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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0111

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Storia dell'arte in generale

1. De Benedetti (Michele), Palazzi e ville reali
d'Italia (Roma e Firenze'). — Firenze, Alinari, 1911.

È un libro piacevole, utile e nuovo; primo di una serie
che auguriamo veda tutta prossimamente le stampe in-così
nitida forma e con tanta ricchezza di ben appropriate illu-
strazioni. Senza la pretesa di una minuta disamina critica
l’autore è riuscito a darci una guida coscienziosa, più di
quanto solitamente si usi in simili trattazioni, una diligente
raccolta di notizie che servirà ad attrarre l’attenzione verso
le ville e i palazzi reali, tanto numerosi in tutta Italia e tanto
importanti per la storia e per l’arte.

2. Landucci (Landò), Giorgio Vasari. (Estratto
dalla Rassegna nazionale, 16 ottobre 1911 ; Firenze,
Pag. 24).

E il discorso commemorativo del Vasari, che fece il
6 agosto dell’anno scorso in Palazzo Vecchio il deputato dj
Arezzo. Vi si ricordano a linee generali la vita e l’opera varia
del Vasari come pittore, architetto e biografo degli artisti.

3. Pinzi (Cesare), Iprincipali monumenti di Vi-
terbo. Quarta edizione. — Viterbo, 1911.

E apparsa una buona e più ampliata ristampa di questa
guida con un’esposizione chiara e dettagliata della manife-
stazione artistica di Viterbo, preceduta da notizie storiche
su l’origine e le vicende della città e con l’aggiunta di due
appendici. L’una riassume le notizie fin’ora conosciute sul
principale pittore viterbese Antonio del Massaro detto il Pa-
stura del quale son pubblicati alcuni documenti dall’autore
rinvenuti nell’Archivio notarile viterbese; l’altra è un’illu-
lustrazione dell’antiche Terme viterbesi.

4. Toesca (Pietro), Aosta. Catalogo delle cose
dyarte e di antichità d’Italia. Serie prima, fase. I. —
Roma, MCMXI.

Con il volume su Aosta si inizia la pubblicazione di quel
Catalogo degli oggetti d’arte e di antichità d’Italia, la cui
necessità da gran tempo era stata riconosciuta e a più ri-
prese confermata in disposizioni e disegni di legge di vari
ministri della pubblica istruzione.

P. Toesca con criterio e rigorosità scientifici compilò questo
primo volume, illustrandolo con ricca serie di fotografie, così
da farne lavoro degno di grande interesse,

Iconografia.

5. Ferrigni (Mario), Madonne fiorentine. — Mi-
lano, Hoepli, 1912.

Nessun contributo alla storia dell’arte reca questa nuova
pubblicazione eseguita senza un ordine ed un giusto cri-
terio; è piuttosto un’opera commerciale, un catalogo di ri-
produzioni con attribuzioni discutibili ed uscito in buon punto
per un’elegante strenna.

E però deplorevole la divulgazione di certi libri ove
alla scarsa conoscenza artistica si associa la mancanza d’en-
tusiasmo che dovrebbe invece animare ogni studioso d’arte.
Basterebbe per averne una prova leggere il capitolo sul-
l’arte dell’Angelico; qui l’autore mostra di non essere pe-
netrato nello spirito del pittore e di non conoscere affatto
la sua personalità artistica.

Per l’autore l’Angelico non è che un frate vecchio di spi-
rito e che va a ritroso dei tempi!

Questo purtroppo non è che uno dei molti esempi.

6. Fornari /Fr.), Dell’origine del tipo dei Magi
nell’antica arte cristiana. (Nuovo Ballettino di archeo-
logia cristiana, anno XVII).

Il Fornari espone brevemente come il tipo dei Magi, sia
pittorico che sculturale, e che troviamo già definito fino dal
secolo secondo dell’ Era Cristiana, sia probabilmente deri-
vato dalle figurazioni di Odisseo porgente la coppa col vino
a Polifemo. E come il tipo di Odisseo rientra esso stesso
in una serie di rappresentanze classiche di offerenti, così il
tipo dei Magi fu assunto dall’arte cristiana anche tarda per
figurare Xofferente qualunque fosse l’offerta: e non è impro-
babile che per opera di un anonimo decoratore di catacombe
convertito al cristianesimo, avvenisse l’accettazione e la con-
servazione della figura canonica dell 'offerente, derivata così
da uno schema artistico di Odisseo la cui origine può forse
riportarsi al vi secolo a. C. (a. s.).

7. No vati (Francesco), Un cassone nuziale senese
e le raffigurazioni delle donne illustri nell’arte ita-
liana dei secoli XIV e XV. (Rassegna d’arte, XI,
1911, pag. 61-67).

Il cassone nuziale è dipinto da Matteo di Giovanni e si
conserva nella collezione Chigi Zondadari di Siena ; e l’il-
lustrazione iconografica si estende ad affreschi e miniature'
 
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