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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 23 (Mai 1862)
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Minervini: Notizia di alcune tombe puteolane, con figure di stucco per ornamento
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0188

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— 180 —

Queste iscrizioni, delle quali parliamo, sono scrit- j
te in greco; ma se ne conoscono in latino ed in osco.
Ed in quanto alle latine, noterò che è degna della
massima considerazione quella ritrovata parecchi
anni fa ne' sepolcri romani della via latina (vedi il
eh. p. Marchi nella Civiltà Cattolica Vili, 243 segg.;
il eh. cav. de Rossi bull, dell' Ist. 1852 pag. 20
segg.; ed il eh. Cavedoni ibid. pag. 135 seg.). Parlai
altra volta di queste laminette (bullett. ardi. nap. n.
ser. an. 1, pag. 125), e ricordai un importantissimo
luogo di Tacito, il quale racconta come nella casa di
Pisone si rinvennero simili incantagioni: El repone-
bantur solo ac parielibus erutae humanorum corpo-
rum reliquiae, carmina el devoliones, et nomen Ger-
manici plumbeis tabnlis insculptum etc. {annoi. II,
69; cf. Dione Cassio LV1I, 18). Notevole è la parti-
colarità delle reliquie di umani cadaveri che diconsi
giacenti al suolo non altrimenti che i teschi degli
stucchi puteolani. Ed in generale le parole di Apu-
lejo e di Tacito, siccome fanno bel confronto a' mo-
numenti stessi, dar sembrano una soddisfacente
spiegazione delle due singolari rappresentanze, che
abbiamo sotto i nostri occhi. A questo proposito mi
piace di riferire un'altra scoperta recentemente av-
venuta di un'altra di queste laminette trovata dal
sig. Orazio Pascale in una tomba di S. Maria, anti-
ca Capua.

Essa dice così:

CNNVM1DJVM
ASTRAGALVM
' V1L1VS • VITA VALIITVD1N
QVA1STVM • II • SVO • BV
VT1 • TABUSCAT • MORT

......SSH • XI1VT ADSI

MALO•ROGO

Ci riserbiamo di ritornare più ampiamente a di-
scorrere di questa Iaminetta in altra occasione. Ora
è per noi sufficiente l'avvertire ch'essa appartiene
alla medesima classe di magiche imprecazioni in re-
lazione co' morti. Uno Cn. Numidio Astragalo è pre-
so di mira da un tale, il cui nome non è troppo bene

determinato. Certo è però che a quel Numidio si
augurano le più tremende sventure, traile quali vi
è quella uli tabescat morte. Sicché la nuova scoper-
ta del sig. Pascale viene ad accrescere il numero
di questo genere di monumenti. Diceva da principio
che esempii dello stesso costume ci presentano i po-
poli osci; ed intendeva parlare dell'altra Iaminetta
di piombo in lingua osca, scoperta nella stessa anti-
ca Capua dal sig. Simmaco Doria, ed ora collocata
nel nostro Museo Nazionale. Noi ne facemmo la
pubblicazione e la illustrazione nella nuova serie del
bullellino archeologico napolitano an. V, pag. 99 seg.
tav. VIII, fig. 1. Ed in questa, come in quella della
via latina, si minaccia egualmente la morte alla per-
sona imprecala. Cosi in questa della via latina di-
cesi di una Rhodine, mortua sit nec loqui nec sermo-
narepossit: cosi nella Iaminetta osca di molti impre-
cati si dice del pari; nep fatium nep deicuni pulcans.

Adunque messo tutto a calcolo potremo ne'due
quadri del puleolano sepolcro ravvisar sortilegii ed
imprecazioni contro de' vivi fatte in relazione coi
morti, usando perciò di umani teschi ora sparsi sul
suolo, ora collocati sopra picciola mensa o sgabello,
non che di laminette di piombo avvolte in rotoli,
come quelle recentemente scoperte, nelle quali si
vedessero segnati o ignoti caratteri come dice Apu-
lejo, ovvero le imprecazioni stesse come in quelle
che ci pervennero. Una sola osservazione voglio ag-
giungere; ed è che ciascuna donna vedesi in rapporto
con un sol cranio. E qualunque sia la operazione a
cui esse attendono, ne dedurremo che quelle opera-
zioni richiamavano le superstiziose parole dirette ad
un solo cadavere.

Comunque una tale spiegazione sia consentanea
alle nozioni che abbiamo su questi antichi costumi,
pure ci sembrano conveniente che si rammentasse
in un funebre monumento una usanza, la quale dal-
l' antichità stessa era reputata superstiziosa e mal-
vaggia. Perciò non vogliamo tralasciare di additare
un'altra spiegazione la quale potrebbe essere prefe-
rita alla prima.

È ben conosciuto che gli antichi traevano gli ora-
coli da' morti, evocandone le ombre presso que' siti
 
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