente, come le mensole poste
lateralmente alla porta che ne sorreggono la cornice senza intermediario di abaco. Il con-
fronto tra i due dettagli architettonici riprodotti alle figg. io e 11, l’uno tratto da Santo Spi-
rito, l’altro da Santa Maria di Loreto, mette in piena evidenza queste concordanze.

Riassumendo dunque i risultati di questa serie di ricerche e di considerazioni ,mi sembra
che possa affermarsi: i° che della facciata di Santo Spirito vero autore è Antonio da Sati-
gallo, il quale ha fissato con essa il prototipo del prospetto di chiesa a due ordini sovrap-
posti ; 2° che Guidetto Guidetti deve certo aver appartenuto alla scuola del Sangallo ed
avuto qualche parte nei lavori di Santo Spirito. Innestando poi nella inquadratura della forte
opera del maestro il suo fine sentimento decorativo, egli, allorché la munificenza del car-
dinale Cesi glie ne ha porta occasione, ha potuto dare in Santa Caterina de’Funari la misura
del suo ingegno di architetto, e del piccolo capolavoro si è gloriato, firmandolo ; il che non
ha impedito che il suo nome non sia rimasto, fino ad oggi, ignoto.

'1' ^

Non molto fruttuose sono state le ricerche sulla vita e sulle opere di questo artista :
nulla di lui, se non la notizia già data, negli archivi ; nulla che appaia nell’esame delle prin-
cipali opere coeve, elevate dalla famiglia dei Cesi e nelle quali sembrava logico che avesse
lavorato : non nella cappella Cesi a Santa Maria della Pace, non nei palazzi in Roma a via
della Maschera d’Oro ed in Borgo, non nei due importantissimi palazzi di Acquasparta in
Umbria e di Cantalupo in Sabina, opere pregevoli di uno stesso autore ignoto, che non è
però il Guidetti.

Invece è certamente sua, ed i raffronti con Santa Caterina de’ Funari lo dimostrano
all’evidenza,'la cappella che il cardinale Federico Cesi ha eretto in Santa Maria Maggiore,
dedicandola anche a Santa Caterina, e nella quale ha fatto eseguire la propria tomba.1 Iden-
tico alla chiesa de’Funari è il tipo dell’interna conformazione architettonica a paraste che
sorreggono una completa trabeazione, su cui imposta una semplice volta a padiglione ; e le
proporzioni delle paraste, il dettaglio elegante dei capitelli corinzii, il tipo dei festoni, in cui
vari emblemi sostituiscono la rosa e la ruota, ne sono in tutto uguali. Anche qui si ha lo stesso
concetto decorativo, fatto per un esterno, ma inadatto per un interno, che esclude il colore
e limita l’ornato ad una sola zona e tratta la volta come superficie nuda e liscia: il concetto
decorativo da cui deriva alla chiesa di Santa Caterina un così grave contrasto con la bella
ed armoniosa facciata. 11 ripetersi del difetto sembra dimostrare che, più che circostanze
fortuite, era forse causa di questa diversità d’aspetto un’organica deficienza dell’artista, il
quale principalmente all’esterno rivolgeva ogni sua cura ed aveva senso della massa archi-
tettonica e della ornamentazione adatta per un prospetto ben più completo ed equilibrato
di quello della conformazione e del colore di un ambiente racchiuso.

I due monumenti dei fratelli Cesi che trovansi nella cappella di Santa Maria Maggiore
sono, secondo quanto riferisce — e sembra giustamente — il Buglioni, 2 opera di fra Gu-
glielmo della Porta. Così il lavoro architettonico, di secondaria importanza, del Guidetti
appare associato a quello di scultura dello stesso artista col quale il documento poc’anzi
citato lo ha mostrato unito in uno di quei lodi peritali così frequenti nel Cinquecento.

(Contìnua) GUSTAVO GlOVANNONI.

1 L’epigrafe della tomba del cardinale Cesi, richiama Pacis ac templum divae Catharinae Virginmn misera-
appunto la costruzione delle varie chiese e cappelle: bilium fundavit et dotavit. ..

...qui hoc sacellum et alterum in aede beatae Mariae 2 Baglioni, op. cit., pag. 152.
 
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